“la donna è come la castagna, che ha bella la corteccia, ma l’ha dentro la magagna”
La storia ci racconta che esistono tre tipologie di Castagnaro.
Avete presente il classico negozietto con enormi sacchi di noci e mandorle che invadono la strada, ed enormi contenitori di cibi sott’olio? Ebbene, in passato quel venditore veniva definito proprio “il castagnaro a bottega” che si limitava a vendere castagne crude e tutte quelle “schifezzuole” che il medico ci raccomanderebbe di evitare.
La seconda tipologia, quella più diffusa oggi, è rappresentata dal “castagnaro a posto fisso”. Ovvero il classico omino che con il suo pentolone sforacchiato ci vende le castagne appena cotte. Di solito questo “posto fisso” veniva collocato presso le cantine dove i bevitori alternava un sorso di vino ad un morso di castagna.
La terza tipologia è quella più interessante, ovvero il “castagnaro ambulante”, detto anche “orologio popolare”.
In passato i venditori ben sapevano che a Napoli per fare affari conveniva andare a trovare i clienti, piuttosto che aspettare il viceversa. E’ così che il castagnaro ambulante girava per la città dalla mattina fino alla sera. Tutti riconoscevano la sua voce, e i suoi orari era sempre precisi, tant’è che si soleva dire “son due ore, perchè adesso è passato il castagnaro”.
La castagna è un frutto che non passa mai di moda, e la sua conformazione ha ispirato numerosi detti e poesie, tra cui quella citata all’inizio che associa la figura della donna alla castagna, facendo notare che seppur la corteccia è lucida e invitante dentro si può nascondere un frutto marcio.
Donne, questa cosa non varrà anche per gli uomini?
-Roberta Montesano
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