Un mazzo, centinaia di giochi: poche cose sono versatili quanto il classico mazzo di carte, protagonista di decine e decine di partite tra amici nelle più disparate occasioni. Il mazzo di carte affonda le sue radici nell’antica Cina, dove venne inventata la carta, e attraversa tutta la Storia passando per il Medio Oriente e il Mediterraneo, dove si è arricchito di tanti semi regionali, arrivando fino ai giorni nostri. Giorni appartenenti a un’epoca nella quale tutto si sta convertendo al digitale, e il quotidiano non è pensabile privo di uno schermo di qualche tipo. Questo vale anche per gli oggetti più tradizionali, come appunto i mazzi di carte: anche questi si stanno convertendo in digitale, e anche se non potranno mai soppiantare quelli tradizionali le storie delle loro trasformazioni sono spesso affascinanti.

Partiamo da uno dei giochi di carte italiani per eccellenza, che la tradizione vuole giocato con carte dai semi rigorosamente napoletani: la scopa. Il gioco è attestato in Italia fin dal ‘500, diffusosi a partire dalle città portuali con gli scali più attivi nel Medioevo come quello di Amalfi o della stessa Napoli. La scopa è infatti stata diffusa grazie ai traffici commerciali, come dimostrano alcuni risalenti giochi che ne condividono le regole e diffusi in altri paesi mediterranei come la Spagna. Sebbene ancora oggi nelle occasioni conviviali sia molto comune intrattenersi con una partita, negli ultimi anni si sono moltiplicate le occasioni per giocare a scopa in maniera totalmente digitale. Merito della grande diffusione degli smartphone, che offrono uno schermo sempre a portata di mano: negli store dei sistemi operativi mobili sono tantissime le app per giocare a scopa contro persone da tutto il mondo, che sottolineano il suo essere un gioco tipicamente italiano con carte dai semi napoletani.

Le trasformazioni digitali delle carte non sono comunque una cosa degli ultimi anni, anzi: uno dei più curiosi aneddoti, che vede protagonista il celebre Solitario di Windows, risale agli anni ’90 ed è relativo a quella che ai tempi era una vera innovazione, ossia il mouse. I vecchi sistemi operativi per PC non prevedevano un’interfaccia grafica – GUI, Graphical User Interface – e l’utente doveva navigare al loro interno digitando comandi o spostandosi con la tastiera. A partire dagli anni ’80 si svilupparono soluzioni più semplici e user friendly, che permettessero all’utente di spostarsi nello spazio utilizzando un puntatore. Nel 1989 uno stagista di Microsoft, azienda all’epoca al lavoro sul sistema operativo Windows 3.0, decise di dedicarsi a tempo perso a sviluppare un gioco di solitario col quale gli utenti, trascinando le carte, potessero prendere dimestichezza con le nuove potenzialità della navigazione su GUI. L’idea piacque e il Solitario fu incluso nel nuovo sistema operativo, rimanendo presente ancora oggi negli OS di Microsoft.

Passiamo al poker, altro gioco storicamente associato a serate tra amici e, ai più alti livelli, a tornei sportivi. Tutto vero, soprattutto considerando quanto siano apprezzati i più importanti tornei che affollano il calendario annuale. Ma oggi, perlopiù, il poker è praticato online grazie ai tanti operatori che, a partire dai primi 2000, lo hanno trasformato in uno dei protagonisti della rete. Il punto forte è la vastità dell’offerta, che affianca alle partite tanti altri contenuti. Tra questi statistiche, curiosità, news e la grande valorizzazione dell’apprendimento, predisponendo guide con il valore delle mani di poker, strategie e altro.

Allargando il discorso ad altre carte il risultato non cambia: sono innumerevoli i giochi di carte, collezionabili o no, che hanno ormai stabilmente virato verso il digitale. Per UNO si potrebbe fare lo stesso discorso fatto per la scopa, ossia di una digitalizzazione che, anche se difficilmente sostituirà il mazzo classico, è assoluta protagonista. Creato negli anni ’70 negli USA a partire da giochi con regole analoghe, da metà anni 2000 ha cominciato a essere sviluppato come videogioco, diffondendosi soprattutto su smartphone ma anche su console e PC. Tra i giochi di carte collezionabili invece alcuni, come Magic o Yu-Gi-Oh, si sono allargati al digitale, mentre altri sono nati come Trading Card Games digitali: è il caso di Gwent e Hearthstone, entrambi con la strada spianata dal fatto di essere sorti da affermati videogiochi.

Magari non diventerà mai interamente composto di pixel, ma una cosa è certa: il mazzo di carte è grande protagonista anche nelle trasformazioni digitali.

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