Chi dorme non piglia pesci! Non è il caso dell’ospite di oggi: il pastorello Benito (o Benino), figura immancabile in ogni presepe che si rispetti!
La tradizione del presepe
Oramai l’8 Dicembre è passato da un pezzo, e tutte le case son piene di lucine e alberelli, ma è il presepe che la fa da padrone. Ogni napoletano adotta un proprio stile e porta avanti la tradizione comprando ogni anno un nuovo pastorello.
In origine, il presepe nasce come rappresentazione della Natività, ma ben presto divenne tendenza e, a cavallo tra il Seicento e il Settecento, divenne un’opera d’arte a tutti gli effetti!
La sfarzosità del Barocco spinse gli artisti a rappresentare taverne e mercati, curando i dettagli delle carni e dei frutti e delle espressioni dei vari personaggi. Lo spirito del popolo napoletano divenne terracotta. E come ogni moda che si rispetti, esistevano dei must, immancabili in ogni presepe.
Tra i “mai più senza” troviamo: la bottega, il pozzo, il fiume, l’osteria, il ponte. E anche vari personaggi: come il pescatore, il cacciatore, il vinaio e i re magi.
Il pastorello Benito (o Benino)
Ma un personaggio, che ben tutti conosciamo, è il pastorello Benito.
Posto ai livelli più alti del presepe, se ne sta lì, placido e sognante.
La sua presenza ricorda un passo delle Sacre Scritture:
“E gli angeli diedero l’annunzio ai pastori dormienti”,
dove il risveglio viene considerato come rinascita.
Ma nella tradizione napoletana, si racconta che il pastorello dormiente stia sognando il presepe, e guai a svegliarlo: il presepe scomparirebbe!
E a renderci felici rimarrebbe solo il cenone di Natale.
-Roberta Montesano
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