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Come orme nella neve, qualcuno migliaia di anni fa, lasciò le sue tracce nei pressi del Vulcano di Roccamonfina, un cratere ormai spento, ma che nel passato coprì di lava il sentiero che oggi viene chiamato delle Ciampate del Diavolo (le “impronte del diavolo” in dialetto locale).
Gli antichi e misteriosi solchi nel terreno vennero scoperti solo nel 1820, quando nei pressi del comune di Tora e Piccilli, in provincia di Caserta, le piogge torrenziali li riportarono alla luce. La loro forma e profondità erano già allora un’evidente prova che si trattasse di impronte umane, impresse nella lava a seguito di un’eruzione vulcanica.
Ben presto si diffuse così la leggenda secondo cui ad attraversare quel sentiero sarebbe stato il diavolo, il solo in grado di camminare su una tale superficie incandescente.
Il territorio restò a lungo inesplorato, a causa delle credenze popolari che lo pensavano maledetto, dominato da presenze oscure e malvagie.

Diavolo
Le Ciampate del Diavolo

La spiegazione scientifica al Diavolo

La spiegazione scientifica di tale mistero arrivò nel 2002 con gli studi di Paolo Mietti, che si recò personalmente sul posto per studiare il fenomeno.
Le sue ricerche in collaborazione con l’Università di Padova, posero fine a quelle voci superstiziose: le orme erano state lasciate da esemplari di Homo Heidelbergensis, progenitore dell’Homo di Neanderthal, vissuto in quelle zone circa 350 mila anni fa.
Si trattava di tre ominidi che avevano intrapreso un cammino differente da quello del loro gruppo, addentrandosi nel bosco, dove a seguito di un’eruzione, il suolo ricoperto dalla lava si era raffreddato al punto tale da poter essere calpestato, poi, una volta solidificato, conservare per sempre i segni dei loro passi.
Non si trattava quindi di una fuga da un pericolo imminente, come affermavano le prime ipotesi, ma di una semplice deviazione di percorso, in quanto le tracce non sembrano lasciate da individui in corsa. Tuttavia, data la ripida pendenza del terreno, uno degli ominidi probabilmente scivolò e cadde nel fango, lasciando evidenti anche i segni del gluteo e del palmo della mano.

Oggi le Ciampate del Diavolo costituiscono un sito paleontologico e frequenti sono le escursioni di turisti che ripercorrono, attraverso un sentiero parallelo, quel tragitto, riscoprendo una delle più antiche tracce umane in Europa.

Laura d’Avossa

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