L’invenzione della televisione privata in Italia è erroneamente attribuita a Silvio Berlusconi, o alla nascita di TeleBiella, tuttavia fu il genio campano Pietrangelo Gregorio a creare questo fenomeno di massa.
Definire “genio” quest’uomo potrebbe sembrare assurdo, ma in realtà è riduttivo.
Entrando nella vita di una persona di questo calibro sembra di violarne una parete di intimità, questo genera un timore reverenziale tanto è l’ammirazione nei confronti di una mente del genere.
Chi era Pietrangelo Gregorio?
Nato a Piedimonte Matese ma stabilitosi a Napoli da giovane, dove si laureò in ingegneria, riuscì ad emergere grazie alla sua creatività.
È stato protagonista di un’epoca in cui, come diceva lui stesso, “c’era tutto da inventare” ed aveva bisogno di gente come lui, gli si attribuiscono infatti tra i 300 e i 400 brevetti e nel 1992 l’installazione dello schermo 3D più grande al mondo: 60 metri contro i 48 di Disneyland.
Per citarne alcune ad esempio, basti pensare che all’epoca i dischi con i quali si ascoltava la musica avevano un numero di tracce limitato, inventò il disco pluricanale: 728 canzoni in un singolo 45 giri; e ancora il fototachimetro, il primo autovelox, la tv via cavo: TeleNapoli e Canale 21, i videoclip e format mai visti prima.
È stato un uomo di estremo valore che, come spesso capita, non viene mai celebrato e raccontato abbastanza.
Gregorio e TeleNapoli: la nascita della televisione libera
Questa innovazione ha i suoi natali il 23 dicembre del 1966 quando sugli schermi dell’Upim venne proiettato un messaggio pubblicitario presentato da Agostino De Cristofaro, socio dell’ingegner Gregorio in cui venivano presentati e consigliati dei prodotti della catena commerciale.
La reazione fu sconvolgente ed il negozio fu invaso di clienti.
La sede era nei pressi via Toledo, in un palazzo di tredici piani e in azienda, dato il repentino successo, decisero di uscire dalla mera logica della tv commerciale e cambiarono il palinsesto.
Telegiornali locali, musica, cabaret e show in diretta (in mancanza di videoregistratori) spopolarono in città e in breve tempo moltissimi bar introdussero la televisione nei loro esercizi per aumentare il numero di clienti.
In un’Italia in cui la TV era presente in poche case e in molti circoli di partito e luoghi di aggregazione e dove “Il Carosello” era un momento per stare insieme, ci fu una vera e propria rivoluzione.
Via Foria, via Toledo, Piazza Trento e Trieste furono i primi luoghi ad essere collegati alla tv via cavo.
Gli show ed i telegiornali erano presentati da personaggi del calibro di Nino Taranto, Angelo Maggi, che commentava le notizie riportate da Il Mattino e Il Roma, Antonio Scotti e lo stesso Gregorio, il quale per 15 anni ha condotto “Filo Diretto“, una trasmissione di denuncia nei riguardi di disservizi e malfunzionamenti nelle amministrazioni.
Anche in questo un precursore.
Non ci volle molto e in società entrarono nuovi soci, vennero assunti 150 dipendenti e con 380 km di cavo venne cablata gran parte della città di Napoli, in pochi anni in 20mila tra abitazioni e attività commerciali potevano guardare la televisione di Gregorio.
In questo caso molti soci sostennero che per far fronte alle spese fosse necessario far pagare il costo dell’allacciamento a chi lo richiedeva.
Gregorio non era della stessa opinione e puntava a un’introduzione maggiore della pubblicità. Perse, ma il tempo gli diede ragione, qualche anno dopo l’intera rete era in rosso.
Nel 1971 TeleNapoli trasmetteva già a colori, TeleBiella nacque l’anno dopo, nel 1972. Dunque nonostante le false attribuzioni la prima TV privata in Italia è napoletana. Questo però generò nell’ingegner Gregorio una profonda indignazione quando, nel ’72, fu annunciata mediaticamente su tutti i giornali (anche al Sud e persino nella stessa Napoli) la notizia della nascita di questa seconda rete spacciata come innovazione assoluta.
“Da cinque anni noi mandavamo in onda in tutta la città un palinsesto intero e questi davano la notizia di Telebiella?”
Fu la risposta di Pietrangelo Gregorio ancora incredulo in un’intervista
Il Festival di Sanremo e la sua eredità
Non parliamo di un uomo comune e molte delle cose che ha realizzato non erano mai state fatte. All’epoca solo l’ultima puntata del festival della canzone italiana infatti andava in onda sulla Rai, ma accadde qualcosa nel 1973: la tv di Stato concesse a TeleBiella la possibilità della riproduzione delle serate del Festival di Sanremo (le ultime 2 sarebbero comunque state trasmesse dall’Ente, che chiese di sopperire alla mancanza per la gestione televisiva delle 4 serate), ma il presidente Sacchi dichiarò che non aveva i mezzi per far fronte a tale evento. La risposta di Gregorio non si fece attendere, portò con se la troupe e tutti gli strumenti e partì alla volta di Sanremo.
Il direttore della Rai gli negò il permesso appena arrivarono ma l’ingegnere aveva un asso nella manica: utilizzò le riprese effettuate e grazie al lavoro dei montatori mandò tutto in onda, di fatto inventando i videoclip.
Sanremo fu trasmesso dalla sua televisione, a colori nel 1973.
Il genio campano non ebbe mai la fortuna (o i mezzi) dei suoi omologhi, la mediaticità di TeleBiella è solo un esempio, come lo è un’altra complicata vicenda. Dopo la parentesi Sanremo infatti furono vietate le trasmissioni della Tv via cavo, così si passò all’etere e molti anni più tardi alle liberalizzazioni in questo senso.
L’amicizia tra Bettino Craxi e l’altro astro nascente della TV privata di quegli anni, Silvio Berlusconi, è cosa nota, meno lo sono i retroscena. Pietrangelo Gregorio infatti non ottenne mai il credito dalla banca per continuare a sostenere la sua attività, come accadde per altri imprenditori.
Pietrangelo Gregorio si spense nella “sua” Napoli l’8 giugno 2019, dopo aver ottenuto targhe e onori, sempre meno però paragonati al genio che ha messo a disposizione e a ciò che avrebbe meritato quello che è persino sminuente definire il “papà” della televisione italiana, il primo coraggioso abbastanza da spezzare un monopolio.
-Federico D’Addato
La storia è dedicata a Vincenzo Formisano per la sua generosità nel sostenere Storie di Napoli. Aiutaci anche tu con una donazione!
Fonti:
Intervista di Umberto Piscopo a Gregorio
Telediffusione Italiana – TeleNapoli di Massimo Emanuelli
Addio Gregorio di Maurizio Zaccone
Per altre Storie di Napoli.