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Fra i tanti casali di Napoli, Grumo Nevano è probabilmente uno di quelli con il nome più curioso. Cominciamo con una certezza: non ha nulla a che vedere con la neve, come sostengono alcune persone.
La seconda certezza è che i due nomi rappresentano due villaggi diversi di epoca medievale, ma che probabilmente esistevano già da secoli.
La città infatti ha assunto il nome di “Grumo Nevano” solamente nel 1863, ma le due frazioni hanno addirittura due patroni diversi: San Tammaro per Grumo e San Vito per Nevano.

Perché Grumo Nevano?

Le ipotesi formulate sono davvero moltissime. La più credibile è che Grumo, il paese più grande dei due, venga dalla parola latina “grumum” che ancora oggi significa “mucchio, agglomerato“. Si riferiva probabilmente ad un piccolo insediamento umano nella vasta e vergine pianura alle spalle di Napoli.
Grumum” potrebbe essere anche stato un termine necessario per indicare una piccola altura.
Nevano ha invece l’origine tipica di quasi tutti i paesi nei dintorni di Napoli: indicava il territorio della Campania Felix appartenente alla Gens Nevia. Di qui, “Nevano“.
La storia è simile a quella di Pomigliano, Giugliano, Gragnano e simili.

Secondo un’altra teoria Nevano si chiama così perché potrebbe essere il luogo che diede i natali a Gneo Nevio, il famosissimo poeta latino. Non ci sono però sufficienti prove a riguardo, per quanto è certo che sia nato in Campania.

Grumo Nevano stemma
Lo stemma di Grumo Nevano: un viale di campagna fra i frutteti

Grumo Nevano: due paesi diversi

Il primo dei due paesi, almeno stando alle certezze storiche date dai documenti, esistevano durante l’epoca medievale. Il primo a comparire sulle cartine fu Grumo intorno al secolo X. Fu conquistato da Napoli e diventò uno dei famosi 36 casali della città.
Ha una particolarità: secondo la Chiesa, sin dal medioevo, il paese appartiene alla diocesi di Aversa (in provincia di Caserta) e non a quella di Napoli, nonostante si trovi nella provincia napoletana.

Nevano ha il nome più antico: come abbiamo visto appartiene alla gens nevia, ma il primo documento ufficiale che la menziona compare intorno al secolo XII, in piena epoca normanna.
Un piccolo dettaglio delle origini romane della frazione di Nevano si ha nel culto di Silvano: era una divinità romana che presiedeva le selve ed è stata cristianizzata in San Vito, che ancora oggi è il patrono della frazione. Spiega Giovanni Reccia che sono presenti moltissimi ritrovamenti sanniti, etruschi e romani nell’area.

Secondo una leggenda locale, quando i due paesi erano separati, erano costantemente in guerra fra loro. Il signore di Grumo, vedendo che la guerra stava per finire male, decise di fuggire in carrozza con la famiglia, ma fu ucciso in un agguato mentre usciva dalla città.
Da allora, una volta all’anno compare fra le strade di Grumo Nevano una carrozza infuocata che trasporta le anime dannate di chi portò odio fra i due paesi.

Grumo Nevano 1793
Grumo e Nevano nel 1793: erano ancora divise

Ci pensa Murat!

Il primo a risolvere la diatriba fra Grumo e Nevano fu Gioacchino Murat, che creò l’entità dei Comuni (prima erano definiti “Università”) ed unì le due frazioni nel Comune di Grumo.
Per avere giustizia dobbiamo quindi arrivare a tempi molto più recenti: correva l’anno 1863 e fu stabilito il nome ufficiale di Grumo Nevano, per non scontentare più nessuno.

-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
http://www.comune.grumo-nevano.na.it/default.php?st=&mt=4&cat=14&m4=1
http://www.iststudiatell.org/rsc/annate_10/su_origine_grumo_nevano.pdf
http://www.iststudiatell.org/rsc/annate_10/origine_grumo_nevano_2.pdf
https://www.treccani.it/enciclopedia/silvano/

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