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Un tempo Miliscola faceva tremare tutto mondo occidentale. Era la sede della scuola militare della Classis Misenensis, la più grande flotta che i mari avessero visto prima di allora: per quattro secoli, infatti, le navi partite da Miseno garantivano la sicurezza, la stabilità e il controllo militare dell’Impero Romano.

Non era però solo un luogo straordinario dal punto di vista militare: Miliscola vantava anche le infrastrutture militari più avanzate del mondo antico, con la sua Piscina Mirabilis e i cantieri navali sul Lago di Miseno.

Classis Romana Miliscola

Un nuovo porto

Miliscola nasce per un serio problema che ha sempre afflitto la storia di Puteoli: il bradisismo. Il porto della città più importante della Campania Felix (e anche il più importante porto del Tirreno), infatti, diventò impraticabile nel I secolo d.C. Proprio per questa ragione si decise allora di allestire nella vicina Miseno infrastrutture tali da trasformarla nella più importante base militare d’Italia. Oltretutto era anche vicinissima a Procida e Ischia, due avamposti strategici.

La nostra fonte principale nella narrazione è l’Epitoma Rei Militaris di Vegezio, uno scrittore della nobiltà romana del IV secolo d.C., ma spiegazioni dell‘importanza di Miseno, Miliscola e della Classis Misenensis sono rinvenibili praticamente in tutti gli scrittori antichi.

La Classis Misenensis, quattro secoli di dominio del mare

Ai tempi degli imperatori, nominare la Classis Misenensis significava pronunciare il nome dell’avanguardia più assoluta nel dominio del mare. Operò per circa quattro secoli, dal 27 a.C., quando fu istituita da Augusto per difendere il Tirreno, fino al 330 d.C., quando fu smantellata nell’ambito della riorganizzazione dell’Impero. Nell’intero suo periodo di servizio fu l’ago della bilancia nella sicurezza del Mediterraneo, garantendo la prosperità e il dominio militare dell’intero Impero. Svolgeva infatti non solo funzioni militari, ma anche attività di trasporto navale, esplorazione e comunicazione.

La navigazione cominciava il 5 marzo con la festa dell’Isidis Navigium, una tradizione importata in Campania dalla comunità alessandrina e che fa parte dell’immensa eredità culturale egizia finita in Italia, e terminava con l’arrivo dell’autunno.

Il Praefectus Classis Misenensis era considerabile al pari di un generale di Stato Maggiore, più che un ammiraglio. Aveva la delega dell’Imperatore per la gestione degli affari di difesa dell’intero Mar Tirreno, dall’Africa alla Gallia. Aveva una villa sull’attuale Isolotto di Punta Pennata e comandava circa 10.000 sottoposti, fra ufficiali, sottufficiali, legionari e ausiliari.
Nella Flotta di Miseno, infatti, c’era la peculiare figura della fanteria marina, ovvero soldati di terra addestrati per il combattimento in mare. Nulla di diverso dagli attuali marines.
Per intenderci, quando la flotta di Miseno salpava, tremavano tutti.

Fra i tantissimi praefecti che votarono la propria vita alla difesa del Mare Nostrum, ci sta un nome interessante: il comasco Plinio il Vecchio. Era un uomo dalla cultura immensa, filosofo, naturalista, linguista, geografo e botanico, oltre ad essere anche storico dell’arte. La sua Naturalis Historia è oggi una delle opere della latinità più importanti di sempre.
Curioso e impavido di natura, morì durante l’eruzione del Vesuvio che distrusse per sempre Pompei ed Ercolano proprio dopo essere partito per salvare Rectina, una sua amica, e gli altri abitanti di Stabia.

praefectus classis misenensis
Il praefectus classis, la più alta carica

Una scuola militare all’avanguardia

Nel frattempo, a Miliscola si svolgevano anche lezioni di vita militare. Era infatti la Militum Schola dove i giovani cadetti, detti classiarii, si esercitavano nell’arte della guerra, perfezionavano i propri movimenti e la coordinazione e, non ultime, ricevevano anche un’educazione teorica su strategie e tattiche militari. Entrare nella Classis Misenensis e nella sua scuola militare era un grandissimo onore.

In tempo di pace la flotta era utilizzata come scorta dell’imperatore nei suoi numerosi viaggi nelle province. I soldati di Miseno, invece, viaggiavano spesso a Roma in occasione delle naumachie e degli altri ludi che si svolgevano all’interno degli anfiteatri della capitale. L’abilità dei militari nel manovrare i teli del velario, che era un’immensa struttura di tela capace di coprire gli spettatori in caso di maltempo o sole, era di rara precisione. In altre occasioni invece erano proprio i marinai che addestravano i protagonisti dei giochi nautici, in modo da insegnar loro tecniche e tattiche militari.

Miliscola, Porto di Miseno e Lago
Miliscola dall’alto, il porto di Miseno e il lago di Miseno. Una base militare perfetta

Due mari, miglior lavoro

La posizione di Miliscola è a dir poco fantastica: si tratta infatti di una striscia di spiaggia e terreno in mezzo a “due mari”. Da un lato c’è infatti il mar Tirreno, dall’altro invece c’è il Lago di Miseno (un tempo chiamato anche Mar Morto). Questa piccola striscia di costa permetteva un vantaggio strategico eccezionale: il trasporto delle navi per la manutenzione nel piccolo bacino d’acqua.

Non dimentichiamo poi l’infrastruttura creata attorno al porto militare: la Piscina Mirabilis, che è la più grande cisterna del mondo antico, si riempiva con l’Acquedotto del Serino che portava acqua direttamente dalle montagne irpine. Fu un’opera d’ingegneria idraulica e militare che ancora oggi meraviglia i contemporanei.

Ed è affascinante immaginare che, nonostante i millenni, le generazioni, gli eventi epocali che separano la Bacoli degli antichi e la città moderna, c’è un filo rosso che collega il passato col presente: ancora oggi sono infatti presenti i lidi dei militari. Un tempo qui ci si preparava per la guerra, oggi si va in vacanza con le famiglie.
Poco più lontano, nella vicina Baia, le infrastrutture militari sono invece rimaste attive fino agli anni ’60 del XX secolo. Nel litorale flegreo tutto è figlio di epoche antichissime.

-Federico Quagliuolo

Approfondimenti:
https://books.google.it/books?id=emErEBjaFiYC&pg=PA16&lpg=PA16&dq=militum+schola&source=bl&ots=ksgq0MdpQn&sig=ACfU3U1tw9zLu-bu6Wo5Fb4V4riHtu-qug&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwik9fCDhujxAhWcgv0HHWZIBT8Q6AEwEnoECC4QAw#v=onepage&q=militum%20schola&f=false
https://www.romaeterna.org/roma/classis.html
https://www.academia.edu/35602629/Classis_Misenensis_Lantica_presenza_navale_romana_quale_importante_fattore_delle_robuste_tradizioni_nautiche_fiorite_nella_Baia_di_Napoli_2017_

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  1. mario conti Avatar

    Grazie del bell’articolo. Da villeggiante di lungo corso da quelle parti, nonché amante della storia e della cultura romana, me lo sono goduto come e più di altri su Storie di Napoli; non so poi perché, ma la Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex ha sempre esercitato su di me grande suggestione fin dal nome.
    Questo è uno dei resoconti più circostanziati, a meno di spulciare gli storici dell’epoca. Starò di vedetta per i prossimi.

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