Il duca di Nocera Alfonso Carafa della Stadera è senza dubbio un personaggio storico di grande rilievo.
Visse nel ‘500 esercitando un potere molto ampio su diversi territori. E a Nocera Inferiore sono ancora presenti numerose testimonianze della sua vita. Ma per scoprile bisogna prima analizzare la sua figura.
Una nobile stirpe
La famiglia Carafa è un’antichissima casata napoletana che molti ritengono derivi da quella dei Caracciolo.
Iscritta al Seggio del Nilo, possedeva numerosi feudi in tutto il Sud Italia. I suoi appartenenti erano baroni, marchesi, duchi, conti e principi. La loro dinastia vantò anche un pontefice: Giovan Pietro Carafa, eletto nel 1555 con il nome di Paolo IV.
I Carafa della Stadera, così come i Carafa della Spina, sono un ramo cadetto di questa nobile famiglia. Nel 1521 Tiberio Carafa della Stadera, conte di Soriano Calabro, acquista dal Regno di Napoli la città di Nocera de’ Pagani. Diviene così il primo duca di Nocera.
Il controllo dei Carafa su Nocera durerà fino al 1648, quando il duca Francesco Maria Domenico Carafa morirà senza lasciare eredi.
Alfonso Carafa, il protagonista della nostra storia, fu il terzo duca di Nocera e sotto il suo reggimento la città raggiunse la massima estensione e ricchezza. Si legò infatti in matrimonio con Giovanna Castriota appartenente alla famiglia albanese Scanderbergh.
Sulle tracce del duca
Sul territorio di Nocera Inferiore sono presenti diverse testimonianze legate ad Alfonso Carafa.
Il duca fondò una serie di edifici ecclesiastici e modificò in parte altri già esistenti. Al primo caso appartengono le chiese di Santa Maria del Presepe e di S. Andrea. Al secondo, invece, il complesso del convento di S. Antonio sulla collina di San Francesco.
É ritratto insieme alla moglie nella predella della “Madonna del Rosario” del fiammingo Aert Myrtens. Il quadro è custodito nella Cattedrale di Nocera Inferiore.
Sant’Andrea a Nocera Inferiore: la chiesa sul colle
Alfonso Carafa morì proprio a Nocera (all’epoca Nocera de’ Pagani) nel 1581. Ed è proprio qui che si trova il suo monumento funebre.
Per ammirarlo bisogna salire un po’, lontani dal caos della città. Sopra la collina del Parco di Nocera Inferiore, infatti, si gode di una vista privilegiata su tutto il territorio.
Questo luogo è sempre stato al centro della storia del territorio, per via della sua posizione strategica. Lo testimoniano i numerosi edifici, sia religiosi che non, costruiti nel corso dei secoli. Un vero e proprio centro direzionale, insomma.
E all’inizio dell’altura si trova la chiesa di Sant’Andrea, costruita proprio per volere del duca Alfonso Carafa. Fu edificata nel 1563 e accolse una comunità di frati Cappuccini. L’edificio nel corso della storia ha subito diversi rimaneggiamenti.
Pare che Alfonso Carafa fosse molto legato a questo luogo, tanto da riservarsi una cella personale per i suoi esercizi spirituali.
Sant’Andrea fu abbandonata per un periodo dopo il terremoto del 1980. Questo evento portò alla scomparsa di alcune tele di Francesco Solimena custodite al suo interno. Nonostante ciò la sua bellezza rimane ancora intatta. Il coro e l’altare maggiore in legno sono i pezzi pregiati del complesso.
Il monumento funebre del duca Alfonso Carafa
Nella chiesa di Sant’Andrea si trova il monumento funebre di Alfonso Carafa.
Quello che si può ammirare attualmente, in realtà, è molto diverso da ciò che doveva essere all’inizio.
Questo interessante esempio di scultura funebre del Sud Italia si trovava in origine nel “Cappellone”. Corrisponde alla parte retrostante l’altare, sormontata da una poderosa cupola. Costituiva la sepoltura ufficiale di Alfonso e di tutti i membri della famiglia Carafa.
Oggi il monumento si trova invece nel pronao di ingresso della chiesa, poggiato alla parete di sinistra. Lo spostamento è dimostrato anche da una targa laterale che recita:
“Questo marmoreo sepolcro abbattuto nel 1857 restituito al culto dell’arte nel 1912 vollero i frati cappuccini dal primitivo luogo qui trasferire. Omaggio di gratitudine al loro fondatore”
Il monumento è opera degli scultori Annibale Caccavello e Giovan Domenico D’Auria, autori anche del monumento a Galeazzo Caracciolo in S. Giovanni a Carbonara a Napoli. E le due opere, in effetti, presentano molti tratti in comune.
Oltre che per l’ubicazione, il monumento funebre di Alfonso Carafa differisce rispetto al passato anche nella forma. Si presume infatti che in origine fosse molto più opulento e sfarzoso, data l’importanza della famiglia al tempo.
In origine vi erano anche due draghi reggimensola in marmo, poi trafugati. Come si evince da una testimonianza del sacerdote Giuseppe Messina, alla fine del ‘700 si trovava ancora un busto marmoreo di Alfonso Carafa:
“Vedesi quindi in esso Cappellone superiore il magnifico Mausoleo di bianco marmo, e tutto ornato di figure, e fiorami di basso rilievo, e col busto di Alfonso Carafa, duca di Nocera, quivi seppellito, con a fianco le sue armi gentilizie Carrafesche…”
Al centro del sarcofago, fatto erigere dalla moglie Giovanna Castriota, si trova un’epigrafe in latino commemorativa dedicata al duca e marito.
Il duca Alfonso Carafa rappresenta un pezzo importante di storia del territorio di Nocera Inferiore e Superiore ma non solo. Un personaggio dal grande carisma la cui eredità è ancora visibile agli occhi dei suoi concittadini.
Fonti
- S. Somma – C. Zarra (a cura di), Giuseppe Messina. Storia Nocerina Sagra. Dissertazioni su Chiese, Monasteri, Collegi e Conventi della Città di Nocera de’ Pagani, Print Art Edizioni, Nocera Superiore 2018.
- G. Orlando, Storia di Nocera de’ Pagani, Napoli 1884-7.
- G. Salierno – V. Piccolo, La pinacoteca (ed altre opere conservate) nel convento di S. Antonio, Nocera Inferiore, MediaCom, 1997.
- http://www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letterac/carafa/carafa-nocera.htm
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