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La guerra per Capri del 1808 non fu di certo la prima che interessò l’isola, un luogo così suggestivo e in grado di ispirare quiete e serenità, con i suoi meravigliosi panorami, rimasti ad oggi immutati nel tempo, al punto da essere stata scelta perfino dagli imperatori romani come luogo di vacanza.

Capri, in realtà, non è mai stata un obiettivo militare particolarmente vantaggioso da un puntio di vista strategico, data la sua particolare conformazione territoriale, ripida e rocciosa, i pochi abitanti e il piccolo porto di cui dispone e le altrettanto piccole spiaggie, idonee per ospitare piccole barche di pescatori, ma assolutamente non adatte a grandi navi da guerra piene di soldati. Addirittura, lo storico e militare Pietro Colletta, che partecipò in prima persona alla guerra per Capri, ne parla come una “fucina di congiurazioni e brigantaggio“!

Guerra per Capri Colletta
Pietro Colletta

Tuttavia, quel che ha sempre fatto gola è il prestigio che il suo nome porta con sè da secoli, data la bellezza naturale di cui questa piccola isola dispone, sufficiente a motivare una guerra per il suo dominio.

I prodromi della guerra

All’inizio del XIX secolo, il nome di Napoleone era sulle bocche di tutta Europa. La sua storia, le sue imprese e le sue conquiste stupivano e animavano il popolo e inquietavano i regnanti. Nel 1805, anche il Regno di Napoli fu assoggettato al dominio napoleonico, ma, contestualmente, l’isola di Capri vide presto sbarcare truppe inglesi, circa 1.800 soldati, guidati dal colonnello Lowe, che vi si stanziarono. L’operazione fu messa in atto in accordo con Ferdinando IV, che, invece, fuggì in Sicilia.

Guerra per Capri Lowe
Il generale Lowe

I britannici non persero tempo e misero in piedi molteplici sistemi di difesa in tutta l’isola: costruirono in punti strategici dell’isola dei fortini di pietra, per poter avvistare i nemici in avvicinamento. Questi sono tutt’ora presenti e visitabili: il fortino di Orrico, di Mesola e del Cannone. Altri fortini tra quelli tutt’ora presenti furono costruiti successivamente alla guerra per Capri. Inoltre, edificarono dei muri, scavarono fossati e disposero militari di guardia in ogni dove.

Nel 1808 Napoleone in persona volle sul trono di Napoli Gioacchino Murat il quale, poco dopo il suo insediamento, decise di non poter accettare la presenza inglese a Capri: così, mise il generale Lamarque a capo di una spedizione per la conquista dell’isola.

Guerra per Capri generale Lamarque
Il generale Lamarque

L’assalto dei Francesi

Il generale Lamarque organizzò un assalto in tre punti, per destabilizzare i nemici: il 15 ottobre 1808, due imbarcazioni francesi si avvicinarono all’isola sul versante del porto e della marina piccola, che si trova sul lato opposto. Ma non erano quelli i veri e propri punti d’attacco: infatti, una terza imbarcazione si accostò al ripido muro roccioso sulla cui cima sorge il comune di Anacapri e, arrampicandosi di nascosto, riuscirono a mettere piede sull’isola.

Non molto tempo dopo, i soldati francesi furono notati dagli inglesi, che non avrebbero ceduto Capri senza lottare: imperversò fin da subito uno scontro a fuoco, che riportò alcuni morti e feriti su entrambi gli schieramenti e che si protrasse per giorni, fino a che, dopo un lungo braccio di ferro tra le due forze armate, le truppe di Murat riuscirono a occupare Anacapri. Le perdite inglesi furono maggiori rispetto a quelle francesi, inoltre furono fatti anche dei prigionieri.

Il colonnello britannico Lowe, di tutta risposta, fece barricare il sottostante comune di Capri e richiese rinforzi via mare. Non mancò di fare lo stesso anche Gioacchino Murat, che da Napoli si spostò a Massa Lubrense, per cercare di essere più vicino possibile al luogo dello scontro. In breve, l’isola si trasformò in un campo di battaglia in cui si affrontarono circa 2.000 soldati, la metà della popolazione di Capri dell’epoca!

Guerra per Capri fischetti
Murat assiste alla guerra per Capri da Massa Lubrense, Odoardo Fischetti

I rinforzi britannici, tuttavia, non arrivarono in tempo utile, in quanto pare che in quei giorni ci fosse mare particolarmente mosso ed un clima molto sfavorevole, quindi non riuscirono a trovare appoggio dalla potenza navale per cui erano temuti in tutta Europa.

Dopo lunghi giorni di scontri e tensioni e dopo numerosi tentativi dei Francesi di far breccia nelle difese britanniche e viceversa, il 18 ottobre 1808, il colonnello Lowe decise di porre fine al conflitto: volle firmare un accordo di pace e acconsentì di lasciare Capri ai napoleonici.

Epilogo

Terminata la guerra per Capri, le truppe di Murat ne rafforzarono le difese, nel timore che gli inglesi potessero tentare di riprenderla, con la costruzione di nuovi fortini o l’aggiornamento dei preesistenti. Tuttavia, il dominio francese durò fino al 1815, anno del Congresso di Vienna, in cui il re Ferdinando IV, come gli altri sovrani europei spodestati da Napoleone, fu riportato sul trono.

Curiosità: il generale britannico Lowe avrebbe ancora avuto a che fare con i napoleonici, anzi, con Napoleone stesso. Sarebbe stato il suo carceriere sull’isola di Sant’Elena.

-Leonardo Quagliuolo

Per approfondire

Storia del reame di Napoli di Pietro Colletta

Capri inglese e napoleonica” di F. Barra

Beniculturali.it

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