Pensavo fosse amore invece era un calesse
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Massimo Troisi rappresenta indubbiamente una “pietra miliare” nel cinema comico napoletano e nel film “Pensavo fosse amore ed invece era un calesse” porta un’incredibile interpretazione con il personaggio di Tommaso. Il suo stile si caratterizza per le ripetizioni, le esitazioni, le incertezze nel parlato che talvolta rasentano l’incomprensibilità, ma allo stesso tempo enfatizzano la curiosità e la comicità del personaggio.

La caratterizzazione del personaggio è suprema. L’attore non si ferma al dialetto comune, ma ricorre ad un modello “caratteriale” che esprime il carattere del popolo napoletano. Gli attori protagonisti sono Massimo Troisi e Francesca Neri che interpretano rispettivamente il ruolo di Tommaso e di Cecilia.

Massimo Troisi: la vita

Massimo Troisi nasce a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, il 19 febbraio 1953 e subito si fa notare in teatro insieme a Lello Arena ed a Enzo De Caro. Nel 1981 esordisce al cinema con “Ricomincio da tre” che gli valse un David di Donatello ed un Orso d’Argento a cui sono seguiti altri successi come “Non ci resta che piangere” (1984) con Roberto Benigni e “Il postino” (1994) con Philip Noiret. Considerato dalla critica come l’erede di Eduardo De Filippo, scomparve il 4 giugno 1994, a soli 41 anni, per un attacco cardiaco.

Il successo di “Pensavo fosse amore invece era un calesse”

Francesca Neri, nata a Trento  il 10 febbraio 1964, arriva al successo proprio con “Pensavo fosse amore invece era un calesse”, dove vince il Nastro d’argento come miglior attrice protagonista. In un’intervista ha descritto Massimo come “un poeta della vita e dell’amore che ho riconosciuto simile a me”.

Il film fu un successo. Costato circa 5 miliardi di lire e ne incassò il triplo. Angelo Orlando vinse il “David di Donatello” come miglior attore non protagonista. Pino Daniele vinse il premio come “Migliore colonna sonora”. Le scene sono state girate quasi esclusivamente a Napoli al Borgo Marinari eccetto quella finale che è stata girata a Roma nel bar Meridiana. La sceneggiatura è di Massimo Troisi e di Anna Pavignano che pure aveva contribuito alla scrittura del suo ultimo film “Il postino”.

Produzione e distribuzione della Penta Film, di Silvio Berlusconi e Mario e Vittorio Cecchi Gori. Il film è stato a più riprese interpretato dalla critica come il capolavoro dell’attore/regista napoletano (nell’enciclopedia del cinema appare come “l’apice del cinema di Troisi). Anche la scelta della location per le riprese non sfugge al “gioco delle parti”: il Borgo marinari, infatti, è parte di quel quartiere di Santa Lucia dove i luciani si resero celebri per la loro fedeltà alla casa reale dei Borbone e per aver resistito più a lungo contro l’invasione degli stranieri.

La trama di “Pensavo fosse amore invece era un calesse”

Tommaso e Cecilia stanno insieme da due anni e già parlano di matrimonio. Tommaso gestisce un ristorante mentre Cecilia è impiegata presso una libreria. Accanto a loro si intrecciano altre storie d’amore: Giorgio (Corrado Taranto) e Flora (Natalia Bizzi) e, in un secondo momento, Flora e Amedeo (Angelo Orlando) che frequenta la stessa libreria.

Mentre Cecilia è addetta al bancone ed alla vendita dei libri, Amedeo si occupa della redazione di piccole pubblicazioni e guarda caso ne sta scrivendo una sull’amore. La relazione tra Cecilia e Tommaso peggiora di giorno in giorno e i due si lasciano. Tommaso è disperato e tenta il suicidio. Ad un certo punto si inserisce il personaggio di Enea (Marco Messeri) che più che un rivale sembra fungere da “passeggero” verso un nuovo equilibrio della storia.

Sale anche lui temporaneamente sul “calesse” dell’amore, ma solo per portare la relazione tra Cecilia e Tommaso ad un livello più maturo. Ma sul più bello anche il matrimonio sfuma e i due trovano il coraggio di trasformare la loro relazione in una sincera amicizia. Alla fine, neppure la dispensa sull’amore di Amedeo troverà una conclusione.

Il film si apre con la vista sul golfo di Napoli e le note di “Quando” di Pino Daniele. Tommaso e Cecilia, si ritrovano in casa ed iniziano a fare l’amore quando Tommaso pronuncia inavvertitamente il nome di un’altra donna: “Elena”. Tommaso inoltre si era dimenticano dell’anniversario del fidanzamento. In realtà durante il film non appare mai alcuna amante di Tommaso e ciò che traspare è la folle gelosia di Cecilia. 

Tommaso nel climax del rapporto sessuale esprime una parola dai tratti confusi, ma che viene interpretata come il nome di un’altra donna. C’è da dire che nella pronuncia dialettale partenopea dei nomi di persona, specialmente quando c’è molta enfasi, si tende a spostare l’accento sulla seconda sillaba così ad esempio “Totò”, “Francè”. Lo stesso equivoco si genera più avanti nel film col nome di un’altra ragazza “Ràula” o “Raùla”.

Tuttavia, piuttosto che una persona vera e propria, la battuta vuole creare un interruzione ed allo stesso tempo un’anticipazione di ciò che avverrà dopo (la fine della relazione). Nell’ultima scena, quando si sarebbe dovuto celebrare il matrimonio, Tommaso non si presenta in chiesa. In sottofondo risuonano ancora le note di “Quando” di Pino Daniele. Cecilia esce dalla chiesa ed inizia a percorrere le strade di Napoli alla ricerca dello sposo ed, infine, lo trova seduto tranquillamente al bar.

Tommaso e Cecilia, Massimo e Francesca

Massimo Troisi traspone sul grande schermo la sua arte con grande maestria e con quel tocco di immancabile ironia che trasuda ovunque nel film mentre Francesca Neri non manca di esprimere i propri talenti. Cosa cerca Cecilia in Tommaso? La sua allegria e la passionalità tratti tipici del popolo napoletano. Cosa cerca Tommaso in Cecilia? La fedeltà e il senso della famiglia tratti tipici del popolo trentino.

Cosa detesta Cecilia in Tommaso? La pigrizia e l’insicurezza, alcuni luoghi comuni del popolo napoletano. Cosa detesta Tommaso in Cecilia? La freddezza e le sue nevrosi, altri luoghi comuni della gente del nord. Anche Tommaso ad un certo punto cade in disperazione, ma la sua situazione, a dispetto di Cecilia, è frutto della sua passionalità.

Lo dimostra il dialogo con Amedeo sulle bomboniere dove Tommaso è turbato per l’abbandono di Cecilia. Il registro di Tommaso è un parlato regionale con una presenza saltuaria di elementi dialettali consueti (articoli, congiunzioni, esclamazioni) mentre quello di Cecilia è un corretto italiano. Non risultano parti nel film dove Francesca Neri abbia recitato in dialetto trentino né tanto meno in vernacolo. Nella sua autobiografia parla raramente di Trento e ammette di essere andata via non appena maggiorenne.

Si può discutere se Massimo Troisi abbia tentato di far emergere le radici trentine nel personaggio di Francesca Neri, ma di fatto le sue caratteristiche personali trasudano da tutti i pori nell’interpretazione di Cecilia e Massimo Troisi si dimostra ancora una volta un mattatore perché non solo enfatizza il carattere del popolo napoletano ma ci ricama anche dell’ironia.

Il tema principale emerge anche dalle note della colonna sonora “Quando” che descrive un amore conflittuale e di “O ssaje come fa o core” a proposito di un amore non corrisposto. L’afasia di Tommaso, in particolare, esprime la fragilità esistenziale del sentimento che è qualcosa di così sfuggente che non può essere ricondotto a rituali o rigidi schemi (anche la statuetta che si rompe all’inizio del film ne è una metafora).

L’alleanza tra uomo e donna, così pensata, riesce a infrangere il muro dei “ruoli” della famiglia tradizionale e a rinegoziarli in base alle esigenze reali della coppia e non a rigidi stereotipi. Nella mentalità dominante, infatti, il matrimonio è pensato per fare figli e i figli sono pensati per fare la famiglia. Non si può tuttavia concentrarsi solo sulla relazione di coppia ma bisogna anche coltivare i propri desideri. Solo così il rapporto tra uomo e donna può diventare un’alleanza generativa per sé e per gli altri a prescindere dalle regole. Riprendendo i dialoghi del film, significa capire come il ruolo dell’uno può contribuire alla felicità dell’altro.

In tal senso il termine “calesse” esprime meglio la metafora del viaggio: amarsi cogliendo l’attimo e procedere senza una meta precisa. Ci vuole un tempo per stare insieme, sotto tutti i punti di vista, e ci vuole un altro po’ di tempo per rielaborare i propri fallimenti e saper ricominciare da capo.

Di Luigi Badolati

Bibliografia e sitografia

Bianchi P., Massimo Troisi, un napoletano moderno, Cesati, Firenze, 2020.

Curti B., Pensavo fosse amore … e invece era un calesse, l’amore secondo Massimo Trioisi, su “Nuovo progetto cinema magazine”, 20 febbraio 2021, https://www.npcmagazine.it/pensavo-fosse-amore-invece-calesse-recensione/

De Pace T., Pensavo fosse amore … invece era un calesse, di Massimo Troisi, 15 dicembre 2015,  https://www.sentieriselvaggi.it/film-in-tv-pensavo-fosse-amore-invece-era-un-calesse-di-massimo-troisi/

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Ermini C., Pensavo fosse amore … invece era un calesse, stasera su Rete4 la commedia agrodolce di Massimo Trioisi, 17 giugno 2020, https://www.iodonna.it/spettacoli/tv/2020/06/17/pensavo-fosse-amore-invece-era-un-calesse-stasera-tv-rete4-film-commedia-massimo-troisi/

Film integrale (I parte), https://www.dailymotion.com/video/x7ttil4

Film integrale (II parte), https://www.dailymotion.com/video/x816ogr

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Malerba S., Pensavo fosse amore … e invece era malessere, 29 gennaio 2022, https://www.latestatamagazine.it/2022/01/pensavo-fosse-amore-invece-era-malessere/

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Palattella D., L’amore secondo Massimo Troisi: “Pensavo fosse amore invece era un calesse”, 9 dicembre 2017, https://ladolcevitablog.org/2017/12/09/lamore-secondo-troisi-pensavo-fosse-amore-invece-era-un-calesse/

Pensavo fosse amore … e invece era un calesse: 5 cose che forse non sai sul film di Massimo Troisi, su “Repubblica”, 21 agosto 2022, https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2022/08/21/news/pensavo_fosse_amore_massimo_troisi_e_francesca_neri-362476228/

Pensavo fosse amore invece era un calesse, su “Cinematografo”, https://www.cinematografo.it/film/pensavo-fosse-amore-invece-era-un-calesse-cv2jj1i3

Verardi C., Pensavo fosse amore invece era un calesse (1991), su “Napoletanità”, https://www.napoletanita.it/troisi/14.htm

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