Il Giudizio Universale di Marcello Venusti, conservata al Museo di Capodimonte di Napoli, è l’autentica riproduzione del famoso affresco di Michelangelo Buonarroti. L’opera del Venusti è l’unica copia che raffigura quella del Buonarroti prima della censura a quelle che furono definite all’epoca squallide nudità.
Un’ autentica copia di Marcello Venusti
Al Museo di Capodimonte tra le tante bellezze che sono esposte non può non saltare all’occhio, arrivati alla sala nove, il “Giudizio Universale”, ma non l’originale affresco di Michelangelo Buonarroti che ritroviamo a Roma nella Cappella Sistina, ma una fedele riproduzione di Marcello Venusti, pittore di origini lombarde.
L’opera olio su tela fu commissionata al Venusti da Alessandro Farnese per arricchire la propria collezione privata, terminata nel 1549 è la prima copia del Giudizio Universale che conserva tutti i nudi integrali prima della loro censura, decisa il 21 gennaio 1564 dal Concilio di Trento, che dispose la copertura di ogni oscenità nell’opera che ricopriva l’intero soffitto della Cappella Sistina.
All’olio su tela viene attribuito un grande valore storico, in quanto conserva le forme e le figure del Giudizio Universale prima che Daniele da Volterra iniziasse a imbraghettare tutti i personaggi dell’affresco, su cui lavorò per ben dieci anni il Buonarroti. Il quadro del Venusti giunse a Napoli, come parte della collezione Farnese alla fine del XVIII secolo e resta ancora oggi testimonianza storica e artistica di quella che è un’opera senza tempo.
Il giudizio universale di Michelangelo vs Marcello Venusti
[…] “e di nuovo verrà nella gloria, per giudicare i vivi e i morti“[…], ed è in questo verso del Credo, preghiera cattolica recitata dai credenti per dimostrare la propria fede, si riassume la scena del Giudizio Universale. Il giorno dell’Apocalisse in cui Cristo giudicherà chi sarà salvato e salirà nell’alto dei cieli tra i beati e chi invece verrà lasciato scendere negli inferi, avendo commesso delle ingiustizie nella propria vita terrena.
Il Giudizio Universale di Marcello Venusti e l’affresco di Michelangelo Buonarroti, rappresentano proprio il giorno del Giudizio in cui gli uomini saranno impotenti dinnanzi a Dio. La differenza che notiamo tra il quadro del Venusti e l’affresco di Michelangelo, non è soltanto la nudità velata, ma questa è nascosta nella chiave interpretativa che viene data all’opera.
Nell’ affresco del Buonarroti è data centralità alla figura di Gesù Salvatore, sarà lui che deciderà il destino degli uomini, mentre il Venusti nel suo olio su tela aggiunge le altre due figure della Santa Trinità, il Padre e lo Spirito Santo. Si trovano rappresentati sopra la figura del Cristo, seguendo l’iconografia Cristina che riconosce il Padre nella luce e la colomba come simbolo dello Spirito Santo.
Bibliografia
Giovanni Liccardo, La grande guida dei musei di Napoli, Newton e Compton Editori, 2002
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