Il Tarì amalfitano fu tra le prime monete d’oro coniate in grandi quantità nell’Europa medievale. Dopo la caduta dell’Impero Romano e, successivamente, l’atrofizzazione di quello bizantino dovuta alle conquiste arabe, i commerci tra le due sponde del Mediterraneo divennero alquanto ostici, andando quindi a modificare le abituali rotte commerciali che per secoli avevano unito Africa Settentrionale ed Europa Meridionale.
Tra i pochi centri che mantennero un forte contatto con la costa africana e l’oriente bizantino vi era Amalfi, le cui colonie mercantili si estendevano dal Cairo sino a Costantinopoli. La città campana divenne un importantissimo centro commerciale per l’intero mediterraneo.
I continui commerci con l’Oriente permisero alla città di adottare, tra le prime in Europa, una monetazione aurea coniata in numerosi esemplari. Essa era composta da Tarì: monete sottili e leggere, i cui caratteri ricalcavano quelli dei Robai arabi, imitandone persino le scritte in cufico.
Tarì amalfitano: non solo una semplice moneta
La coniazione dei Tarì amalfitani testimonia la continuità dei legami tra la città e il resto del Mediterraneo, in particolar modo con la Sicilia araba e l’Egitto fatimide. Il Tarì amalfitano, infatti, nacque proprio come imitazione delle monete coniate in questi territori.
La finalità di tale imitazione era legata ai mercati di riferimento, cioè quello nordeuropeo e quello africano, entrambi circuiti commerciali dove l’oro di foggia islamica era tenuto in altissima considerazione, ed era quindi contraddistinto da una forte domanda.
In particolar modo, produrre monete simili ai Robai arabi significava presentare ai mercanti musulmani valute simili a quelle a cui erano già abituati, facilitando quindi gli scambi. Il Tarì amalfitano contribuì quindi al successo della città, rendendo più frequenti e agevoli gli scambi con i mercanti musulmani.
La cosa che più stupisce rispetto a tale coniazione è il fatto che l’Europa, storicamente, è sempre stata alquanto deficitaria di giacimenti auriferi. Ciò rese l’oro il metallo maggiormente ricercato, tuttavia a tale richiesta corrispondeva una connaturata instabilità, specialmente in periodi di forte difficoltà per i commerci internazionali. Non a caso il metallo di riferimento di gran parte dei sistemi monetari europei medievali è stato l’argento.
La scelta di imperniare la propria monetazione sull’oro testimonia la continuità degli scambi tra Amalfi e il resto del Mediterraneo, poiché difficilmente un tale quantitativo d’oro sarebbe potuto giungere nella città campana per altra via se non quella dei traffici commerciali.
Silvio Sannino
Bibliografia
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