La favola della Befana
Ogni 6 Gennaio, si svolge puntualmente il mercatino della befana nella piazza del Mercato, il centro della vita napoletana degli ultimi 800 anni.
Dolciumi, musica, giocattoli e luci: sembra quasi una festa di paese quella che ogni anno va in scena in una piazza quasi dimenticata dal popolo napoletano che, con un rigurgito di orgoglio, nella notte dell’epifania ricorda le folle rumorose che per generazioni hanno calpestato le antichissime strade del quartiere popolare della città.
Ma ci siamo chiesti chi sia la befana e perché Napoli la festeggi con tanto affetto?
Vi anticipo la risposta: realtà non si sa con esattezza.
Sembra che, come un po’ tutte le feste, sia stata rubata ai latini: secondo una leggenda antichissima, 12 giorni dopo il solstizio di Dicembre, la bellissima dea Diana volava sui campi per promettere fertilità ed i romani si scambiavano un dono di buon augurio per l’anno nuovo.
Non ci volle molto per definirla strega nel medioevo: una tizia che volava, per giunta accompagnata da una scopa (che ai tempi dei Romani significava purificazione) come poteva mai salvarsi dalla censura?
E la vecchiaia? Come abbiamo rovinato Diana, così bella da rivaleggiare con Afrodite, trasformandola in una vecchiaccia gobba e lercia?
Anche qui ci torna in aiuto il Cristianesimo, che “riciclò” la festa latina di Diana con questa favoletta.
Si dice, infatti, che i Re Magi abbiano bussato alla porta di una vecchietta bisbetica per chiedere dove dirigersi per raggiungere Betlemme, ma la vecchia li scacciò in malo modo.
Passò un po’ di tempo e si pentì amaramente del gesto sconsiderato: decise quindi di raggiungere i Re Magi e portare anche lei un dono a Gesù, ma, non sapendo dove andare, avrebbe portato il 6 Gennaio un regalo a tutti i bambini fino al fatidico incontro con il Messia, che, dopo duemila anni, sta ancora cercando.
Non c’è allora da meravigliarsi se Napoli e la Befana hanno avuto un feeling immediato: entrambe streghe, entrambe magiche, entrambe anziane che, nonostante siano state maltrattate dal tempo, ricordano un passato di infinita bellezza e prosperità.
E così, in una festa dal sapore ingenuo, dissacrante e consumistico allo stesso tempo, Napoli si riunisce ogni anno a Piazza del Mercato pensando che, dopotutto, fra due befane è nata una affettuosa intesa che fa felici tutti i bambini nati all’ombra del Vesuvio.
-Federico Quagliuolo
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