ANIMA PEZZENTELLA DI LUCIA
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Prima di parlare della protagonista di questa storia, l’anima pezzentella di Lucia, bisogna fare un appunto sulla chiesa che ne conserva i resti. La chiesa di Santa Maria del Purgatorio ad Arco si trova in pieno centro storico a Napoli ed è sicuramente una delle più caratteristiche della città. E’ sufficiente scendere un paio di scalini per trovarsi davanti ad un vero e proprio spettacolo. Ci si trova, infatti, in un ossario in cui vengono conservati numerosi resti di ossa umane sconosciute e corpi abbandonati mai identificati.

Eccoci giunti nella chiesa delle anime pezzentelle, la chiesa dei defunti che, in cambio di protezione, chiedono al fedele di prendersi cura e dire una preghiera in loro onore, di modo da offrirgli sollievo. Il nome deriva dal latino petire, ‘chiedere’ e si lega alla pratica di molte donne napoletane che per decenni sono andate al Cimitero delle Fontanelle ad “adottare” un teschio che portasse loro fortuna. A Napoli il culto dei morti è di fondamentale importanza!

anima pezzentella di lucia
Oltre l’anima pezzentella di Lucia, altri teschi da “adottare”

L’anima pezzentella di Lucia

Il capo dell’anima pezzentella di Lucia è collocato nell’ultimo corridoio dell’ossario ed è immediatamente riconoscibile: foto, anelli di fidanzamento, fedi nuziali la circondano e la adorna un velo da sposa.

Prima di tutto una precisazione: non stiamo parlando di Santa Lucia, coprotettrice della città di Napoli, ma di una ragazza come tante che è passata alla storia come sposa sfortunata e poi come protettrice degli innamorati.

Le tante storie legate all’anima pezzentella di Lucia

Legate al suo nome di sono varie leggende popolari. La prima storia vuole che Lucia, unica figlia del marchese di Ugento, a sedici anni, subito dopo le nozze col Marchese di Santomango, morì di tisi. Avendo suscitato la sua storia grande commozione in tutte le donne del quartiere, si decise di rendere grazie a quella povera fanciulla onorando le sue spoglie.

Un’altra delle tante versioni narra di Lucia e del suo fidanzato con il quale si conosceva sin da bambina. Il ragazzo, tanto innamorato e tanto spaventato da un possibile intervento del destino, voleva sposarla subito, ma Lucia, invece, chiese di avere altro tempo per decidere. Gli anni passavano, il ragazzo insisteva, ma Lucia non demordeva, rimaneva sempre ferma sulla sua posizione. Il ragazzo, allora, troppo sofferente per la scelta di non sposarlo della sua amata, decise di trasferirsi in un’altra città per tentare la fortuna. Non appena egli si allontanò, Lucia si strusse per amore e comprese quanto amasse e quanto avesse bisogno del suo uomo.

Fu così che il ragazzo tornò nuovamente in città per i preparativi del tanto desiderato matrimonio. Purtroppo, però, dovette, prima di trasferirsi definitivamente a Napoli, tornare nella sua nuova città per sistemare alcune questioni lavorative.

La sfortuna, in questa vicenda, la fece decisamente da padrona: il ragazzo, infatti, trovò la morte in un’esplosione e Lucia, disperata e sentendosi in colpa, si gettò in un pozzo.

Molte altre sono le leggende che aleggiano attorno all’anima pezzentella di Lucia: sarà morta prima del matrimonio, o subito dopo averlo celebrato? Sicuramente la fanciulla non riuscì a godere della gioia nuziale ed, infatti, il velo sul suo teschio testimonia proprio un matrimonio rimasto in sospeso.

Lucia, comunque, nell’immaginario napoletano resta ancora una figura dall’indiscusso fascino. La devozione a lei proviene dalle donne in cerca di marito che ogni giorno si recano in pellegrinaggio da questa piccola anima, chiedendo ognuna la propria grazia. Chiedendo ognuna di poter godere di quelle gioie d’amore che mai sono toccate in sorte alla povera anima pezzentella di Lucia.

Bibliografia:

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