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“Svegliati! Vieni a vedere, è uno spettacolo bellissimo, c’è la neve!”. Mia moglie poteva essere un po’ più delicata: è un giorno di festa e sono appena le 8:00 del mattino. La tentazione è quella di restare a letto, dopo una settimana di lavoro duro anche se soddisfacente. La curiosità dettata dalle condizioni meteo preannunciate qualche giorno fa mi spinge però a liberarmi dalle coperte, scendendo dal letto. “Ti ho preparato il caffè, prendilo ancora finché rimane caldo”. Anita si è fatta subito perdonare, con la sua dolcezza e il suo bacio soffice. Soffice come la neve, che scende in maniera relativamente calma fino a sfiorare il nostro balcone, per concludere la sua corsa sull’asfalto e nel verde del prato vicino. Aveva ragione lei: è uno spettacolo bellissimo, a quale Napoli non è abituata. Uno show troppo intenso per non approfittarne a pieno.

Una neve speciale a Napoli

Per strada, i bambini si lanciano addosso palle di neve o mettono su pupazzi dall’estetica eccentrica. Una gioia per gli occhi vederli giocare così. Ad Anita sarebbe piaciuto, anche solo per compensare l’idea di un figlio che sfortunatamente non può avere. Un macchia d’autostima che però non smette di renderla non solo la donna dei miei sogni ma anche della mia vita reale.
Dopo aver comprato il necessario per il pranzo, approfitto per fare una passeggiata tra le strade intensamente innevate del quartiere. Camminare mi ha sempre fatto bene, aiutandomi a sfogare i pensieri negativi dettati da subdole insicurezze e incertezze saltuarie. Proprio mentre sto girando il vicolo che porta alla piazza principale, mi accorgo di una presenza davvero singolare che spicca nel bianco: un piccolo cagnolino è rimasto “incastrato” in quell’asfalto di panna, con una delle sue zampine piene di neve. Lo aiuto a liberarsi e mi ringrazia con la coda scodinzolante. Non vedo targhette, nessuno in giro sembra reclamarlo o urlare il suo nome: devo supporre, dunque, che sia randagio. Mi guarda con occhi che necessitano affetto vero, come fosse un bambino strappato troppo velocemente dalle cura di una madre. Inevitabilmente, ho una scelta da compiere: posso allontanarmi, pensare che se ne occuperanno altri, che quel cane infreddolito troverà un brandello di felicità in mezzo al ghiacciare delle strade. Oppure posso fare io la differenza. E lo sguardo di questo cane mi dice che la farò.

Ho sempre desiderato avere un cane. Mia moglie se n’è subito innamorata. Le piace, è una sensazione strana ma si abituerà. Aver qualcuno di cui prendersi cura è forse l’unica cosa a cui dobbiamo realmente puntare nella vita, perché l’amore ci rende più sicuri, più forti, più felici. E tutte le paure quotidiane spariscono, nel contrasto tra affetto e senso concreto di responsabilità. Il giorno dopo la neve c’è ancora, Napoli è di nuovo vestita di bianca beltà, la neve. Ma stavolta, nella mia discesa domenicale, io non sono solo. E non lo sarò per tanto, tanto tempo.

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