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La città di Mondragone ha un nome di raro fascino, a metà fra storia e leggenda. Pare infatti che ci fosse una montagna difesa da un drago ferocissimo che, con il suo alito pestilenziale, uccideva le persone.

Per chi non vuole farsi suggestionare dalle leggende, c’è anche una spiegazione storica meno affascinante, ma più plausibile: dobbiamo bussare in questo caso alla porta dei Normanni. Scopriamola.

L’origine del nome Mondragone: un drago o i normanni?

L’origine del nome della città è una materia abbastanza complessa: siamo certi che il nucleo moderno di Mondragone sorse tempo dopo la distruzione di Sinuessa, che era una delle città di mare più ricche e fiorenti del Sud Italia in epoca romana. I ritrovamenti archeologici dimostrano però che la zona era frequentata già ai tempi del Neolitico e, in tempi successivi, ospitava un villaggio degli Aurunci che fu conquistato dai Romani.

Normanni
Roberto il Guiscardo: i Normanni in Italia

Il Drago di Mondragone

Il testimone di questa leggenda è un nome davvero d’eccezione: il poeta Jacopo Sannazaro. È proprio lui, nell’Arcadia, a raccontare la storia di un terribile drago dalle parti della Rocca di Mondragone (che esiste ancora oggi).

L’edificio si trova sulla sommità del Monte Petrino (che è in realtà alto 417 metri: di fatto è una altura), che domina la costa domizia, ideale per osservare le possibili incursioni nemiche. Era conosciuta già ai tempi dell’antica Sinuessa e proprio in questo luogo scapparono gli antichi abitanti dopo la distruzione della città nel 375, costruendo un primo piccolo insediamento sul quale poi è stato edificato il castello molti secoli dopo.

Spiega Sannazaro che le cave della montagna erano caratterizzate da un odore terrificante, capace di uccidere gli esseri umani. D’altro canto, non dobbiamo pensare ai draghi medievali come lucertole gigantesche sputafuoco: nella mitologia del passato avevano numerosissime forme non meno terribili ed erano frequentissimi nei racconti anche ai tempi dell’antica Grecia.

Spesso, anziché sputare fiamme, erano dotati di un alito pestilenziale: pensiamo anche al tradizionale dragone di San Giorgio. E pure il drago di Mondragone non si tirava indietro da questa specialità: era nascosto in una misteriosa grotta, pronto a uccidere chiunque si avvicinasse alla sommità del monte.

In effetti, anche Sannazaro rilevò che l’aria nella zona era davvero irrespirabile e la cosa ha incuriosito nel tempo gli speleologi di ogni età: probabilmente la montagna, ai tempi di Sinuessa, ospitava due grosse cisterne d’acqua (ritrovate in recenti scavi archeologici) e la stessa, stagnante, rese parte del terreno paludoso e marcescente. Oppure, spiegazione molto plausibile, l’odore era dovuto alle fonti termali di Mondragone, di origine sulfurea, che creavano mofete nelle grotte (si tratta di emissioni di gas da fessure nel terreno, spesso dall’odore nauseabondo).

RubRumDragon Final Fantasy VIII
Non tutti i draghi erano così. Di certo, però, facevano tutti venire gli incubi come quello di Final Fantasy.

Mondragone normanna

Secondo molti linguisti, l’origine del nome Mondragone potrebbe derivare dall’occupazione normanna che partì dalla contea di Aversa che fu donata dal duca Sergio di Napoli a Rainulfo Drengot. Era da poco passato l’anno 1000 . Il nome o soprannome “Dragone era molto diffuso presso i Normanni e nel XI secolo uno dei reggenti della Rocca Montis Draconis fu tale Drogone d’Altavilla, il cognato di Guaimario V, il principe di Salerno, e Riccardo Drengot, il fondatore di Aversa.
Finamore suppone quindi che furono i normanni a dare il nome alla città: fu probabilmente una storpiatura del nome Drogone, che possedeva il territorio e che, quando la città fu assediata, si rifugiò con tutta la sua famiglia sull’antica rocca che, con la montagna, fu identificata come “Montis Drogonis”.
Dalla montagna, poi, l’intero insediamento sottostante diventò noto come Mondragone.

Si giustificherebbe anche il fatto che il monte è noto in diverse scritture come Dragonis” e non “Draconis“.

Panorama Rocca Mondragone
Il panorama dalla Rocca di Mondragone

Dalla montagna alla città: un popolo fra la collina e il mare

La catena montuosa del Massico è sempre stata casa, alleata e protettrice delle genti della riviera Domizia, dagli antichi Aurunci al vino Falerno amato dai romani di Sinuessa, arrivando alle scorribande di Fra Diavolo, e finendo oggi al rudere dell’antica rocca medievale che ancora oggi domina la costiera, fra Baia Domizia e la sua Mondragone.

Un nome affascinante che racchiude una storia di 2000 anni che ruota attorno a questa altura antichissima.

-Federico Quagliuolo

Riferimenti:
Egidio Finamore, Storia dei nomi delle città campane, Arcolaio, Napoli, 1966
Comune di Mondragone

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