Nel 1965 il Convento di Sant’Antonio a Nocera Inferiore fu scelto per ospitare il Museo Archeologico Provinciale dell’Agro Nocerino. Al suo interno iniziarono a confluire numerosi e interessanti reperti emersi dagli scavi archeologici nei siti dell’antica città romana di Nuceria Alfaterna e da tombe protostoriche.
Il territorio dell’attuale Agro Nocerino-Sarnese può fregiarsi infatti di una storia gloriosa che affonda le radici fin nell’antichità, precedente anche alla cultura latina. E lo stesso Convento di Sant’Antonio gode di un notevole prestigio presso gli storici. Fu costruito sul finire del XIII secolo per volere della famiglia Filangieri ai piedi del piccolo colle di S. Francesco (motivo per il quale originariamente era dedicato a lui e solo successivamente cambiò denominazione). Il complesso costituisce una delle più interessanti espressioni dell’architettura gotica nell’Italia meridionale, sebbene nel corso dei secoli abbia subito diversi rimaneggiamenti.
Ma in questa storia più che sul contenitore preferiamo concentrarci sul contenuto, accompagnandovi all’interno del Museo Archeologico Provinciale dell’Agro Nocerino: percorrendo le sue sale, ammirando i suoi interessanti reperti, assaporando la sua storia ricca di personaggi illustri e vicende degne di nota.
Il patrimonio custodito dal Museo Archeologico Provinciale
Reperti funerari, vasellame dalle forme classiche provenienti da scavi sanniti, etruschi, romani e greci; stele funerarie; testimonianze di tombe risalenti all‘Età del Bronzo (i manufatti più antichi conservati!): c’è davvero molto da ammirare sui due piani su cui si sviluppa il complesso. Il ricco patrimonio si è costituito nel tempo sia attraverso il contributo di privati che di quello di enti locali. Qui è custodito un sarcofago figurato del III secolo d.C. in marmo bianco di grande prestigio, proveniente dal quartiere Vescovado di Nocera.
Uno dei pezzi più pregiati del Museo Archeologico Provinciale dell’Agro Nocerino è senza alcun dubbio è l’”Atena promachos” proveniente dal teatro di Pareti (ritrovata nel 1958), fatta costruire da Ottone, settimo imperatore romano oltre che marito di Poppea, e da lui firmata. È dunque possibile datarla al I sec. a.C. Ma interessante è anche una maschera fittile modellata che rappresenta una divinità fluviale. È la personificazione del fiume Sarno che scorre in questo territorio e che è documentato in numerosi testi classici: da Strabone ad Anneo Lucano passando per Plino il Vecchio, Stazio e Silio Italico.
La pinacoteca: un gioiello da riscoprire
Le ultime sale ospitano momentaneamente un interessante pinacoteca con opere che partono dal 1500, racchiudendo un importante nucleo di dipinti facente capo alla scuola di Andrea da Salerno. Senza dubbio il dipinto più prezioso è l’olio su tavola del “Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria“, realizzato nel 1519 e donato dall’artista stesso al convento, come testimoniato dall’iscrizione presente al centro. Molto suggestiva è anche una copia della “Madonna del Duca D’Alba” di Raffaello (l’originale è conservata alla Galleria Nazionale di Washington). Realizzata circa un secolo dopo, è la prova che fino al 1600 il dipinto originale si trovasse in questo territorio, presumibilmente presso il convento degli Olivetani.
Il Museo Archeologico Provinciale dell’Agro Nocerino è una realtà ristretta per dimensioni e notorietà, ma non per questo meno importante. Merita senza dubbio una visita (per altro gratuita!) e sicuramente una volta giunti ai piedi della lunga scalinata del convento di S.Antonio avrete l’impressione di un viaggio nel tempo, alla scoperta di culture stratificate che rappresentano il nostro passato.
Fonti
- G. Salierno – V. Piccolo, La pinacoteca (ed altre opere conservate) nel convento di S. Antonio, Nocera Inferiore, MediaCom, 1997