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Era soprannominato “uomo-pesce” e non era una leggenda come il nostro Colapesce, ma il giapponese Agarije Tokumori.
Di fatto, però, il semidio leggendario e il pescatore giapponese facevano la stessa cosa: girare per i mari del mondo a caccia di pesci, perle e altre rarità nascoste fra i fondali del mare.

Entrambi visitarono le coste napoletane: uno si fermò al porto di Napoli, l’altro invece ad Ischia, precisamente sulla spiaggia di Forio.

Agarije Tokumori
Agarije Tokumori, dalla banca dati dei record della pesca subacquea europea

Chi era Agarije Tokumori?

Probabilmente è più facile risalire all’identità di Satoshi Nakamoto, il misterioso inventore dei Bitcoin, che ricostruire la vita di Agarije Tokumori. Sappiamo solo che nacque ad Okinawa nel 1904 e che, sin da quando era ragazzino, si distingueva per la sua capacità straordinaria nelle immersioni. Si dice che riuscisse a resistere per diversi minuti in apnea fra le onde del mare e che passava buona parte della sua giornata immerso fra le onde. D’altronde, la bellezza di quel colore turchese del mare di Okinawa probabilmente sarebbe capace di trasformare in pesce qualsiasi essere vivente.

Non sappiamo se, come nella leggenda di Colapesce, la mamma lo mandò a quel paese perché non voleva lavorare, augurandogli di vivere con i pesci per tutta la vita. Ma quel che è certo è che il buon Tokumori fece esattamente questo: con un arpione partì dai bellissimi mari del Giappone e, distinguendosi in patria come cacciatore di ostriche, decise poi di partire per i mari occidentali alla ricerca di pesce pregiato da pescare e rivendere.

Un colapesce giapponese ad Ischia

Le apparizioni di Tokumori nel Mediterraneo sono testimoniate da articoli di giornale e menzioni in libri di storia della pesca subacquea. Ancora oggi è infatti il detentore del record del mondo di pesca in apnea, stabilito in occasione dell’Esposizione Universale di Barcellona nel 1929.

Sappiamo per certo anche che visitò Forio nel 1936, come ci racconta il giornalista e storico isolano Benedetto Valentino nel suo libro “Ischia, l’isola di Mussolini“. La sua venuta nell’Isola fu accolta con grandissima emozione: il Mattino gli dedicò infatti un articolo e addirittura uno speciale per raccontare il personaggio che, giunto nei mari di Forio in estate, organizzò un vero e proprio spettacolo per i turisti, in cui infilzava al volo merluzzi e cefali con la sua fidatissima lancia. Fu un evento che attirò turisti sull’isola e fu per anni raccontato dagli isolani. Nei racconti popolari, di cui uno riferito dal signor Francesco Di Meglio, si dice addirittura che abbia salvato turisti che stavano annegando nel mare; altre storie ancora riferiscono amenità che sembrano più storie poteri sovrannaturali che reali aneddoti legati al personaggio.

Quel che è certo è che un piccolo episodio, nella sua insolita stranezza, stuzzicò la fantasia dei residenti fino a trasformarlo in un personaggio leggendario per i suoi tempi, oggi diventato praticamente sconosciuto.

-Chiara Sarracino

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