Di Gioacchino Luigi Mellucci oggi diffilmente si sente parlare, esponente del Liberty napoletano, ha avuto successo a livello nazionale, contribuendo alla costruzione di numerosi edifici, pubblici e privati, in tutta Italia. Basta pensare che è padre di progetti come la funicolare centrale, la funicolare di Capri, l’ edificio della Corte di Cassazione, l’ edificio della Rinascente di Milano e molte altre opere.
Le nobili origini e l’amore per l’edilizia
Nato a Curti, in provincia di Caserta, nel 1874, da una famiglia ricca e di nobile quanto antica discendenza. Imparentati con i Caracciolo e distintisi durante le guerre del Risorgimento. Trascorse la sua infanzia in palazzo Mellucci, via Stella 45, nella Sanità, tra i più antichi della zona, risalente al 1600.
Da sempre appassionato di edilizia, si laureò alla Regia scuola politecnica di Napoli, all’ epoca ospitata nel complesso di Sant’Andrea delle Dame (ex convento, oggi inglobato nel vecchio policlinico), presso l’ Università di Napoli nel 1900, diventando ingegnere.
I primi incarichi
Già da prima della laurea ebbe occasione di collaborare alla progettazione del Grand Hotel Eden, a via del parco Margherita (oggi un condominio), oltre che agli spazi dell’ Esposizione Nazionale di Palermo.
Tra i suoi primi incarichi, nel 1901, gli fu incaricato di contribuire al progetto della circumvesuviana Napoli-Pompei-Poggiomarino. E oggi, nei pressi della stazione Botteghelle, c’è proprio la strada a lui intitolata.
Nel 1907, realizzò la funicolare di Capri, tutt’oggi un punto di riferimento fondamentale per cittadini e visitatori.
La sua carriera prese presto il volo grazie all’ innovativo uso che faceva del cemento armato e degli stucchi, realizzando particolari decorazioni, come l’ uso di pilastri, torri e motivi floreali, in pieno stile Liberty. Il suo nome fu presto in risalto ed iniziò numerose collaborazioni con alcuni degli architetti più noti della sua epoca.
L’apice del successo
Con Mannajuolo collaborò per la costruzione dell’ omonimo palazzo in via dei Mille.
Realizzò diversi edifici in collaborazione con Giulio Ulisse Arata,tra cui palazzo Leonetti e altre strutture dell’allora neonato rione Amedeo ed anche palazzo Buono in via Toledo (attuale H&M).
Sono opera sua vari eleganti edifici di corso Vittorio Emanuele II, oltre che l’ Hotel Bertolini, nel Parco Grifeo di Lamont Young ed anche una parte delle Terme di Agnano oggi demolita. Nel 1920 divenne direttore della Società Finanziaria Italiana.
Nel 1924 costruì il palazzo che porta il suo nome alla salita del Petraio, al Vomero, in cui si spostò con tutta la famiglia.
Ma non fu il suo unico contributo alla costruzione del nuovo quartiere Vomero: collaborò con Adolfo Avena, un altro dei massimi esponenti del Liberty napoletano, alla costruzione della villa Frenna-Scognamiglio (anche nota come Catello-Piccoli), di fianco alla Floridiana.
Suoi anche diversi edifici residenziali a Salerno. Nel 1926 realizzò la litoranea Casamicciola-Lacco Ameno, presso l’ isola d’Ischia.
E dal 1926 al 1930 fu impegnato in uno dei progetti più noti della sua carriera, luoghi frequentati tutt’oggi da migliaia di persone quotidianamente: la Funicolare Centrale e l’ adiacente teatro Augusteo, in piazza Duca d’Aosta, insieme a Nervi e Nebbiosi, altri nomi noti del tempo.
Il suo nome si diffuse molto rapidamente anche nel resto d’ Italia, in cui gli furono commissionati numerosi progetti, residenze ed edifici pubblici. E lavorò anche in Germania, per la costruzione, nel 1914, di un padiglione dell’ Esposizione del Werkbund a Colonia.
Nel 1917 costruì la Rinascente di Milano, in piazza del Duomo. La struttura sarebbe stata distrutta da un incendio poco tempo dopo l’ inaugurazione.
Nella Capitale realizzò il monumentale palazzo di Giustizia (oggi Corte di Cassazione), insieme a Calderini, Borrelli e Mannajuolo, la stazione Casilina con Cottrau e diverse ville. Negli anni del Regime si occupò della ristrutturazione di palazzo Montecitorio e collaborò alla costruzione del palazzo delle poste di piazza Bologna.
a Bologna, con Carpi, realizzò il Mercato delle Erbe nel 1910 e successivamente, nel 1936, contribuì al progetto di villa Muggia.
a Ravenna, si trovò di nuovo insieme a Giulio Ulisse Arata a progettare il palazzo della provincia. Inoltre, si occupò di un progetto per la ristrutturazione dell’ area in cui si trova la tomba di Dante Alighieri.
Nel corso degli anni ’30 collaborò alla costruzione di molti edifici dei nascenti quartieri Vomero, Posillipo e Chiaia.
Oggi, della memoria di Gioacchino Mellucci non rimane quasi nulla, nonostante l’impatto che i suoi progetti hanno avuto in Italia. Ciò che resta del suo nome è uno sconosciuto vicolo cieco nella inoltrata periferia di Napoli ed un’altra strada dedicatagli nel 2018 nel suo paese natale, Curti.
-Leonardo Quagliuolo
P.S. Ringrazio molto l’ arcivescovo ortodosso Andrea Boris Leanza per averci indicato questo incredibile personaggio e per averci fornito del materiale utile.
Per approfondire:
Archivio privato dott. Giorgio Mellucci
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