la Storia del Vesuvio si intreccia con tutte le vicende che hanno caratterizzato l’intera regione. D’altronde, stiamo parlando dell’elemento più rappresentativo di Napoli e della Campania intera nel mondo. Lo ritroviamo nella poesia, nella musica, nell’arte, nei fumetti e ovviamente in tantissime leggende. Gli antichi pensavano fosse la bocca dell’inferno, la Disney invece, a metà del secolo scorso, lo ha scelto come dimora per uno dei suoi personaggi: la strega Amelia.

Alto circa 1281 mt sul livello del mare è anche l’unico vulcano attivo/in stato di quiescenza dell’Europa Continentale, oggi circondato da 20 comuni e quasi un milione di abitanti che ogni giorno si svegliano ai suoi piedi.

Un vulcano imprevedibile

Geologicamente parlando, il Vesuvio è uno stratovulcano, ovvero un vulcano di forma generalmente conica costituito dalla sovrapposizione di vari strati di lava solidificata. A differenza dei vulcani a scudo che hanno pendici meno ripide e una lava meno viscosa, esempio è il Mauna Loa alle isole Hawaii. Gli stratovulcani sono caratterizzati da pendii piuttosto ripidi (fino a 45°) e da periodiche eruzioni di tipo esplosivo con una lava piuttosto viscosa che riesce a percorrere solo brevi distanze prima di solidificarsi. Famosi stratovulcani sono il Vesuvio, il Monte Fuji, e il Krakatoa, conosciuti per le loro catastrofiche eruzioni.

Storia del Vesuvio Strega Amelia
La casa della Strega Amelia sul Vesuvio

Storia del Vesuvio: il nome

Da dove viene invece il suo nome? Esistono alcune ricostruzioni popolari che riconducono la parola alla radice etrusca VES, che significherebbe fuoco, o al nome di uno dei capitani greci che per primi, partiti dall’Eubea, in pieno Mar Egeo, dominarono quei territori. Una delle leggende più pittoresche lo vede invece consacrato al semi-Dio Ercole, figlio di Zeus, così come la città di Ercolano che giace ai suoi piedi.

Tantissime altre sono le leggende che invece lo vedono come protagonista nella Storia antica: pensiamo ad esempio alla leggenda di Sebeto e Vesuvio o di Vesuvio e Capri.

Lacryma Christi del Vesuvio
Il Lacryma Christi del Vesuvio

Prelibatezze vesuviane

Le sue fertili pendici ricche di Silicio e Potassio favoriscono la crescita di una rigogliosa varietà di specie endemiche animali e soprattutto vegetali tra cui spiccano verdure, frutta, legumi, agrumi e anche fiori unici nel loro genere. Intellettuali latini come Seneca, Plinio il Vecchio e Virgilio, ignari che il gigantesco monte avesse un passato nefasto, fatto di sconvolgenti eruzioni, lo etichettarono come locus amoenus (Luogo ameno, piacevole). Da questi campi resta vivo, tutt’oggi, soprattutto l’antico culto del vino. Tra tutti ricordiamo il Coda di Volpe, che prende il suo nome dalla particolare forma del grappolo e soprattutto il Lacryma Christi. Vuole una delle leggende che, dopo la sua cacciata dalle schiere di angeli celesti, Lucifero fu scagliato da Dio stesso nel vulcano di Napoli. Gesù allora, dispiaciuto di aver perso il più bello dei suoi angeli, pianse, e una lacrima cadde proprio in quest’area, da cui nacquero vigneti.

Storia del Vesuvio Eruzione 1944
L’ultima eruzione della Storia del Vesuvio

Eruzioni catastrofiche

Il Vesuvio è ovviamente famoso per la sue leggendarie eruzioni. Nel corso dei secoli vi sono state tra il 1631 e il 1944 complessivamente una cinquantina di attività eruttive documentate e l’ultima cominciò appunto il 6 gennaio 1944 durante la seconda guerra mondiale, possiamo dire che quella non fu proprio un’epifania felice per il popolo napoletano. Il primo atroce risveglio documentato invece avvenne, come è risaputo, il 24 agosto del 79 d.C. Il materiale piroclastico in quell’occasione distrusse intere città tra le quali Ercolano, Stabia e soprattutto Pompei, lasciandoci un’eredità millenaria. Da quel momento il Vesuvio ha sempre suscitato nell’immaginario collettivo, timore e terrore. Gli antichi ovviamente lo associarono ad Ade, signore degli inferi, e interpretarono la sua eruzione come manifestazione dell’ira divina.

Ultimo giorno di Pompei
L’ultimo giorno di Pompei, quadro di Brjullov

Poeti, artisti e letterati

Non c’è da stupirsi se poi, in tempi moderni, divenne fonte di ispirazione per poeti e letterati. Wolfgang Goethe racconta la sua ascensione al monte nel suo “Viaggio in Italia” del 1787. Con Leopardi il parallelismo tra natura e uomo si sublima con “La Ginestra”, simbolo di coraggio e resistenza di fronte all’ineluttabilità della natura.
E tu sapevi che nel 1961 il Vesuvio venne scelto da Carl Barks, famosissimo fumettista Disney, come luogo abitato da uno dei suoi personaggi? Si tratta infatti della strega Amelia, la fattucchiera che ammalia, accompagnata dal suo corvo parlante di nome Gennarino, non proprio un nome a caso per il luogo che abita.

Cratere del Vesuvio
Il cratere del Vesuvio. Foto di Federico Quagliuolo

L’Osservatorio Vesuviano

Per meglio monitorare i suoi movimenti, Ferdinando II di Borbone capendo l’importanza che poteva avere prevedere in maniera anticipata le sue eventuali eruzioni, fece costruire nel 1841, il famoso Osservatorio Vesuviano di cui furono direttori anche persone illustri della storia italiana come Giuseppe Mercalli, ideatore dell’omonima scala che misura l’intensità di un terremoto attraverso l’osservazione dei danni provocati al paesaggio e alle abitazioni.

Prima di allora, contro le minacce del colosso, il popolo napoletano era solito affidarsi esclusivamente a San Gennaro, l’unico veramente capace di placare la forza del Vesuvio.

-Alessandro Nappa

Panorama città vesuviane vesuvio
Il panorama insolito delle città vesuviane dal Vesuvio. Foto di Federico Quagliuolo

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