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Piazza Bellini dallo scalone monumentale dell’ex convento di Sant’Antoniello

Napoli, lo sappiamo, è un museo a cielo aperto: i napoletani hanno continuato a vivere gli stessi luoghi per millenni e le testimonianze delle epoche passate sono state col tempo riscoperte permettendo a incredibili reperti storici di rivedere la luce. Così, a Piazza Bellini, è possibile godersi un aperitivo di fianco alle mura greche costruite quasi due millenni prima dagli abitanti di Neapolis. Ma non è solo la presenza delle famose mura a dare importanza alla storica piazza situata sul Decumano Maggiore della città: stretta tra via Port’Alba, via San Sebastiano (la via della musica con i suoi tanti negozi di strumenti) e via Costantinopoli (che ci conduce fino al Museo Archeologico Nazionale), Piazza Bellini è circondata da luoghi di grande importanza e palazzi storici, oltre ad essere oggi uno dei punti di riferimento dei giovani che frequentano la vicina Accademia di Belle Arti, il Conservatorio e la Biblioteca Universitaria o in cerca di movida dati i tanti locali che la popolano. Anche per questo rappresenta forse il cuore pulsante della città.

Veduta di piazza Bellini, Olio su tela, Antonio Joli (Modena 1770 – Napoli 1777)

Piazza Bellini a Napoli: un viaggio nella storia

Affacciati alle ringhiere che oggi proteggono le mura greche a Piazza Bellini possiamo immaginare Belisario, generale bizantino del VI secolo, con i suoi soldati nel suo accampamento che attende di assediare la città. Furono infatti queste mura a difendere Napoli e (almeno fino all’arrivo di Belisario) a darle la fama di essere inespugnabile.

Con il tempo lo spazio che oggi ospita Piazza Bellini si trasformava e, dove un tempo gli eserciti si radunavano per preparasi all’invasione, furono costruiti numerosi conventi: oggi di questi resta il Complesso di S. Antoniello a Port’Alba, costituito dal convento che un tempo fu il Monastero di Sant’Antonio di Padova a Port’Alba e dallo storico Palazzo Conca. Quest’ultimo edificio fu di proprietà di Giulio Cesare di Capua, Principe di Conca, da cui l’attuale nome dell’edificio. In quel periodo diventò un vero e proprio salotto lettarario, frequentato da Torquato Tasso e da Gian Battista Marino, fondatore della poesia barocca.
Inoltre proprio ai di Capua si deve probabilmente l’abbassamento del livello di Piazza Bellini a quello di via Costantinopoli verso la fine del ‘500 (per questo oggi, per accedere al complesso, bisogna salire lo scalone monumentale).
Oggi ospita la Biblioteca di Area Umanistica dell’Università Federico II.

Sul lato opposto di via Costantinopoli un altro edificio storico, il Palazzo Firrao, fu edificato nella seconda meda del ‘500. In seguito fu venduto al prinicipe Cesare Firrao, che commissionò a Cosimo Fanzago il rifacimento della facciata, di cui oggi ammiriamo lo spendido stile barocco che voleva dimostrare tutta la potenza della famiglia Firrao.

L’ex convento di Sant’Antoniello, attuale sede della BRAU

Il Conservatorio e Vincenzo Bellini

Sul versante opposto opposto di Piazza Bellini rispetto al convento troviamo il Conservatorio di San Pietro e Majella, dove studiò Vincenzo Bellini. Il compositore a cui è dedicata la statua al centro della piazza che oggi porta il suo nome nacque a Catania e raggiunse Napoli prima di compiere diciotto anni. Vincitore di una borsa di studio, venne nella città partenopea per completare i suoi studi e si racconta addirittura che nel corso del viaggio rischiò un terribile naufragio e quindi la vita. In origine il conservatorio si trovava nel vicino Convento di San Sebastiano, fu lì infatti che nel 1825 vi fu la prima assoluta di Adelson e Salvini, la prima opera di Bellini. Il conservatorio fu poi trasferito nel complesso di San Pietro a Majella l’anno successivo, per ordine del Re Francesco I.

A Napoli il Bellini incontrò anche lamore, quello di Maddalena Fumaroli, che non fu però fortunato data l’opposizione del padre di lei. Lasciò la città nel 1926 alla volta di Milano, continuando con fortuna la sua carriera di compositore. Fece in seguito ritorno a Napoli per poi infine recarsi in Francia, dove nel 1835 la sua vita fu stroncata da un’infezione.
Circa cinquant’annni dopo, nel 1886, fu eretto il monumento al compositore che oggi si staglia sulla piazza. Realizzata dal Alfonso Balzico, scultore e pittore campano che studiò all’Accademia di Belle Arti poco distante dalla piazza, la statua è posta in cima a un piedistallo che presenta ai lati delle nicchie, nelle quali erano in origine poste delle statuette raffiguranti le eroine delle opere del compositore.

Alle spalle del monumento sono numerosi i locali frequentati dai tanti giovani che studiano al Conservatorio, all’Accademia o presso le vicine sedi universitarie e che passano lunghi pomeriggi radunandosi spesso proprio ai piedi delle statua del Bellini, dando alla piazza il suo caratteristico fervore culturale e artistico.

Piazza Bellini resta oggi un luogo magico, vivo, nel quale si respirano storia e cultura e dove batte indubbiamente il cuore di Napoli.

La statua di Vincenzo Bellini

Bibliografia

Le Piazze di Napoli, Sergio Delli, Newton Compton Editori, Roma, 1978

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  1. Antonio Iorio Avatar
    Antonio Iorio

    Racconto bello e molto intrigante.Vorrei sapere se avete in progetto un libro con tutte le vs storie,corredato da foto .Sarebbe molto bello.

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