Il Museo Anatomico, è parte integrante del MUSASistema Museale Universitario delle Scienze e delle Arti dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, custodisce spettacolari collezioni di copiosi preparati anatomici che, per la molteplicità delle tecniche adoperate e per le strategie di conservazione, rappresentano un patrimonio di inestimabile valore artistico, scientifico e di apprendimento.

Nel MUSA rientrano: le sezioni di Farmacologia, di Stomatologia, Bibliografia e Artistica oltre al ricco repertorio monumentale di cui l’ Università Vanvitelli dispone.

Cenni Storici

Il Museo Anatomico fu progettato tra il Settecento e l’inizio dell’ Ottocento, quando l’ Anatomia era ancora nel vivo del suo progresso. Gli esperti di anatomia, per mancanza di cadaveri, avevano l’esigenza di allestire e conservare porzioni anatomiche da mostrare durante le loro lezioni universitarie, in aule che avevano l’aspetto di teatri.

Nel 1871 il Professor Giovanni Antonelli ordisce lo spostamento del Gabinetto di Anatomia dal Collegio del Salvatore all’ ex Convento di Santa Patrizia. In seguito ad un lungo lavoro di restauro, il museo è stato riaperto ai visitatori e ai cultori della materia.

Ceroplastica

Le cere del Museo Anatomico sono opera di diversi artisti. In realtà, di questi ceroplasti si sa davvero poco e solo per tre di essi – Giuseppe e Gennaro Ferrini, Francesco Severino Citarelli e Giuseppe Sorrentino – abbiamo notizie frammentarie.

La collezione delle cere di pertinenza ginecologica di Francesco Saverio Citarelli prevede modelli in cui viene rappresentata in toto la regione addominale e pelvica, con il feto a diverse epoche gestazionali: sesto, settimo e ottavo mese. Un’ altra cera rappresenta le tre tipiche modalità di gravidanza extrauterina (ovarica, tubarica e peritoneale).

Ceroplastica

In un modello di cera ritroviamo addirittura un bimbo con gemello parassita all’ altezza del petto che delinea un qualcosa di spaventoso nato all’ epoca nei pressi dell’ Ospedale degli incurabili, che “…attirò l’attenzione di tutta la classe sanitaria degli incurabili e anche di moltissimi altri, che vennero per curiosare ed imparare”, l’opera è del famoso ceroplasta Giuseppe Sorrentino.

Tra le opere più accattivanti dello scultore Gennaro Ferrini, che lavora a Napoli durante il periodo dell’ occupazione francese, tra gli anni 1820-1830, va ricordata una testa d’uomo, dove sono evidenziati, l’encefalo e i vasi cerebrali e le teste di due mafiosi che presentano le ferite delle armi da taglio, rilevabili all’esame necroscopico. Le cere sono state realizzate usando come base i crani ossei veri.

Le sculture, schematiche sotto il profilo didattico, sono di un tale livello artistico che niente lascia invidiare alle cere del più celebre Giuseppe Ferrini, padre di Gennaro, che ha lavorato a Firenze ed è l’ esecutore della maggior parte dei lavori anatomici del gabinetto di questa città.

La collezione dei preparati in liquidi di conservazione

Questa collezione molto vasta del Museo Anatomico è allestita con dissezioni in formalina o in alcool di parti del corpo umano: i preparati non trascurano alcuna componente anatomica, sia di adulto che di bambino. Spiccano per maestria di esecuzione, dissezioni di teste che raffigurano le strutture dell’encefalo, i loro rivestimenti e le diramazioni più periferiche di alcuni nervi cranici.

E’ possibile ammirare, nelle teche, un volto di una giovane fanciulla, di origini popolane, ma i cui tratti somatici per il perfetto arco di cupido delle labbra, la dolce rotondità delle narici, la curvatura delle ciglia, le donano una nobiltà arcaica.

E ancora degli emivolti di uomini vetusti, di cui non c’è certezza, ma il dubbio vero è che, chi ha disposto i preparati abbia voluto riproporre il trittico riportato nella Bibbia di “Susanna e i vecchioni”.

In altre vetrine sono disposti i cuori, tratti dell’ albero respiratorio e del tubo digerente, organi della pelvi sia maschili che femminili, molti di essi in sezione, applicati in serie su lastrine di vetro blu per mostrare l’intera struttura degli organi cavi e l’organizzazione interna degli organi pieni come il fegato e la milza.

Collezioni delle essiccazioni

Quando il Professor Antonelli trasferisce il Museo Anatomico a Santa Patrizia, nel pieno centro storico di Napoli, si avvale della collaborazione di Lobello, Lancetti, Chinni e Bile per la gestione della struttura. Questi impreziosiscono la collezione di straordinarie malformazioni fetali, ma soprattutto di preparazioni a fresco di organi addominali. In particolare di stomaci, porzioni di intestino umano, cistifellee, di cui alcune ripiene di calcoli e molteplici vesciche urinarie.

Visitare il Museo Anatomico

Il Musa si trova in Via Luciano Armanni proprio alle spalle della centralissima via dei Tribunali.

Riferimenti:

https://www.musa.unicampania.it/index.php/le-sezioni/anatomia

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