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Prima di parlare della storia di Oliveto Citra, vale la pena raccontarvi il perché del suo nome. Oliveto deve la sua etimologia prima di tutto alla folta presenza di ulivi che la fanno da padrone nel panorama di questo pittoresco paese della Valle del Sele. Ciò che più ci interessa raccontarvi, però, per la sua valenza storica, è il suffisso “Citra”.

Per farlo dobbiamo tornare indietro, fino al 1287, quando il precedente giustizierato di Principato e Terra Beneventana, fu suddiviso in Principato Ultra e Principato Citra. Ma andiamo con ordine e approfondiamo meglio i singoli termini.

Castello di Oliveto Citra

Oliveto Citra: la storia

Il “giustizierato” designava ogni distretto amministrativo in cui era suddiviso il Regno di Sicilia. Il giustiziere, di nomina imperiale o reale, rappresentava la maggiore autorità a livello locale. Il precedente giustizierato di Principato e Terra Beneventana fu creato nel 1233 da Federico II, e aveva come capoluogo Salerno e comprendeva il territorio di Avellino e della provincia di Benevento.

Nel 1287 Carlo d’Angiò suddivise quest’entità in Principato Ultra e Principato Citra, anzi la dizione in latino riporta a un Principato “al di qua e al di là delle montagne di Montoro”, dove il nuovo confine tra i due giustizierati era dato, appunto, dai Monti Picentini e Salerno divenne capoluogo del Principato Citra.

Eppure, la storia di Oliveto Citra inizia molti, ma molti secoli prima di Carlo d’Angiò e dei giustizierati. Basti pensare che dai reperti ritrovati, si fa risalire la prima comunità olivetana ad un gruppo di balcanici, risalente alla prima Età del Ferro, che prese dimora lungo il corso del fiume Sele.

Vi sono reperti archeologici del VII secolo a.C. che testimoniano il commercio greco prima di quello degli altri popoli. Ma perché questo luogo diventa di cruciale importanza? Per la sua vicinanza con la Sella di Conza, in località Castelnuovo di Conza. Ebbene, da sempre questa località è stata fondamentale, perché si tratta di un valico di circa 700 metri d’altezza che costituisce convenzionalmente il punto di demarcazione tra l’Appennino Campano e l’Appennino Lucano.

È stato da sempre un crocevia fondamentale per traffici e battaglie. Qui si incontrano le province di Avellino e di Salerno e a breve distanza c’è il confine con Potenza, ma pure la statale 7 e la Via Appia. Insomma, è stato nei secoli un fulcro nevralgico per il dominio della Valle del Sele.

La posizione di controllo dei traffici è avvalorata anche da un’antica località olivetana, chiamata Dogana, posta sulla destra del fiume Sele e col passare del tempo questa sua naturale propensione la mise in contatto con varie civiltà più progredite.

Eppure, questo suo rango di “civita” non la salvò dalla vendetta dei Romani che la distrussero in seguito alla terza guerra sannitica tra il 290 e il 268 a.C., proprio perché godendo di una certa protezione da parte dei Sanniti, fu considerata città nemica. Il territorio di Oliveto fu compreso nell’antica Lucania e ne fece parte fino alla caduta dell’Impero a seguito delle invasioni barbariche.

Longobardi, Normanni e un popolo unico

Con l’arrivo dei Longobardi fu annessa, insieme agli altri centri della Valle intorno al 590 d.C., nel ducato di Benevento, mentre i Normanni, nell’XI secolo, decisero di sfruttare la sommità di una grande formazione rocciosa, che dominava naturalmente tutta la valle, per costruirvi un castello con chiari intenti di difesa, rimasto in buone condizioni fino al terremoto dell’Ottanta, che in questa zona provocò moltissimi danni.

Col tempo la città subì la varie dominazioni dei popoli che si avvicendarono, interessati da sempre all’invidiabile posizione geografica, ma la sua gente conservò fieramente la sua indole che potremmo definire triplice: ecclesiastica, guerriera e commerciale. Ed infatti S. Mazzella, nel suo “Descrittione del Regno di Napoli” del 1586, così definiva gli abitanti di Oliveto Citra: “le sue genti, di persona disposta, di natura allegra, pronti all’arme, studiosi delle virtù, nel negoziare astuti, e piacevoli, e dediti al guadagno, sono etiandio industriosi, et inclini a trafichi…”.

A questo punto, non ci resta che farvi visita…

Fonti consultate:

https://www.comune.oliveto-citra.sa.it/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20007

https://www.prolocoolivetocitra.it/oliveto-citra/


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