Il cuzzetiello è acclamato tra i vicoli di Napoli come uno dei più gustosi street food della tradizione. Non tutti sanno, che questa pietanza nasce come piatto di recupero. In linea con l’arte d’arrangiare che i Napoletani hanno nel sangue, è la marenna preferita di tutti i lavoratori soprattutto di lunedì, quando si ritroveranno a gustare un intero filone di pane privato dalla mollica e arricchito con ciò che è avanzato dal ricco banchetto della domenica.

cuzzetiello ripieno di parmigiana di melanzane

‘O cuzzetiello con ragù, colazione per i golosi…

La domenica mattina di ogni napoletano appena sveglio inizia con l’odore del ragù, lasciato pappuliare già dalle prime luci dell’alba. Per i più golosi sarà impossibile non assaggiare quella prelibatezza, che costringe a lasciare il letto in maniera repentina.

I più educati allora taglieranno una fetta di pane fresco, immancabile sulle tavole delle domeniche napoletane, e lo intingeranno all’interno del ragù bollente. Questo gesto che può essere considerato come un assaggio preparatorio al pranzo, non deve essere confuso con quello della scarpetta, che è invece l’arte di pulire il piatto dopo che si è finita di gustare la pietanza.

Chi invece non ha paura di rovinarsi la fame, taglierà un bel pezzo di pane cafone, lo scaverà togliendo la mollica e, aiutandosi con un mestolo, lo riempirà fino all’orlo di sugo e carne, stando ben attento a non farsi beccare dalle cuoche più severe, ed ecco il cuzzetiello.

… o piatto di recupero

Oltre ad essere una buona colazione per i più golosi, il cuzzetiello è anche uno dei più suggestivi pranzi al sacco per i lavoratori napoletani. Nasce come piatto di recupero, per andare a sostituire il solito panino prosciutto e mozzarella con un qualcosa di cucinato, magari avanzato dal giorno prima.

Soprattutto di lunedì, quando per preparare la marenna si taglia il pezzo di pane del giorno prima. Abbiamo tre opzioni di taglio: punta di palatone (XXL), di palatella (XL) o cocchia (L). Il cozzetto viene scavato dalla mollica con un taglio conico, come è stato già prima descritto, farcito fino all’orlo con le rimanenze della tavola domenicale, quindi: salsiccia e friarielli, ragù e carne al sugo, parmigiana e tanto altro. La mollica lasciata da parte, perché non si butta nulla, viene intrisa dal sugo e utilizzata a mo’ di tappo, per evitare che la merenda perda il suo prelibato sughetto.

Il pane durante il giorno verrà ammorbidito dalle pietanze che contiene e sarà dal primo all’ultimo morso una gioia per il palato, capace di risollevare il lunedì di qualsiasi lavoratore.

Il cuzzetiello è lo street food che non ti aspetti e si adatta perfettamente alla logica “zero waste, secondo la quale in cucina non bisogna gettare nulla, ma riutilizzare tutto ciò che è possibile recuperare. La marenna nata dall’esigenza di consumare glia avanzi del giorno prima, diventa un must have da assaggiare assolutamente per chi è di passaggio nella città all’ombra del Vesuvio.

 
 
 
 
 
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Bibliografia

Amedeo Colella; Mille paraustielli di cucina napoletana; Cultura nova; 2019

Yvonne Carbonaro; Il cibo racconta Napoli, l’alimentazione dei napoletani attraverso i secoli fino ad oggi; Kstoria; 2018

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