Villa Pignatelli

Tra i fiori all’occhiello dell’architettura neoclassica napoletana spicca sicuramente Villa Pignatelli, vero esempio di recupero dell’arte classica. Infatti, l’ispirazione dagli stili greco-latini è suggerita già dalla facciata: un mastodontico colonnato, caratterizzato dalla contemporanea presenza di capitelli neo-dorici antistante a quelli dallo stile ionico, dà così il benvenuto al visitatore

La storia di Villa Pignatelli

Nel 1826 l’architetto Pietro Valente progettò l’edificio su commissione di Ferdinando Acton, figlio di sir John, primo ministro di Ferdinando IV. Lo scopo era quello di costruire una residenza nei pressi di Villa Reale nel rispetto dei canoni inglesi, come dimostrano i giardini curatissimi che è possibile ammirare e in cui ritroviamo piante esotiche e rare.

Villa Pignatelli venne acquistata nel nel 1841 dai banchieri Rothschild che attuarono un piano di restyling commissionando i lavori prima all’ all’architetto parigino Claret e poi a Gaetano Genovesi che li portò a termine. I Rothschild impreziosirono il Salotto Rosso con stucchi ed oro, la Sala da ballo con specchiere incorniciate da legno intarsiato e dipinto che conferisce all’ambiente una pomposità elegante.

In seguito all’unificazione d’Italia, i Rothschild cedettero la villa al principe Diego Aragona Pignatelli Cortes, rampollo di una stirpe nobile e da questa transizione ne derivarono ulteriori ricchi suppellettili di fine Ottocento.

Nel 1955 la principessa Rosina Pignatelli, donò la sua dimora allo Stato italiano e venne così fondato il Museo intitolato a Diego Aragona Pignatelli Cortes.

Villa Pignatelli si sviluppa intorno ai tre salottini principali: quello azzurro ricco di foto d’epoca autografate dagli ospiti della struttura; quello rosso magnifico ed elegante, in cui entra la luce naturale dalla veranda neoclassica ; quello verde che fa da trait d’union tra la biblioteca in cui spicca il parato in cuoio decorato in oro e la sala da pranzo, recentemente imbandita con l’argenteria della famiglia Pignatelli.

Tra le varie collezioni è da citare quella di bronzo in cui spicca il Narciso di Vincenzo Gemito e quella di ceramiche dal gusto eclettico, in cui è possibile ritrovare porcellane di provenienza cinese e giapponese, francese di Limoges e l’immancabile porcellana di Capodimonte.

Nel 2015 sono stati riaperti al pubblico alcuni ambienti al primo piano, tra cui: il bagno principesco con la vasca in marmo fiorentino, lo studiolo e il suo salottino.

Il museo delle Carrozze

Nella ex scuderia di Villa Pignatelli è stato allestito un museo con ben trentaquattro carrozze e calessi, per donazione del marchese Mario D’Alessandro di Civitanova; non mancano selle in cuoio pregiato, strumenti per domare i cavalli ed una rara collezione di fruste e frustini.

Sitografia

https://www.museionline.info/musei/museo-di-villa-pignatelli

https://cultura.gov.it/luogo/museo-diego-aragona-pignatelli-cortes-e-museo-delle-carrozze

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