Bagnoli
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Bagnoli, tra i quartieri di Napoli, è forse quello dalla storia più controversa: un’ampia pianura che affaccia sul mare, abitata e apprezzata fin dai tempi dei Romani, per la quale sono stati fatti i più incredibili e innovativi progetti nel corso dei secoli, che però non sono mai stati realizzati. Oggi, abbiamo ereditato un quartiere diviso tra un’area residenziale che ricorda malinconicamente l’eleganza dell’ormai lontano inizio Novecento e una gigantesca area industriale abbandonata, le cui ciminiere, che svettano oltre il muro di via Bagnoli, sono come pietre tombali per le occasioni perdute.

Le origini di Bagnoli

Amata dai romani per la bellezza del suo paesaggio e per le proprietà termali delle sue acque, l’odierna Bagnoli era all’epoca conosciuta come Balneolis.

Se questo nome rimanda alla mente una zona descritta dai romani come un piccolo paradiso dotato di un enorme potenziale, oggi, se la si chiama col suo nome attuale, Bagnoli, l’immagine che sorge nella mente di chi vive o conosce questo quartiere è quella di una zona mortificata, segnata da un passato travagliato.

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Panorama di Nisida dal Parco Virgiliano

Nel XVI secolo, fu tracciata la strada che congiunge la costa napoletana con quella di Pozzuoli, ma il destino di Balneolis iniziò a configurarsi soltanto a partire dalla seconda metà dell’800. Infatti, uno dei primi stabilimenti industriali che furono edificati fu la vetreria Bournique, nell’immediato periodo post-unitario.

Attorno al 1880, furono inoltre ristrutturati i complessi termali già presenti e ne furono aperti di nuovi, creando attorno alla piazza di Bagnoli un vero e proprio polo termale.
In quel periodo, inoltre, il marchese Candido Giusso, d’accordo con le intenzioni del sindaco Nicola Amore, acquistò alcuni terreni per dar vita ad una lussuosa “zona per la villeggiatura”. Tutt’oggi, esistono “Via I Giusso” e “Via II Giusso”, che ricordano le proprietà del marchese.

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Stabilimento termale Rocco, Bagnoli. Da: “Napoli millenovecento

Nel 1889, nel pieno del Risanamento e dell’espansione urbana di Napoli, la zona fu perfino raggiunta da una stazione, tutt’ora presente, della Cumana.

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Stazione della Cumana a Bagnoli

La Bagnoli ideale di Lamont Young

Ad assecondare il progetto idilliaco del sindaco, ci provò un architetto napoletano dalla mente visionaria: Lamont Young.

Egli propose un progetto solo all’apparenza utopico, ma dettagliato e realizzabile. Bagnoli doveva trasformarsi in una piccola Venezia mista ad un paradiso tropicale, doveva pullulare di eleganti alberghi di lusso con accesso alla spiaggia, che all’epoca doveva avere un mare cristallino, nonchè vicini alle preesistenti zone termali; le strade dovevano essere collegate da numerosi canali, il tutto circondato dal mare del golfo e dalle pareti verdeggianti delle colline di Napoli.

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Illustrazione di uno dei canali del Rione Venezia di Bagnoli

La distanza con il centro della città non sarebbe più stato un problema, grazie alla stazione

Il progetto, tuttavia, rimase solo un sogno confinato nella mente dell’architetto, il quale morì suicida nel suo appartamento dopo aver visto sfumare ogni suo tentativo di realizzare qualcosa che avrebbe cambiato per sempre il volto di Napoli. E, inoltre, dopo aver visto il Comune cedere il progetto Bagnoli ad una grande industria, per un prezzo irrisorio.

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Una cartolina risalente alla fine dell’ ‘800 raffigurante Bagnoli vista con gli occhi di Lamont Young

La morte del sogno: Bagnoli tra industrie e caserme

La morte di Young è una metafora del destino che attendeva la vecchia Balneolis.
Il destino di Bagnoli mutò così una prima volta dal momento che nel 1904, con una legge speciale, fu prevista la costruzione dello stabilimento siderurgico dell’Ilva, poi Italsider nel 1964. I lavori iniziarono nel 1906 e gli unici canali che furono tracciati su quel suolo non furono di certo quelli del Rione Venezia, bensì quelli di scolo delle fabbriche, che confluivano in un canale principale, detto “Bianchettaro“.

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Un gigantesco canale che avrebbe dovuto collegare Bagnoli a Posillipo, navigabile con gondole e barchette

Una parte del territorio, inoltre, divenne un poligono di tiro militare. Non lontano, fu eretta la caserma Cavalleggeri, negli anni ’30. Sempre in quegli anni, fu anche spianata la collina di Santa Teresa, per far posto ai binari interni al polo industriale.

Tutte le fonti termali furono cementate per ergere un quartiere industriale orbitante attorno alla fabbrica che avrebbe dato sostegno a tante famiglie, ma alla loro insaputa anche morte.

Negli anni si viene a conoscenza della dannosità di quelle industrie per l’ambiente e i cittadini e cos, durante gli anni ‘70, il Comune di Napoli, con due piani regolatori, provò a ridimensionare l’area, che oramai si espandeva su 120 ettari di terreno. Tuttavia, si sarebbe dovuto aspettare molto tempo ancora per la chiusura definitiva dello stabilimento, che avvenne dopo quindici anni di crisi, nel 1985, rallentata anche dalla presenza di eternit.

Bagnoli ai giorni nostri

Solo nove anni dopo, nel 1994, fu prevista la prima operazione di bonifica e nel 1996 fu designata a tal proposito una società ad hoc: la Bagnoli s.p.a., la quale proseguì (a rilento) le operazioni fino al 2001, anno in cui si interruppero per via di numerosi ricorsi. Solo successivamente si scoprirà che la società falsificò i dati riguardanti la bonifica; questa affermava che il lavoro fosse completo all’81%,mentre nella realtà era avvenuto solo per meno della metà, ossia per il 30,35%.


Nel frattempo, il Comune di Napoli acquista i terreni che ospitavano l’ex Italsider e nel 2000 il rinomato Renzo Piano presenta un progetto urbanistico per dar vita ad una zona turistica che comprendesse un porto e non solo strutture alberghiere, ma anche spazi per la ricerca scientifica. Nel 2005 avvia la realizzazione del progetto la società Bagnolifutura s.p.a., ma dopo pochi anni questa si rivela fallimentare. Bonifiche realizzate negligentemente rendono poco appetibili i terreni posti all’asta e nel 2013 la Procura di Napoli indaga dopo aver ipotizzato disastri ambientali. Infine, Bagnolifutura dichiara fallimento con a carico 109 milioni di Euro di debiti di cui 59 contratti con Fintecna, società subentrata all’ex IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale).

Bagnoli
La spiaggia di Coroglio, con l’Italsider a fare da sfondo

Verso la fine dello stesso anno, il sindaco Luigi de Magistris tenta con un’ordinanza di applicare il principio delineato nella direttiva 2004/35/CE “chi inquina paga” che avrebbe addossato a Fintecna i costi per la prevenzione e la riparazione del danno ambientale. Nel 2014 il TAR accoglie il ricorso della società contro l’ordinanza del sindaco, essendo il Comune di Napoli subentrato nella titolarità dei siti inquinati e dunque nella titolarità dell’obbligo di bonifica. Tuttavia, con un nuovo ricorso, su Fintecna ricade l’onere di rimuovere la colata.


Nello stesso anno, l’allora premier Matteo Renzi firma col sindaco un accordo d’intesa da cui nasce il decreto legge 12 Settembre 2014, “Sblocca Italia“. Il provvedimento istituì nel 2017 un commissario speciale per sorvegliare le operazioni effettuate nella zona, nonostante i timori del sindaco di una possibile lesione all’autonomia del Comune di Napoli.

Bagnoli
L’Italsider, anni ’80


Questo all’art. 33 comma 12 ha designato una società, ossia la Invitalia, che attuerà quanto disposto dal PRARU, Programma di Bonifica e Riqualificazione Urbana, approvato pur con qualche esitazione il 14 giugno del 2019. Le perplessità erano dovute, secondo la Regione Campania all’assenza di “informazioni essenziali” per l’elaborazione del piano. Nonostante ciò, il 9 dicembre è stato bandito un concorso che ha vantato la presentazione di ben 160 progetti per ridisegnare il volto di Bagnoli. La prima fase si è conclusa il 7 gennaio 2020, ma nel frattempo le ruspe di Invitalia erano al lavoro per rimuovere cumuli di cemento residui.

Bagnoli è, ancora oggi, in attesa di splendere come meriterebbe.

Sitografia e Bibliografia

Lamont Young, urbanistica e realtà nell’urbanistica napoletana dell’Ottocento“, prof. G. Alisio

Napoli millenovecento” dei prof. G. Alisio e A. Buccaro

Comune di Napoli

Progetti per Bagnoli


http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1074
http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4777
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32004L0035&from=IT
http://www.astrid-online.it/static/upload/protected/TAR-/TAR-Campania_679_2015_V.pdf
http://cdca.it/wp-content/uploads/2016/04/Decreto-legge-del-12-settembre-2014-n.133-detto-Sblocca-Italia-.pdf
https://www.invitalia.it/chi-siamo/area-media/notizie-e-comunicati-stampa/bagnoli-inizia-la-bonifica-ruspe-al-lavoro

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