All’interno del museo Mineralogico di Napoli, sito in Via Mezzocannone, è conservata una piccola scultura rappresentante la testa di un Satiro pervenuta dalla collezione di minerali di Teodoro Monticelli. L’oggetto, ormai denominato comunemente come il Satiro di Canova, da anni attira l’attenzione di appassionati dell’arte e della mineralogia. Vediamo insieme la sua storia.
Teodoro Monticelli e Canova: il rapporto
Teodoro Monticelli nacque a Brindisi nel 1759 e morì a Napoli nel 1845. Divenne un naturalista e ottenne la cattedra di Etica all’Università partenopea. Nella sua abitazione a Palazzo Penna ubicata nella piazzetta di S. Demetrio, istituì una sorta di museo e successivamente la piazza venne nominata piazzetta Monticelli in suo onore. Oggi questo piccolo museo non esiste più, ma alcuni dei suoi reperti sono esposti nel Real Museo Mineralogico, tra i quali si trova questa piccola scultura esposta nella XI vetrina della sala settecentesca.
Antonio Scherillo fu direttore del museo dal 1939 al 1972, attribuì la creazione dell’opera ad Antonio Canova precisando che la sua scelta era legata ad una tradizione orale tramandata di direttore in direttore. In realtà Monticelli teneva una vasta corrispondenza non solo con grandi esponenti dell’ambito scientifico ma anche con artisti ed appassionati di collezionismo. Tra questi, come alcune epistole pervenute dalle carte dello scienziato, vi era incluso Canova. Con questa premessa appare ovvio che i due istaurarono un rapporto di amicizia e che l’artista avesse creato una piccola opera per il museo privato dello scienziato.
I due facevano parte di uno stesso entourage di uomini colti e coinvolti in politica, proveniente da ogni regione d’Italia ed erano in contatto tra loro attraverso scambi epistolari e incontri diretti. Questi rapporti tendono a consolidarsi con la linea politica stabilita da Napoleone diretta ai territori italiani.
Il Satiro di Canova: l’opera
Il Satiro di Canova è una testa in marmo di Carrara dalla cui bocca spunta come una zanna un cristallo di quarzo ialino. Appare come un oggetto privo di pretese artistiche nel quale il cristallo misura 2.5 cm mentre la testa 5x10x11 cm. In esso furono stratificati una serie di significati che coinvolgono la mineralogia, la storia dell’arte fino alla storia tout court. Un contemporaneo di Monticelli, Giuseppe Ceva Grimaldi, scrive un elogio postumo alla morte dello scienziato e annovera la testa del Satiro tra gli oggetti più apprezzati della vasta collezione di minerali.
Ad un esame approfondito si attesta che la presenza di questo oggetto nella sezione del museo si giustifica con l’acquisizione di una grossa parte della raccolta mineralogica dello scienziato. Il Satiro è da interpretare come un dono scherzoso da parte di Canova per Monticelli. La presenza di un cristallo di quarzo nel marmo lo rende inutile dal punto di vista scultoreo, in quanto impossibile da utilizzare, tuttavia è una particolarità apprezzabile dal punto di vista mineralogico. L’artista accompagnò il dono con un piccolo saggio di scultura affermando che la composizione fosse appositamente pensata per sfruttare la posizione naturale del quarzo.
La presenza di questo singolare oggetto all’interno della raccolta del museo Mineralogico di Napoli permette al visitatore di entrare in contatto con la cultura naturalistica dell’Ottocento e di comprendere l’enciclopedismo dei saperi. Tra l’altro il reperto mette in luce una delle collezioni più vaste del museo napoletano. Mostra il modo in cui il museo e ogni singolo oggetto esposto al suo interno, interagiscono reciprocamente e riescano ad acquisire un senso completo nel loro insieme.
Bibliografia
Maria Toscano – Napoli Nobilissima: rivista di arti, filologia e storia
Maria Toscano e Carmela Petti – Il Real Museo Mineralogico e il “Satiro di Canova”, il reperto e la stratificazione dei significati
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