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Anche a Saluzzo, in provincia di Cuneo, troviamo Napoli. E lo scopriamo nel volto della “bella Maghelona”, la protagonista di un romanzo medievale che è stato dipinto sulle pareti di un palazzo nobiliare di Via Maghelona, appunto.

Si tratta di un episodio estremamente insolito: è infatti l’unico affresco che mostra il volto di Maguelonne, una leggendaria principessa napoletana innamorata perdutamente del cavaliere Pierre de Provence.

Questa storia, ambientata fra Napoli e le coste del Mediterraneo, diventò popolarissima in tutta Europa tra il XIII e il XIV secolo, diventando un vero e proprio fenomeno di cultura popolare un po’ come oggi potrebbe esserlo un film da record ambientato a Napoli.

Oggi paradossalmente proprio Napoli non ha nulla che ricordi la sua bella Maghelona.

Bella Maghelona biblioteca di Tolosa
La belle Maguelonne. 1486. Il testo è conservato nella biblioteca di Tolosa

Pietro di Provenza e la bella Maghelona: un romanzo francese ambientato a Napoli

La storia è davvero di quelle da far venire il mal di testa ed è ambientata ai tempi della Napoli di Carlo d’Angiò: un giovane cavaliere provenzale, tale Pierre, sentì parlare di una principessa napoletana talmente bella da far perdere la testa a qualsiasi uomo. Lei, però, non si concedeva a nessuno: aspettava l’amore della vita.

Il cavaliere, fattosi coraggio, decise di partire per un’avventura verso la capitale del Regno con il solo scopo di incontrare la giovane. Servì solo uno sguardo per far scoppiare un amore travolgente tra i due, tale da sorprendere addirittura il re di Napoli.

Il sovrano decise quindi di mettere alla prova il valore del giovane francese: lo invitò a partecipare alla giostra dei cavalieri, che a Napoli si teneva dalle parti dell’attuale Via Carbonara. Pierre vinse il torneo e, come pegno d’amore, regalò alla bella Maghelona tre anelli d’oro. Poi le propose di fuggire da Napoli con un cavallo, ritirandosi entrambi a vita privata.

Qui cominciano le avventure: il sogno d’amore fra la principessa napoletana e Pierre stava per coronarsi, ma una gazza ladra rubò gli anelli d’oro della bella Maghelona.
Il simbolo del loro amore doveva essere recuperato a tutti i costi e il coraggioso Pierre fu costretto a vivere decine di peripezie in giro per il Mediterraneo. Fu infatti prima naufrago e poi salvato da una barca di saraceni, poi finì su un’isola deserta e infine giunse a “Port Sarrazin“, uno dei tanti insediamenti saraceni che caratterizzavano le coste del Mediterraneo.

Proprio qui, con il fato che torna benevolo verso i due, Pierre ritrovò la bella Maghelona. Anche la ragazza infatti era partita all’avventura per ritrovare il suo amato e il destino l’aveva portata proprio nella stessa città in cui era finito Pierre.

Fu così che i due, riuniti assieme agli anelli, decisero di rimanere per sempre in quella città, costruendo una chiesa su un’isola: la cattedrale fu dedicata a Saint Pierre, mentre l’isola fu chiamata Maguelonne. Il Comune non a caso, ancora oggi si chiama Villeneuve-lès-Maguelone.

Bella Maghelona Saluzzo affresco
Il palazzo di Via Maghelona a Saluzzo, fotografia di Giulio Rosingana

Il dipinto di Saluzzo

Se di questa leggenda francese a Napoli oggi non esiste la minima traccia, non si può dire lo stesso in Piemonte, un territorio particolarmente influenzato dalla cultura d’oltralpe. Un testo francese della bella Maghelona è consultabile nella biblioteca di Torino e Saluzzo, invece, vanta un primato davvero affascinante: è l’unico luogo in cui si può ammirare il volto della principessa napoletana. Proprio questa strada era nel XVIII secolo meta di turismo da parte di letterati e intellettuali francesi impegnati nel Grand Tour.

-Federico Quagliuolo

Grazie mille a Giulio Rosingana per questa interessantissima segnalazione e per la fotografia del palazzo.

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