Il bidet è una presenza fissa nella vita di tutti gli italiani. Un compagno quotidiano la cui assenza ci lascia spesso e volentieri spiazzati.

Sebbene sia molto noto nel nostro Paese, quanti conoscono veramente la sua storia? È nato in Francia, ma allora perché ha raggiunto il successo in Italia, partendo dal Regno di Napoli? Ma soprattutto… perché il suo termine deriva da quello di un cavallo estinto?

Cerchiamo di dare risposta a tutti questi quesiti, al fine di rendere onore a un oggetto che è oramai divenuto un simbolo dell’orgoglio italiano!

Storia del bidet: l'oggetto che sconvolge e divide i popoli
Foto di TURPIN Catherine, CC BY-SA 4.0

Le origini francesi del bidet

Partiamo subito con un po’ di storia. La prima testimonianza ufficiale del bidet risale al 1726, quando il nobile marchese d’Argenson entrò nel gabinetto privato di Jeanne-Agnés Berthelot de Pléneuf, nota come madame de Prie. La sorprese a cavalcioni su un primordiale bidet, con le cosce e le natiche scoperte. Non appena il gentiluomo la notò, tentò di defilarsi per porre fine a quella situazione di estremo imbarazzo. Fu però invitato dalla nobildonna a restare, con tutta la malizia del caso…

Dunque il protagonista della nostra storia nacque in Francia. Fu prevalentemente usato dalle nobildonne, le quali ne potevano disporre nelle loro stanze private. Non era dunque un lusso che tutti potevano permettersi. Per di più, i primi esemplari erano finemente decorati e bene si accordavano con lo sfarzo delle dimore settecentesche.

Chiaramente, sarebbe sbagliato immaginare l’uso del bidet simile a quello dei giorni nostri! Innanzitutto bisogna tenere presente che non esisteva l’acqua corrente. Per di più, il concetto di igiene intima era lontano anni luce dal modello attuale!

Ben presto, il bidet subì un processo di demonizzazione, portato avanti in special modo dalla compagine ecclesiastica. I motivi sono principalmente due: il suo utilizzo obbliga necessariamente a scoprire le parti intime e per di più la posizione che si assume nell’adoperarlo non è certa delle più caste.

Storia del bidet: l'oggetto che sconvolge e divide i popoli
La Toilette intime di Louis Léopold Boilly, 1741. La posizione a cavalcioni che si assume nell’adoperare l’oggetto fu uno dei motivi principali di scandalo che portò alla demonizzazione del bidet.

Fu per questo che nella Francia di fine Settecento il bidet fu lentamente declassato e finì per essere etichettato come strumento dei postriboli, usato prevalentemente dalle prostitute per ovvie ragioni di lavoro.

Il bidet nel Regno di Napoli

Nonostante l’origine francese, fu nel Regno di Napoli che il bidet ebbe una migliore fortuna. Fu introdotto da Maria Carolina d’Asburgo Lorena, moglie dal 1768 di Ferdinando.

La regina fece collocare nei suoi appartamenti privati della reggia di Caserta una toilette che includeva anche il bidet, introducendo una moda che col tempo acquistò fortuna.

Fu così che un oggetto nato in Francia si diffuse nel Sud Italia. D’altronde, sono tanti gli esempi che ci fanno percepire l’influenza che ebbero le varie culture (spagnola, greca, araba, francese e non solo) su Napoli.

Origine del nome

A questo punto la domanda sorge spontanea: ma cosa significa esattamente il termine “bidet”?

La parola “bidet” pare abbia un nesso proprio con la posizione a cavalcioni con la quale lo si usa. È la stessa motivazione per la quale questo oggetto fu mal visto dalla classe più pudica.

Il termine francese, infatti, significa “piccolo cavallo”. Il “bidetto” era dunque un piccolo cavallo francese, ormai estinto, che era diffuso anche in territorio italiano.

Una teoria che presta il fianco a una serie di risvolti erotici, per uno degli arredi più controversi e dibattuti, motivo di accesi scontri culturali.

Foto di copertina di Pére Igor, CC BY-SA 4.0.

Bibliografia

  • L.SPADANUDA, Storia del bidet: un grande contenitore ideologico, Castelvecchi 1998.

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