“Maradona, non sarà mai un uomo comune”, scriveva il giornalista Gianni Minà. Un bambino prodigio argentino vissuto, a Lanús, in estrema povertà. Quinto figlio di otto figli, si serviva di un vecchio pallone di calcio come nessun altro al mondo. Il mito del calcio, Maradona, ebbe inizio nel fango e nella polvere fino ad arrivare alla favolosa Mano de Dios, esercitando la giustizia della sua nazionale, portavoce della questione meridionale: il Nord Italia della famiglia Agnelli contro il Sud Italia degli emarginati e reietti.
Un mito, una leggenda, un Dio. Maradona, pieno di sentimenti, è morto portandoseli tutto dentro: “triste, solitario y final”, come lo descriveva Minà. Sembra che Dio sia morto, ma ha lasciato un seme che sta fiorendo a distanza di trenta mesi della sua scomparsa nei cuori delle persone.
Lo celebrano, lo ricordano e gli dedicano opere d’arte in tutto il mondo. Il Dio del calcio non è morto, ma si è tramutato in sculture di bronzo inscalfibile con un sospiro vitale nella città di Napoli, alla quale ha regalato grandi emozioni e soddisfazioni, abbattendo soprusi e ingiustizie. Uno scultore, Dario Caruso, classe ’76, ha avuto l’arduo compito di tramutare le membra del campione argentino in bronzo, non facendolo cadere in oblio la leggenda del calcio di tutti i tempi.
Dario Caruso e l’amore per l’arte
Dario Caruso era un portento per l’arte già in tenere età: svolgeva lavori in plastilina, creando piccoli oggettini. Si iscrive alla facoltà di architettura di Napoli per poi spostarsi a Bologna per frequentare il D.A.M.S. La sua vena artistica prende il sopravvento nel 2001 quando apre una bottega nel palazzo Carafa, al centro storico di Napoli, cuore pulsante dell’arte napoletana.
In quel dedalo di viuzze strette che percorrono la città, apprende l’arte presepiale, facendo esperienza in campo artistico.
Dario Caruso lavora attualmente nella Fonderia Nolana Del Giudice. Modella e deforma a suo piacimento il metallo per dargli un’anima. Nel 2016 fonda un’altra bottega in provincia di Caserta, un luogo ragguardevole di opere d’arte e di storia legata alla famiglia Borbone.
Le sue prime sculture e i suoi primi successi in campo scultoreo
Dario Caruso ebbe grandi incarichi che lo resero gioioso del suo lavoro e della sua scelta lavorativa: una Madonna miracolosa alta tre metri ed esposta, nel 2014, in Canada; un angelo di tre metri e quaranta centimetri in un cimitero americano nel 2015, un bassorilievo di una Madonna col bambino per una chiesa di Londra nel 2019, un monumento composto da cinque figure di bronzo alla Resistenza ad Acerra nel 2022 e una scultura altezza naturale di Dante Alighieri.
Lo scultore Dario Caruso dà vita alla statua di D10S
Particolare della statua di Maradona realizzata da Dario Caruso voluta da Stefano Ceci
Il progetto della statua di Maradona iniziò nel lontano 2017, quando Stefano Ceci, amico ed ex manager di Maradona, e il Pibe de Oro immaginavano di realizzare una statua bronzea dei tempi migliori del campione argentino.
L’idea di Diego Armando Maradona piacque tanto a Stefano Ceci il quale accolse la richiesta del suo amico di vecchia data e socio in affari. Un progetto lungo e durato anni che Maradona in persona non riuscì a vedere con i propri occhi.
Quattro anni di intenso lavoro, dal 2017 al 2021, per la realizzazione della statua raffigurante Maradona. Furono raccolti i calchi del piede e della mano sinistra, ricoperte in un primo momento dalla foglia oro, in 2D e in 3D.
Stefano Ceci si rivolse alla già nota Fonderia Nolana Del Giudice per i lavori svolti alla Madonnina sul Duomo di Milano. Lì conobbe il maestro Dario Caruso con il quale pianificarono i vari dettagli della statua.
Caruso doveva solo realizzare il capo di Maradona, il corpo della statua, invece, doveva essere forgiata da un équipe di grafici. Il caso volle che Caruso ebbe la sua grande occasione di realizzare l’intera statua.
Caruso lavorò in sinergia per superare gli ostacoli imposti dal caso, con grande forza di volontà. Il risultato finale non lascia grandi lamentele ai tifosi: Un Maradona in movimento, che avanza con il pallone sul ginocchio verso la metà campo degli avversari, una capigliatura vaporosa, tipica di Maradona. La statua di Maradona è stata presentata durante il 28 novembre 2021 nella partita Napoli – Lazio.
Maradona e Acerra: Dio non è ancora morto
Nel 2019 Dario Caruso ebbe un incarico dal Comune di Acerra: una nuova statua di Maradona. Il committente dell’opera fu Raffaele Lettieri, sindaco del piccolo comune in provincia di Napoli. L’opera aveva la finalità di omaggiare Diego Armando Maradona per la partita di beneficenza che giocò per la raccolta di fondi di un’operazione chirurgica di un bambino.
Il programma della realizzazione della statua di Maradona consisteva la rappresentazione di Maradona in scivolata, ma l’ex sindaco Raffaele Lettieri diede un’unica indicazione all’artista: realizzare una statua che lo rappresentasse al meglio durante la partita di beneficenza disputata ad Acerra alla quale Diego prese parte con la maglia con la scritta Cirio e vari loghi dell’85.
Lo scopo era di dare un’immagine di Maradona umana. “Maradona, infatti, si è abbassato, si è sporcato giocando quella partita. Ho pensato di realizzare, vedendo il fotogramma della partita del fango, una statua di Maradona alla fine del match, in piedi con le mani sui fianchi”.
Il 20 marzo 2022, alle ore 10,30, fu presentata la statua.
Sitografia:
https://www.ilmessaggero.it/AMP/pay/maradona_statua_stadio_formia_dario_caruso-6326281.htm
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