Nella piccola, quasi anonima, Chiesa di Santa Maria del Sepolcro a Potenza, si cela un capolavoro inaspettato: una copia esatta del celebre Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino. La scultura marmorea del 1753, che troneggi al centro di Museo Cappella Sansevero nel centro storico di Napoli, è considerata uno dei massimi capolavori dell’arte scultorea.
Ma il Cristo Velato di Potenza lungi dall’essere una semplice replica. Si tratta di un’opera lignea che si configura come una riproposizione dell’originale capolavoro barocco napoletano.
L’opera è stata realizzata nel 2014 dallo scultore altoatesino Helmut Perathoner. La scultura si avvale di un sapiente gioco di materiali e cromie che la rendono unica nel suo genere. Il legno di cirmolo, tipico delle Alpi, viene ricoperto da strati di gesso, colorato per assumere l’aspetto del marmo originale dell’opera cui si ispira, creando una perfetta illusione di realismo che lascia stupiti i visitatori.
Cristo Velato di Potenza, un’opera a sé stante
È importante sottolineare come la copia non vada intesa come una mera riproduzione dell’originale, bensì come un “instrumentum di conoscenza”, uno strumento al servizio dell’arte e degli amanti dell’arte, che funge da “tramite comunicativo” tra l’opera originale e il pubblico che desidera conoscerla. Attraverso questa copia, infatti, lo spettatore può così approfondire la propria conoscenza del capolavoro del Sanmartino, che altrimenti non potrebbe ammirare se non giungendo a Napoli. I visitatori possono parimente coglierne sfumature e dettagli, che potrebbero sfuggire all’osservazione dell’originale, tra restrizioni e ingenti flussi turistici.
La presenza del Cristo Velato a Potenza rappresenta dunque un’occasione preziosa per ammirare un’opera di grande valore storico-artistico, capace di emozionare e di stimolare riflessioni profonde sul tema della morte e della Resurrezione.
Il Cristo Velato di Potenza, invito alla scoperta
L’invito è rivolto a tutti gli amanti della cultura: visitare la piccola Chiesa di Santa Maria del Sepolcro a Potenza per lasciarsi catturare dalla bellezza e dal fascino del Cristo Velato.
Un Cristo ligneo di Helmut Perathoner
L’opera di Perathoner è di pregiata fattura e grande spiritualità: il Cristo dello scultore Helmut Perathoner cattura l’attenzione e il raccoglimento di chiunque lo ammiri.
Il legno di cirmolo è noto per la sua morbidezza, che permette una facile lavorazione. Le linee morbide e sinuose del corpo del Cristo esprimono una profonda serenità e abbandono. Il volto emana una dolce malinconia e un’infinita compassione. Le braccia, distese lungo i fianchi, il corpo avvolto nel sudario, i simboli della crocifissione appena avvenuta. Come nell’originale di Sanmartino, Cristo è stato appena deposto. La vividezza delle carni preannuncia la Resurrezione del corpo e dell’anima che certamente arriverà.
Il Cristo Velato del Principe Raimondo di Sangro
Il Principe Raimondo di Sangro, figura di spicco dell’Illuminismo napoletano, commissionò il Cristo Velato per la Cappella Sansevero. Antonio Corradini, abile scultore del barocco, doveva originariamente realizzare la scultura. Tuttavia, la sua prematura scomparsa impedì il completamento del progetto originale. Di Corradini rimane solo un bozzetto in terracotta, conservato presso il Museo Nazionale di San Martino a Napoli.
L’incarico della realizzazione del Cristo Velato passò quindi a Giuseppe Sanmartino. Sanmartino avrebbe dovuto realizzare una statua in marmo a grandezza naturale raffigurante il Cristo morto, avvolto in un sudario trasparente scolpito dallo stesso blocco. La sfida era ardua: tradurre in marmo la morbidezza del velo e la sofferenza del corpo martoriato.
Sanmartino superò brillantemente la prova, creando un’opera di straordinaria bellezza e drammaticità. Il Cristo Velato divenne ben presto un capolavoro iconico, capace di emozionare e commuovere visitatori di ogni epoca e provenienza. La sua fama immortale testimonia il genio di un artista e la lungimiranza di un committente illuminato.
L’arte scultorea in Val Gardena
L’opera di Perathoner si inserisce nella secolare tradizione della Val Gardena, conosciuta per la maestria nella scultura del legno. All’alba del XVII secolo, le ricerche di Wilhelm e Franz Moroder gettarono le basi per la scultura in Val Gardena. Tra i pionieri di quest’arte, emersero Christian Trebinger e Melchior Vinazer, la cui dinastia dominò il panorama scultoreo religioso fino al tardo XVIII secolo. La loro abilità si esplicava sia in opere sacre di grandi dimensioni che in manufatti più piccoli, realizzati in legno e alabastro.
L’arte scultorea in Val Gardena affonda le sue radici in un passato fecondo, che si tramanda di generazione in generazione. Dalle prime dinastie di maestri al Barocco, fino alla produzione seriale di stampo profano, la scultura ha rappresentato un elemento fondamentale della cultura e dell’economia locale, contribuendo a plasmare l’identità artistica della valle.
Il “Cristo Nascosto”: un’opera d’arte velata per la maggior parte dell’anno
L’opera viene è definita “Cristo Nascosto”, poiché si rivela al pubblico soltanto durante il periodo quaresimale. Per il resto dell’anno, infatti, questo Cristo Velato rimarrebbe custodito nella sacrestia, celato agli occhi dei visitatori e alimentando un alone di mistero che ha dato origine al suo soprannome.
La scelta di esporre il dipinto solo in Quaresima non è casuale. Questo periodo liturgico, dedicato alla riflessione e al raccoglimento interiore, trova nella rappresentazione sofferente del Cristo un’eco profonda, invitando i fedeli a meditare sulla Passione e sulla morte di Gesù.
L’opera assume un valore ancora più significativo quando è esposta, poiché avvolta da un velo di segretezza per la maggior parte dell’anno. La sua bellezza e il suo messaggio religioso assumono una forza dirompente, amplificata dal periodo di attesa e di preparazione spirituale che la precede.
Il “Cristo Nascosto” rappresenta quindi un’opera d’arte unica nel suo genere, non solo per il suo valore intrinseco e artigianale, e per il modo in cui è esposto al pubblico. La sua periodica esposizione crea un’aura di mistero e di attesa che rende l’esperienza ancora più intensa e coinvolgente e invita i visitatori a scoprire tutto l’anno la bellezza senza tempo dell’originale a Napoli.
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