Nel cuore del Vomero, in via Belvedere, la maestosa Villa Belvedere è tra i più antichi edifici del quartiere, testimone di un Vomero completamente diverso da quello di oggi.
Villa Belvedere, le origini
Villa Carafa di Belvedere venne costruita nel Seicento come dimora di campagna di Ferdinando Vandeneynden.
Ferdinando era figlio di un mercante fiammingo che era giunto a Napoli in cerca di fortuna. La sua era una famiglia agiata, viveva nel prestigioso Palazzo Zevallos, in via Toledo. Nel corso degli anni le loro ricchezze si accrebbero e Ferdinando arrivò ad acquisire il titolo nobiliare di marchese di Castelnuovo. Nel 1670, però, si ammalò di tisi e per sopravvivere decise di traferirsi lontano dalla frenetica vita di città. Scelse così proprio la collina del Vomero come luogo ideale per la sua guarigione.
All’epoca infatti il quartiere non aveva l’aspetto odierno, ma la collina era praticamente disabitata e per lo più ricoperta da campagne. Ferdinando affidò il progetto della sua dimora al monaco certosino Bonaventura Presti. Si trattava di un’opera ambiziosa, con interni decorati con marmi e affreschi e un immenso giardino, che si estendeva dalla collina fino al mare. Il marchese però si traferì nella villa solo per pochi mesi. Morì, infatti, ancor prima che tutti i lavori fossero terminati.
Da dimora di campagna ad ambiente regale
L’edificio fu dato in dote alle figlie di Ferdinando e venne chiamato ufficialmente Villa Carafa Belvedere quando una di loro, Elisabetta, sposò Carlo Carafa, principe di Belvedere. La villa assunse così i connotati di un ambiente regale. Venne costruito il porticato e il bellissimo giardino all’italiana. Con il passare degli anni la Villa ha subito le più disparate trasformazioni e ha accolto nelle sue sale i più illustri ospiti tra cui la famiglia dei Borbone. Nel Novecento divenne a tutti gli effetti un condominio, cominciava a non essere più una delle poche costruzioni esistenti sulla collina: stava nascendo il quartiere Vomero. Oggi è abitata da personalità di spicco tra cui l’artista Sergio Fermariello e il più grande collezionista al mondo di cimeli e ricordi di Rossini: Sergio Ragni.
Sergio Ragni, il più grande collezionista al mondo di Rossini
Sergio Ragni ha dedicato buona parte della sua vita alla ricerca e agli studi della figura di Gioacchino Rossini che sin dalla sua epoca era uno dei compositori più conosciuti. Rossini fu un autore celebratissimo: grazie tale notorietà Sergio Ragni è riuscito ad ampliare la sua collezione costituita soprattutto da autigrafi e ritratti. “Nel mio Salone della Musica ho avuto il piacere di accogliere i più grandi cantanti che hanno dedicato la loro attività esclusivamente a Rossini, da Marilyn Horne a Cecilia Bartoli.” Afferma il collezionista in un ambiente che racconta la storia del musicista settecentesco.
Villa Belvedere non è più un piccolo paradiso immerso nel verde come un tempo, ma conserva ancora un’atmosfera regale. Il suo cortile e le sue sale sono testimoni di un fascino senza tempo.
Laura d’Avossa
Leave a Reply