Napoli è generalmente conosciuta in Italia e nel mondo intero come “la città del mare e del sole”, dove il clima è piacevole e leggero per tutto l’anno, anche durante i mesi invernali più rigidi che dovrebbero mettere a dura prova la sopportazione del freddo del napoletano medio.
Aurora boreale a Napoli? Siamo seri?
Ci fu in particolare un anno, o meglio una sera, quella del 17 novembre 1848, in cui i Napoletani (e gli italiani tutti, sparsi in lungo per la penisola) assistettero a un fenomeno più unico che raro a queste latitudini: la comparsa dell’Aurora boreale. Forse proprio in questi minuti qualche lettore sta progettando un viaggio in Islanda o magari alle sperdute isole Lofoten, nella Norvegia del Nord, per ammirare l’intensa luce verdastra dell’aurora boreale. Uno dei fenomeni naturali più affascinanti e più fotografati al mondo.
Un articolo pubblicato sulla rivista romana “L’album” descrisse in dettaglio l’evento astronomico e il disegno dal vero che l’accompagna: “Un non piccolo numero di persone anche ancor si trovava per le vie rallegrate in quella sera da una imponente festosa dimostrazione, rimaneva estatico a contemplare quel brillantissimo chiarore [che] rallegrava l’invidiato cielo di Roma”.
Salvatore Fergola: l’uomo giusto al momento giusto
A Napoli invece ci pensò Salvatore Fergola, rappresentante di spicco della pittura napoletana post-restaurazione a immortalare il momento, proprio come se fosse stato un fotografo naturalista ante-litteram, sprovvisto di “parametri fotografici” da regolare che al giorno d’oggi ci agevolano ad ottenere un’ottima foto del cielo notturno, come esposizione e ISO.
Fergola, tra i principali esponenti della scuola di Posillipo, realizzò due diversi esemplari del dipinto che verosimilmente rappresentano due successive fasi dell’aurora boreale a Napoli: il primo dai colori più leggeri e con gli splendenti raggi di luce che sovrastano le campagne a nord ovest dell’osservatorio di Capodimonte; il secondo, dai toni rosso acceso, mostra in primo piano un gruppo di persone raccolte davanti a un’edicola votiva.
Non il solito verde
Che la luce emanata dall’aurora non fu come di consueto del classico colore verdastro (che invece appare con il “raggio verde di Ischia”) ce lo conferma anche il direttore dell’Osservatorio astronomico della Real di Marina, Mario Patrelli, che osservò questa particolare luce che a lui sembrò il riverbero di un vasto incendio. Il cielo apparve come avvolto di un leggerissimo vapore rosso fino dietro le colline di Capodimonte.
“Ben presto acquistò una movenza ed una variabilità continua, mostrando in diversi punti, ora il cielo nel suo naturale colore, ora addensamento del purpureo vapore: talvolta era strisciata di fasce verticali, o rosse a diversa gradazione di densità, o di luce gialla e bianca frammischiata di strisce rossastre”.
Mario Patrelli, direttore dell’Osservatorio di Capodimonte
Probabilmente il motivo della colorazione “insolita” dell’aurora boreale a Napoli è da ricercarsi nella diversa latitudine da dove il fenomeno è osservato. Ciò che è innegabile è che fu di sicuro il risultato di una particolarmente intensa attività solare che si è ripetuta raramente in zone così lontane dai poli magnetici e che contribuì a rendere unica quella sera del 1848.
-Alessandro Nappa
- https://books.google.it/books?id=IENFAAAAYAAJ&pg=PA384&lpg=PA384&dq=aurora%20boreale%20Osservatorio%20Astronomico%20della%20Real%20Marina%20Napoli&source=bl&ots=dJTLMdgK3V&sig=ACfU3U2ULOayzH4S6meYGUVVpbsegFHVlQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiMhuSc94TsAhVG6aQKHYarB7oQ6AEwCHoECAkQAQ&fbclid=IwAR03H9NE3NmU5xky0_8TygqvaCMjy6yObtwImyKT-bccZvwD83dvhpwpmFY#v=onepage&q=aurora%20boreale%20Osservatorio%20Astronomico%20della%20Real%20Marina%20Napoli&f=false
- Rendiconto della adunanze e de’lavori della Reale accademia delle scienze: Volume 7. Accademia delle scienze (Naples, Italy) gen 1848
- https://tracieloeterra.bicentenarioangelosecchi.it/lavita/exile/stonyhurst-ministers-journal-1847-1848/laurora-boreale-osservata-a-napoli/
- Salvatore Fergola – L’aurora boreale osservata a Napoli il 17 ottobre 1848 dall’Osservatorio Reale di Capodimonte – Carlo Virgilio & C.
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