Casa Cupiello è una delle case più note della drammaturgia italiana.
Alzi la mano, infatti, chi almeno una volta non ha visto “Natale in casa Cupiello” e ha fatto sue almeno una delle frasi pronunciate dai personaggi.
Eduardo De Filippo, nei panni del Signor Luca Cupiello, insieme alla sua famiglia e col loro modo di essere hanno fatto emozionare l’ Italia intera.
La mitica frase “Te piace ‘o presepio?’” è capita da tutta la penisola, poiché i fratelli De Filippo sono un patrimonio non solo di Napoli, ma dell’Italia tutta!
I fratelli De Filippo, un trio formidabile
Eduardo ed i fratelli Peppino e Titina erano figli d’arte (ma illegittimi) dell’attore Eduardo Scarpetta e di Luisa De Filippo.
Eduardo debutta giovanissimo, nel 1905, sul palcoscenico con la compagnia paterna nel ruolo di “Peppiniello” in “Miseria e nobiltà“.
Nel 1913 entra ufficialmente in quella del fratellastro Vincenzo e vi rimane fino al 1920, quando viene chiamato alle armi. Finita la leva militare, riprende a recitare e si unisce a vari gruppi di attori per poi tornare a quella di partenza, ritrovando Peppino e Titina.
Nel 1931 i tre fratelli fondano la loro compagnia, il Teatro Umoristico “I De Filippo” diretta dallo stesso Eduardo, riscuotendo un notevole successo, tanto da iniziare delle tournée anche in altre città italiane.
E’ proprio di quegli anni che nasce “Natale in casa Cupiello”
Il 1954, invece, è l’anno della rottura: i rapporti tra Peppino e Eduardo si inaspriscono talmente tanto da decidere per lo scioglimento della compagnia ed ognuno dei due ne fonda una propria. Titina, invece, rimane con Eduardo.
“Natale in casa Cupiello“: l’essenza del dramma nella semplicità della trama
Il dramma è in 3 atti.
I fatti iniziano la mattina dell’antivigilia di Natale nella camera da letto di Luca e Concetta Cupiello e arrivano fino ai giorni immediatamente precedenti l’ultimo dell’anno.
Attraverso le stanze del piccolo appartamento, lo spettatore assiste alla preparazione del presepe – altro indiscusso protagonista – e del cenone della Vigilia.
La sera della Vigilia si consuma il dramma: la scoperta del tradimento della figlia verso il marito e il fallimento del matrimonio.
Luca, colpito da malore, si alletta silenziosamente, ma senza speranza di ripresa.
In quell’allettarsi silenzioso c’è il dramma della famiglia napoletana contemporanea ai De Filippo: i matrimoni combinati, il divertimento semplice all’interno delle mura domestiche, come la scena in cui i protagonisti si “travestono”, seppure in modo semplice e “arrangiato”, da Re Magi per portare i loro doni a Concetta.
Ad esso si aggiunge la lettura dell’immancabile letterina natalizia di un figlio ormai adulto per età, ma lontano dall’esserlo realmente, i sacrifici economici per fare la spesa del cenone.
Non secondaria la figura di Tommasino, il figlio minore che si candida ad essere l’antagonista per eccellenza del padre Luca, che da “giovane moderno” non gli piace il presepe, sebbene fatto dal padre e con immenso amore.
La famiglia Cupiello: una realtà napoletana
La scontro generazionale tra padre e figlio si consuma sempre nello stesso modo: alla domanda del padre: “Te piace ‘o presepio?’” Tommasino insolentemente risponde con un secco: “No, nun m’ piac’ ‘o presepio!”
Il successo del dramma più famoso dei De Filippo è stato talmente tale che la sera del 22 dicembre 2020 è stata proposta una nuova versione televisiva, nella quale il ruolo che fu di Eduardo è andato all’attore Sergio Castellitto.
L’anno successivo, il 30 dicembre 2021, è andato in onda “I fratelli De Filippo ” che, non solo non ha deluso le aspettative, ma di certo ha fatto amare ancora di più i tre attori.
Una parte del film, fino al finale, è dedicata proprio alla stesura di “Natale in casa Cupiello“, lasciando intendere che l’opera nasca da un Natale trascorso in casa loro.
Le origini della stesura del dramma, che sia vero o semplice trasposizione cinematografica, le lasciamo alla critica competente: “Natale in casa Cupiello” era e resta l’opera dedicata al Natale più amata.
ll dramma della miseria nelle quattro mura di una casa, l’ingenuità del capofamiglia che amorevolmente accoglie tutti, così come invita ad accogliere il Bambino Gesù nelle case attraverso il presepe, lascia sempre riflettere.
Sul letto, morente, Luca chiede, forse per un’ultima volta al figlio, se gli piace il presepe. Tommasino, abbracciando il padre allettato, commosso risponde: “Si! M’ Piac’ ‘o presepio!”.
‘E’ Bell ‘o presepio!”
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