Il suo paese, Civitanova del Sannio, lo celebra ancora oggi come un santo.In realtà lo stesso Cardarelli, negli ultimi anni di vita, seppe che l’Università stava preparando un grandioso funerale per la sua dipartita, ma disse chiaramente di non celebrare nulla e destinare la sua intera eredità per fondare una borsa di studio atta a finanziare gli studi di un giovane meritevole (una disposizione testamentaria che non fu mai realizzata).
Il popolo, però, trovò una maniera spontanea per salutare l’uomo, il medico più amato da tutta Napoli assieme a Moscati: il funerale fu organizzato proprio a spese degli studenti della facoltà di Medicina.Quando si parla di Antonio Cardarelli bisogna infatti chinare il capo: medico e studioso fra i più autorevoli di tutto il XX Secolo, le sue pubblicazioni erano studiate nelle università di tutto il mondo.
Aveva capacità diagnostiche leggendarie, tant’è vero che si raccontano decine di aneddoti che lo riguardano, come, ad esempio, quando nel 1903 criticò le diagnosi dei medici di Papa Leone XIII, che gli diagnosticarono una pleurite.
Durante un colloquio con uno studente, Cardarelli disse “Il Papa ha un tumore e morirà a breve“. “Maestro, come può diagnosticarlo senza neanche averlo visitato?” “Le informazioni del bollettino medico vaticano non lasciano spazio a interpretazioni“.
Questo breve dialogo fu maliziosamente pubblicato su un giornale dallo stesso studente, mettendo alla gogna pubblica il suo maestro.Per aver osato contraddire le diagnosi dei medici migliori d’Europa, infatti, il Vaticano e l’intera comunità scientifica lo derisero.
Papa Leone XIII morì poco dopo e, per quanto si sa, non gli venne neanche fatta l’autopsia: Cardarelli aveva avuto ragione.
Come Moscati, spese tutta la sua vita a curare i meno abbienti, ma rimase un uomo fortemente laico, a differenza del Santo. A causa delle leggi fasciste, poi, fu costretto a ritirarsi dall’insegnamento a 92 anni fra le proteste di tutti gli studenti universitari di Napoli, che lo andarono a prendere a casa, per seguire le sue lezioni privatamente.
Potremmo scrivere libri su Cardarelli, ma speriamo che la nostra modesta storia sia la giusta ispirazione per i medici (e futuri medici!) che ci seguono.
-Federico Quagliuolo
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