Nei pressi della fermata Piazza Leopardi, proprio a pochi passi dall’Editto del ‘700 sorge la chiesa di San Vitale Martire.
L’edificio che vediamo oggi richiama le classiche forme dell’architettura fascista, anche se fu costruito nel 1952: squadrato, semplice, realizzato con materiali resistenti che valorizzano le simmetrie perfette delle forme. Tutto per ricordare l’impero romano e la sua potenza. L’architetto volle rispettare la filosofia razionale del quartiere di Fuorigrotta con quest’opera.
La prima tomba di Leopardi a Fuorigrotta
Un filo invisibile tiene insieme due elementi così diversi ma entrambi legati ad un personaggio misterioso, che da sempre ha affascinato gli italiani: Giacomo Leopardi.
La tomba di Leopardi, si trova al Parco Vergiliano dal 1939, ma il nostro caro Giacomo morì nel 1837, circa cent’anni prima. In questo lunghissimo arco di tempo non riposò in grandi chiese e non ebbe monumenti alla memoria, ma fu creato, su ordine del suo amico intimo Ranieri, un sepolcro a Fuorigrotta, nella “nostra” chiesa di San Vitale.
Qualche anno dopo, nel 1897, la tomba fu dichiarata con legge “Monumento Nazionale” e la chiesa fu completamente ristrutturata per l’occasione. Il nome della piazza antistante diventò Piazza Leopardi e, per rendere ulteriormente omaggio al poeta, la stazione della direttissima inaugurata nel 1927 apriva le sue porte proprio davanti alla piazzetta con la tomba del poeta.
Poi “Sua Maestà il Piccone”, come lo chiamavano i fascisti, dieci anni dopo rinnovò completamente l’intero quartiere, che era poco più di un villaggio agricolo. Fu infatti decisa sul finire degli anni ’30 la costruzione della Mostra d’Oltremare e del nuovo quartiere residenziale, che doveva essere una zona borghese di Napoli, un po’ come l’EUR di Roma, ma in versione più piccola. In queste demolizioni furiose, che venivano annunciate ogni mese nei cinegiornali Luce, ci finì anche la vecchia chiesa di San Vitale, ristrutturata appena 20 anni prima. E dovremo aspettare altri 20 anni per vederla ricostruita, dato che al posto di Piazza San Vitale fu costruito un tratto di Viale Giulio Cesare.
La moderna San Vitale
La tomba del poeta (ma non le ossa, dato che non sappiamo dove siano!) fu spostata nel verde parco Vergiliano, accanto al grande Virgilio, dove si trova ancora oggi.
La chiesa che vediamo in alto fu costruita nel dopoguerra, eliminando Piazza Italia. Anche questa prende il nome di Chiesa di San Vitale, per ricordare l’antico passato che nessuno sembra conoscere.
Non si tratta però di una chiesa del tutto moderna: al suo interno conserva due dipinti di Luca Giordano, che uniscono passato e presente, fra un luogo inesistente e una chiesa moderna. E il poeta di Recanati, a Fuorigrotta, si è trasferito nel nome di un’altra strada, Via Leopardi.
Che confusione!
-Roberta Montesano e Federico Quagliuolo
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