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Durante le vacanze sul litorale Domizio, molto probabilmente, ci saremo imbattuti in un negozio, in un lido o in una località con il nome “Sinuessa“.

Si tratta di un omaggio ad una città non più esistente. Una Atlantide in formato Mondragone.

Il porto di Sinuessa scoperto grazie a Google Earth

Sommersa dall’acqua

Non si sa moltissimo di questa città, ma le informazioni che abbiamo la qualificano come uno dei punti più ricchi nel nord della Campania. Quasi sicuramente fu spazzata via da un terremoto straordinario seguito da uno tsunami. Si trattava di un luogo strategico nella zona Aurunca, lo testimonia anche il fatto che, dopo la sparizione della città antica, non ci furono più porti fra Pozzuoli e Gaeta, lasciando un’enorme fetta di costa non presidiata.

Fu fondata dai romani nel 296 A.C. assieme all’antica Minturno e presto diventò uno degli insediamenti più ricchi della Campania: la giovane Roma, che ancora non immaginava il suo futuro da dominatrice del mondo, all’epoca aveva appena sconfitto gli Aurunci e si apprestava a fare un’unificazione d’Italia ante litteram.

Le popolazioni campane erano tante, diverse e molto tenaci: i Sanniti su tutti, ad esempio, diedero filo da torcere ai romani per altri 200 anni. Nel caso degli Aurunci, invece, la guerra si risolse con la distruzione di Vescia, e la costruzione di Sinuessa al suo posto.

Sinuessa ricostruzione
Una ricostruzione dell’estensione di Sinuessa

Tra vino, terme e ozi romani

La cittadina, nel periodo del suo massimo splendore, doveva essere una località da sogno, un luogo vacanziero capace di sconvolgere probabilmente anche i sogni palazzinari dei fratelli Coppola. E in effetti anticipò di 2000 anni l’ambizione che ebbero i palazzinari nel voler creare una città strategica sulla costa dell’alta Campania.

Quasi certamente la Via Appia, la leggendaria strada consolare che collegava Roma con Brindisi e che esiste ancora oggi, giungesse anche a Sinuessa, garantendo un collegamento diretto con Roma e, successivamente, con le vicine Suessa (Sessa Aurunca) e Volturnum (Castel Volturno).

La “Venere di Sinuessa”, una statua che raffigura una ninfa mentre si toglie i vestiti prima di fare il bagno. Pare sia appartenuta a Cicerone, fu ritrovata nel 1911 dentro una vigna

La città possedeva un mix vincente di due cose che i romani amavano alla follia: vino e terme.

Il Falerno del Massico, che ancora oggi è l’orgoglio di Mondragone e dintorni, era un vino prodotto sui monti proprio alle spalle delle tantissime villette romane. Era conosciuto in tutto l’Impero e celebrato da molti autori antichi, come Orazio ad esempio.

Anche le terme erano particolarmente rinomate: si parlava spesso delle “Aquae Sinuessanae” come il non plus ultra del percorso benessere. Ancora oggi spuntano diversi frammenti dell’antico complesso termale fra Cellole e Mondragone.

La città fu scelta anche da numerosi “vip” dell’epoca antica. Su tutti, con una buona dose di certezza, si può dire che ci sia passato anche Marco Tullio Cicerone, che aveva una villa da queste parti.

Tra i “Sinuessani” famosi compare anche Gaio Ofonio Tigellino, che era il più fedele, rozzo e feroce funzionario dell’imperatore Nerone. Fu proprio lui, dopo la Congiura dei Pisoni, a costringere al suicidio Petronio, Lucio Anneo Seneca e tutti i personaggi che tramarono contro l’imperatore nel 65 D.C.
Chi di suicidio aggredisce, però, di suicidio perisce.
Quattro anni dopo la congiura, però, toccò anche a Tigellino il suicidio: Otone era il nuovo imperatore di Roma e, per vendetta, ordinò la morte.
Così, nel cortile della villa di Sinuessa, l’ex prefetto si tagliò la gola.

La villa di Tigellino è stata individuata, con una buona probabilità, in un complesso di rovine ancora oggi esistenti. Fu riqualificata nel 2008, ma presto diventò oggetto di atti di vandalismo. Oggi parte dell’area archeologica versa in un fortissimo stato di abbandono, fra carcasse di animali e spazzatura. Un’altra parte con un bellissimo mosaico, invece, fa parte dell’omonimo ristorante, che si trova nel comune di Cellole, in località Baia Felice.

Sinuessa e la misteriosa sparizione

La città seguì le vicende dell’impero romano. Dopo il V secolo d.C., l’Italia intera si divise e diventò terra di conquista per tutte le monarchie d’Europa. In Campania l’esperienza post-romana si divise fra il Ducato di Napoli, il Principato di Salerno e il Ducato di Benevento, che conquistò buona parte del Sud Italia e si espanse fino all’Abruzzo. Era appena cominciato il Medioevo.

Il destino del Sud Italia avrebbe poi visto i Normanni, i Catalani, i Francesi, gli Spagnoli, gli Austriaci, i Borbone di Napoli e, oggi, l’Italia unita.

Gli ultimi 1200 anni di Storia, però, Sinuessa non li ha mai conosciuti.

Un cataclisma, intorno al IX secolo, fece arretrare la costa di diverse decine di metri facendo sprofondare la zona portuale sotto il livello del mare. La parte della città sviluppata nell’entroterra, invece, è sopravvissuta in diversi ritrovamenti. La città, che nacque con gli antichi romani, come per una maledizione, sparì assieme a loro.

Riferimenti:
https://www.famedisud.it/sinuessa-lantica-citta-del-vino-falerno-rilevati-da-google-earth-alcuni-resti-in-mare/
http://www.treccani.it/enciclopedia/sinuessa_%28Enciclopedia-Italiana%29
https://books.google.it/books?id=N-NlS_8TOaYC&pg=PP123&lpg=PP123&dq=aquae+sinuessanae&source=bl&ots=5SK5m6msIQ&sig=ACfU3U2rDwnYCwrDwcR1tiF6ma9uKRTIog&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiBp9ruv_jpAhWh2aYKHaLGC-IQ6AEwCXoECAUQAQ#v=onepage&q=aquae%20sinuessanae&f=false
https://www.qdnapoli.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3397:campania-segreta-sinuessa&catid=15&Itemid=108
https://www.ilmessaggero.it/italia/sinuessa_la_citta_romana_sommersa_catturata_satellite-4115480.html
https://www.researchgate.net/figure/A-The-lands-of-Minturnae-Suessa-Aurunca-and-Sinuessa-western-part-were-divided-by_fig79_334319057

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  1. Nico di Ienno Avatar
    Nico di Ienno

    Immenso piacere… Ecco cosa emani dal tuo lavoro. Bravo e grazie.

  2. Nico di Ienno Avatar
    Nico di Ienno

    Bravo, grazie per il lavoro che con generosità ci doni.

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