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Secondigliano ha un suo santo. Si chiama Gaetano Errico ed è stato l’uomo più amato del paese prima e dopo la sua morte: dedicò la sua intera esistenza all’assistenza dei poveri della zona ed era un seguace del geniale Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Si racconta che un giorno vide in sogno il santo nato nel vicino villaggio di Marianella e, su sua indicazione fondò i Missionari del Sacro Cuore di Maria che oggi sono un’organizzazione religiosa internazionale.

Gli abitanti di Secondigliano ancora oggi lo venerano nella chiesa che fece costruire dopo una lunga battaglia, oltre ad attribuirgli tantissimi miracoli: si dice che abbia fatto trovare viva una bambina caduta dentro un pozzo artesiano, così come abbia salvato il quartiere dal colera del 1884. Ancora oggi i più anziani parlano di lui quasi come se fosse un vecchio amico.

San Gaetano Errico visione
San Gaetano Errico riceve in visione Sant’Alfonso de’ Liguori

16 chilometri a piedi pur di andare a scuola

Come tutte le periferie, Secondigliano era un luogo difficile anche in passato. Due secoli fa non esistevano clan di camorra con le tante cronache pessime che hanno rovinato l’immagine della provincia di Napoli ma, essendo un territorio poverissimo, era quasi impossibile per un contadino riuscire ad ottenere un avanzamento sociale. I più fortunati riuscivano a pagare la retta dei seminari, in modo da poter studiare e ottenere un sussidio dalla Chiesa dopo aver cominciato la carriera nel clero.
A rompere questa barriera fatta di povertà ci sono infatti tante le storie di personaggi straordinari che hanno intrapreso la via dello studio grazie solo alla forza di volontà, come ad esempio Gennaro Aspreno Rocco di Afragola.

Il giovanissimo Gaetano Errico, quarto di ben 10 fratelli, di forza di volontà ne aveva da vendere: voleva studiare a tutti i costi e, subito dopo aver compiuto i 16 anni, si iscrisse al seminario diocesano di Napoli.
Secondigliano era però lontana dal centro città e, ai tempi di Ferdinando IV, non esistevano ancora i mezzi per andare e tornare dal Centro Storico. Decise quindi di percorrere complessivamente 16km a piedi ogni giorno, pur di andare e tornare dal seminario, dato che i genitori non avevano i soldi per pagargli la retta.

Sapeva che, se non avesse continuato gli studi, avrebbe fatto il maccaronaro come il papà mentre la mamma, Maria Marseglia, era una umile tessitrice di provincia. Nel 1791, quando nacque Gaetano, Secondigliano era un piccolo casale di circa 6000 anime, famoso “per la sua frutta, la buona aria e per i suoi campi fertili“, come spiegava Lorenzo Giustiniani nel 1802, nel suo “Dizionario geografico del Regno di Napoli”.

Statua di San Gaetano Errico
Statua di San Gaetano Errico

La chiesa di Gaetano Errico

Errico non perse mai il suo sogno di riscatto personale, che cercava di condividere con i giovani di Secondigliano: dopo essere diventato prete a 24 anni, fu assegnato alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano, che ancora oggi è la più grande del quartiere. Ogni giorno si aggirava per il paese cercando di insegnare le lettere ai ragazzi della sua età, che erano totalmente analfabeti. Anche i pochi soldi che percepiva dalla Chiesa li divideva con la famiglia e con i poveri più bisognosi. Poi decise di rinunciare alla carriera di professore, per dedicarsi completamente ai più poveri.

Poi, mentre era in preghiera a Pagani, nel luogo dove oggi c’è il museo di Sant’Alfonso, si racconta che gli sia apparso in una visione proprio il santo in persona, che lo ha esortato a costruire una nuova chiesa. Presto detto. Nel 1828 cominciarono i lavori della chiesa dell’Addolorata, dopo una infinita battaglia con il Comune, che non aveva intenzione di concedergli l’autorizzazione per la costruzione. Si racconta che tutti i cittadini di Secondigliano si siano riversati in strada offrendo qualsiasi oggetto prezioso, pur di aiutare economicamente Gaetano Errico a costruire la chiesa.

I sogni si realizzarono. E la chiesa esiste ancora oggi nella via che porta il nome del santo.

Chiesa dell'Addolorata di San Gaetano Errico
La chiesa dell’Addolorata

“Quando passa San Gaetano?”

La fama e il carisma di Gaetano Errico giunsero addirittura alle orecchie di Ferdinando II, che apprezzò moltissimo l’operato del sacerdote e volle conoscerlo. Quand’era in vita i suoi concittadini lo chiamavano “San Gaetano” proprio per la sua generosità e per il suo attaccamento verso il territorio che non volle mai abbandonare. Era così amato che, spesso, la folla era talmente grande che non riusciva a farsi strada quando doveva entrare in chiesa e molte persone già gli riferivano di vederlo in sogno o chiedevano il suo intervento per miracoli e benedizioni.

San Gaetano entrò anche in contatto con alcuni camorristi e, stando alla sua biografia, riuscì a convincere molti malavitosi ad abbandonare la via della criminalità per farsi preti.
Morì nel 1860 e non vide mai l’Italia unita che, in piena epoca di leggi eversive, smembrò la congrega religiosa che aveva fondato. I missionari andarono quindi in tutto il mondo e ancora oggi si trovano i Missionari dei Sacri Cuori in Nigeria, Slovacchia, Argentina, Brasile, India e Stati Uniti. Poi, nel 1921, la congrega è tornata anche in Italia, ma ha trovato sede a Roma. La mensa dei poveri di San Gaetano, invece, non ha mai smesso di esercitare la sua funzione ed esiste ancora oggi nello stesso luogo in cui fu fondata.

Nel 2008 Gaetano Errico è stato nominato santo, circa 230 anni dopo la sua nascita.

Quando si è giovani si vorrebbe cambiare il mondo intero. L’esempio di Errico dimostra che, molto spesso, il mondo da cambiare è in realtà il luogo in cui si è nati.

-Federico Quagliuolo

P.S.
A Secondigliano esiste anche un museo dedicato interamente alla figura di Gaetano Errico: http://www.missionarisacricuori.it/luoghi/

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