Nel 1710 venne ritrovato il Teatro di Ercolano, una scoperta casuale che aprì una finestra sul passato e diede inizio agli scavi della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. Un tesoro immerso che ancora oggi, a distanza di oltre 300 anni, continua a regalare grandi emozioni.
Una scoperta casuale
Tutto iniziò un giorno, all’apparenza normale, del 1710 nella città di Resina. Un contadino di nome Ambrogio Nucerino, detto Enzechetta, stava scavando un pozzo, quando tra una picconata e l’altra si rese conto che invece dell’acqua aveva trovato dei resti antichi. Erzechetta senza volerlo aveva fatto una scoperta sensazionale, aveva trovato il teatro di Ercolano ed il pozzo da lui creato si trasformò in una macchina del tempo capace di trasportare in pochi minuti nell’antica città sepolta. Ben presto la notizia arrivò al principe d’Elboeuf, Emanuel-Maurice di Lorena, che condusse a sue spese per nove mesi gli scavi nella zona.
Dal pozzo iniziarono ad essere prelevati preziosi materiali, come marmi antichi e statue, che il principe utilizzò per abbellire la villa che stava costruendo sul porto del Granatello di Portici. La scoperta del teatro di Ercolano diede avvio ad un intesa attività di scavo e segnò il punto d’inizio dell’archeologia moderna.
Struttura del teatro
Il teatro di Ercolano aveva una capienza di circa 2500 persone. Fu costruito all’epoca dell’imperatore Augusto per volontà del duoviro Lucio Annio Mammanio Rufo su progetto dell’architetto Publio Numisio. La forma del teatro è quella tipica romana con la cavea a ferro di cavallo divisa in tre ordini: ima, media e summa cavea. Le persone prendevano posto nei diversi settori in base allo status sociale, la zona più bassa era quella di maggiore prestigio. Nella parte superiore della cavea sono stati rinvenuti tre tempietti che dovevano ospitare statue di imperatori. Al di sopra dei passaggi di uscita, posti al lati della cavea, si trovavano i tribunalia, una sorta di palchi d’onore riservati ai vip dell’epoca. Nei due tribunalia di Ercolano si sono trovate delle iscrizione marmoree dedicate una a Marco Nonio Balbo, benefattore di Ercolano e l’altra ad Appio Claudio Pulcro, membro di un importante famiglia di Roma.
Il fronte scena aveva l’aspetto di una facciata di un edificio classico: diviso in due ordini, decorato con colonne colorate e statue inserite in nicchie. Aveva le tre classiche aperture: la porta regia al centro e le due laterali dette hospitales, che consentivano l’ingresso in scena degli attori. Il teatro era all’aperto e l’unica copertura era costituita dal velarium, grandi teli che venivano aperti nei giorni caldi per proteggere gli spettatori dal sole.
Visitare oggi il teatro antico
Il teatro è situato all’esterno del parco archeologico di Ercolano e si trova a 25 m di profondità rispetto al piano stradale. E’ stato riaperto, dopo vent’anni di chiusura, nel giugno del 2018. La struttura è parzialmente visitabile poiché in gran parte è ancora sepolta nella massa piroclastica. I visitatori che si recano nel sito ad inizio tour vengono forniti di casco, torcia e impermeabile per garantire la massima sicurezza. Il tour inizia con la discesa nel teatro mediante una scala settecentesca, la stessa utilizzata dai tanti uomini in viaggio durante il Gran Tour. Giunti in profondità si prosegue con l’esplorazione dei cunicoli scavati in epoca borbonica che attraversano l’interno teatro. Si parte dall’alto nella zona della summa cavea e si scende fino al punto in cui vi era l’orchestra. Il momento più emozionante è di sicuro quello in cui si alzano gli occhi e si osserva dal basso il pozzo scavato da Erzechetta.
Visitare il teatro è un’esperienza unica ed è sicuramente una delle cose che consigliamo di fare almeno una volta nella vita.
Info per una vista guidata agli scavi di Ercolano contatta Eco delle Sirene tour
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