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No, il nostro pensiero non deve volare a Capri quando parliamo di faraglioni. A pochi chilometri dall’Isola Azzurra, infatti, ci sono i faraglioni di Positano, che in passato erano chiamati teneramente “mamma e figlio” proprio perché uno era più grande dell’altro ed erano tanto vicini da sembrare imparentati.

Sparirono in un tragico pomeriggio del 2 febbraio 1943, come ricordano i cittadini più anziani del luogo, a causa di un colpo sbagliato lanciato da un sottomarino inglese.

Un’immagine sacra per la protezione

I faraglioni di Positano avevano un ruolo importante anche in ambito religioso per i cittadini. Erano infatti posti a guardia della città e, proprio due anni prima del tragico evento, i devoti misero sulla base della “mamma” due mattonelle con il volto della Madonna di Positano, che è la protettrice degli uomini di mare, oltre ad essere legata ad uno dei culti più antichi. Si tratta infatti di una “madonna nera” venuta dal mare intorno al XII secolo, quando una nave bizantina si arenò nei pressi della città costiera e, stando alla leggenda, fu “posata” nel luogo dove oggi sorge la città (che non a caso prende il nome dall’ordine divino lanciato dalla Madonna: “posa, posa!”).

Faraglioni di Positano
I faraglioni in una foto d’epoca: non esistono più!

I Faraglioni di Positano e un destino tragico

L’intervento della Madonna di Positano, però, non riuscì a salvare gli scogli dal destino atroce che li aspettava. Era un 2 febbraio 1943 e, dagli abissi del mare spuntò il sommergibile inglese Safari, che era in attesa di due navi mercantili italiane dirette verso la Sicilia. Furono sparati diversi colpi: prima due siluri colpirono le navi, poi si passò alle cannonate che affondarono e lasciarono in mare cinque vittime. Un siluro calibrato male, invece, sbagliò il bersaglio e si andò a schiantare contro il faraglione “mamma”. Con un boato colossale crollò in mare. Miracolosamente, però, l’immagine della madonna si salvò. E probabilmente il sacrificio della mamma salvò anche diverse vite nella vicina Positano, dato che altrimenti il siluro sarebbe finito vicino alle case sulla marina: il popolo pensò che l’immagine sacra li avesse protetti da una sciagura.

Poi si sa, un figlio senza la mamma è perduto. Ed è proprio così che finisce la nostra storia: pochi anni dopo il piccolo faraglione crollò da solo a seguito di una violenta tempesta. Evidentemente l’esplosione del 1943 aveva compromesso anche la sua base e bastò poco per farlo finire giù, a far compagnia alla mamma.

Dal mare sono venuti e nel mare sono tornati: la storia dei faraglioni di Positano è malinconica e romantica, proprio come l’animo dei popoli costieri.

-Chiara Sarracino

Riferimenti:
Positanomylife, Romolo Ercolino

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