La cattedrale di Casertavecchia, conosciuta anche come Duomo di San Michele Arcangelo, è dedicata al santo guerriero scelto dai Longobardi come proprio santo protettore e sorge sul suolo occupato precedentemente da un tempio, del quale, nel Novecento sono state ritrovate le fondamenta.

Il materiale principale usato per la costruzione della cattedrale di Casertavecchia è il tufo. Il Duomo si affaccia su una piazza rettangolare che ha quattro colonne in granito agli angoli, che indicano il diritto d’asilo della chiesa. Accanto alla cattedrale di Casertavecchia, che è posta al centro del borgo medievale, si innalzano il palazzo vescovile, il seminario e la casa canonica.

Facciata principale della cattedrale di Casertavecchia con il campanile - foto di Federico Quagliuolo
Facciata principale della cattedrale di Casertavecchia con il campanile – foto di Federico Quagliuolo

La cattedrale di Casertavecchia: esterno

La costruzione della cattedrale di Casertavecchia, come si legge dalle lapidi marmoree poste sui tre portali della facciata principale, si deve al vescovo Rainulfo che iniziò i lavori, al vescovo Nicola I che li continuò e al vescovo Giovanni I che li terminò.

Il frontespizio è triangolare ed è decorato da archi acuti intrecciati poggiati su sei colonnine in marmo bianco, questo motivo ritorna nel transetto, nel primo piano e nel coronamento del campanile. Il prospetto del duomo presenta molte figure di animali, che secondo le credenze medievali basate sull’allegoria, simboleggiavano la fede in Cristo.

Il portale maggiore è sormontato da un finestrone con un archivolto posto su mensole sostenute da colonnine corinzie, che poggiano su due leoni di stile comasco-pugliese. L’edificio originario, a pianta basilicale, di cui sussiste la divisione in tre navate, che corrispondono ai tre portali esterni, fu costruito su modello cassinese tra il 1113 e il 1153, mentre gli elementi architettonici sono stati aggiunti in fasi diverse.

Il triburio rappresenta una delle più importanti testimonianze delle decorazioni architettoniche di ascendenza arabo-normanna, in quanto è decorato con elementi policromi usando pietre in tufo bicolori, è diviso in due parti, entrambe caratterizzate da arcate intrecciate, che nel primo ordine si sovrappongono alle finestre.

Il finto loggiato sulla fascia interiore è decorato con motivi floreali. La cupola della cattedrale è di forma conica ed è uno tra i più improtanti esempi di arte siculo-campana ed è di pochi anni successivo alle testimonianze delle cattedrali di Ravello e di Salerno.

Nell’ultimo restauro del 1930 la cattedrale di Casertavecchia è stata privata delle sue decorazioni barocche, ad eccezione della cappella del Rosario, per restituirle il suo originario aspetto medievale.

La cattedrale di Casertavecchia: il campanile

Il campanile della cattedrale di Casertavecchia fu realizzato nel 1234 per volere del vescovo Andrea, è alto 32 metri, ha una pianta quadrata suddivisa in cinque ordini, di cui il primo funge da arco di accesso alla piazza.

Il secondo, il terzo ed il quarto ordine presentano ciascuno una bifora per ogni lato. Inoltre, il quarto piano è decorato con elementi marmorei come una figura umana con una colomba tra le mani, teste virili ed una testa barbuta realizzata in tufo. Il quinto ordine invece è a forma ottagonale con delle torrette agli angoli.

Originariamente, il campanile si presentava più slanciato, con una copertura piramidale di 7 metri e quattro pinnacoli a forma conica posti sulle torrette angolari. L’attuale struttura risale al XVIII secolo, all’epoca del vescovo Domenico Pignatelli. Le due campane poste al secondo piano risalgono al 1856 e al 1958, mentre al terzo piano è posta la campana più antica, che risale al 1577.

Alla sommità dell’arco a sesto acuto del primo ordine, si può osservare la figura di un’arpia e sotto l’arco troviamo due lapidi che ricordano due eventi importanti per la comunità dell’antica Caserta: sulla sinistra si ricorda il passaggio del papa Benedetto XIII Orsini nel1729 e sulla lapide di destra l’eruzione del Vesuvio del 2 agosto del 1707 che con le sue ceneri oscurò il cielo sopra Casertavecchia per 11 ore.

La cattedrale di Casertavecchia: l’interno

All’interno, la pianta della cattedrale di Casertavecchia è a croce latina con tre navate separate da dieci archi su colonne diverse le une dalle altre per altezza, materiale e struttura, in quanto sono colonne di spoglio, ed il transetto divide le navate dalle tre absidi semicircolari.

La navata centrale supera in altezza quelle laterali ed il transetto, nella sua parte centrale, presenta una cupola posta su un tamburo ottagonale che domina lo spazio circostante. Il soffitto delle navate è a capriate lignee, mentre le volta a crociere del transetto sono in tufo e di forma rettangolare. Il pavimento è composto da lastre in pietra calcarea ed è collegato all’abside attraverso cinque gradini.

L’interno della cattedrale di Casertavecchia attualmente ci appare molto austero, questo perchè sono andati perduti sia gli affreschi medievali che gli stucchi di gusto barocco. Le finestre sono prive di decorazioni e i capitelli delle colonne sono tutti in stile corinzio, ad eccezione di uno in stile ionico, e sono decorati con un motivo a fogliame, tranne tre capitelli di epoca medievale, riconoscibili in quanto sono scolpiti solo sul lato rivolto verso la navata centrale, inoltre la maggior parte delle colonne sono lisce e in marmo cipollino grigio.

Entrando, sulla destra, nella prima arcata, è posta la cappella del fonte battesimale, risalente al XIV secolo, non si conosce l’originaria destinazione della cappella, molto probabilmente era destinata al culto di San Cristoforo, infatti, nel Medioevo si credeva che volgendo lo sguardo verso il santo si veniva protetti dalla morte senza confessione.

Vicino al pulpito, troviamo un affresco di scuola senese del XIV secolo raffigurante la Madonna delle Grazie, la Vergine è seduta e ha in braccio Gesù benedicente, che regge con la mano sinistra un rotolo. In basso a destra, è possibile scorgere delle mani giunte, molto probabilmente dello stesso committente, secondo un’iconografia tipica dell’epoca.

Saliti gli scalini di accesso al transetto destro, troviamo la tomba di Marco Antonio Alois, cappellano del papa Giulio II Della Rovere, mentre nel transetto sinistro si può osservare il sarcofago di Francesco de la Rath, conte di Caserta nel XIV secolo, rappresentato da un baldacchino e retto da due colonne tortili e decorato al centro del timpano con lo stemma della famiglia ovvero un leone rampante con la corona di conte sulla testa e sulle spalle un listello con tre fasce gligliate.

Infondo alla navata sinistra troviamo la cappella del Rosario, voluta dal vescovo Giuseppe Schinosi nel XVII secolo, al cui interno vi è posta anche la sua tomba, che modificò l’assetto originario della cattedrale, modificandone lo stile da medievale a barocco.

L’esterno presenta una copertura conica a gradoni, l’interno, in passato completamente affrescato, oggi è decorato dall’altare in marmi policromi e dalla tela raffigurante la “Vergine con il Bambino ed i santi Domenico, Caterina da Siena, Rosa e Pio V”, di ignoto napoletano del Settecento.

All’ingresso della cappella, sulla sinistra, è presente la Sacra Olea, risalente ai secoli XIV – XV, una lastra di marmo con scolpiti a bassorilievo due angeli trombettieri, ai lati della porticina quattro angeli oranti ed in basso due putti reggiporta, ai lati di questi ultimi due stemmi crociati sormontati da una mitra.

A partire dal XVI secolo, la maggior parte della popolazione di Casertavecchia iniziò a trasferire i propri interessi civili ed economici nel villaggio Torre, situato in pianura, nucleo abitativo che avrebbe dato in seguito origine all’attuale Caserta.

Nei primi anni del 1600 il vescovo Diodato Gentile trasferì la sede vescovile a Falciano, attuale frazione di Caserta, nel palazzo della Cavallerizza, mentre nel 1842 venne trasferita nel Duomo di Caserta nuova anche la Cattedrale con il Capitolo.

Bibliografia

Izzo, M., Caserta e le sue cattedrali, Diocesi di Caserta, Ufficio beni culturali, 2005

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