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Tra i sentieri di Pimonte, immerso nella lussereggiante vegetazione dei Monti Lattari, si nasconde il Castrum Pini, complesso medioevale sfuggito all’evoluzione infrastrutturale del mondo circostante, riuscendo a salvaguardare la storia e il contesto naturale in cui è inserito. Un presidio di cultura immerso nel verde, lontano dalle tortuose curve e dai difficili pendii che lentamente dai monti portano alla Costiera amalfitana.

Castrum Pini. Ph. Gerardo Russo.

Pimonte, “presso i monti”

Il territorio collinare di Pimonte si trova in una posizione strategica all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari. Vanta una rete sentieristica importante, nascosta ai lati di un’unica strada principale che conduce prima al Valico di Agerola e poi ad Amalfi. Come suggerisce il nome, Pimonte è infatti circondata da montagne. Il toponimo deriva dal latino apud montēs, che significa “presso i monti“.

Da Pimonte è possibile raggiungere a piedi la cima del Faito, oltre che l’imponente Molare, ma tra i siti più suggestivi troviamo il Monte Pendolo e il pianoro su cui si erge il Castrum Pini. Proprio dall’area del castrum, nota ai cittadini locali semplicemente come Pino, si ammira la grandezza dei Lattari con i Tre Pizzi del Monte Sant’Angelo, di cui il Molare è la più alta con i suoi 1444 metri.

La cittadina, popolata da circa 6.000 abitanti, si trova lungo la strada che collega Castellammare di Stabia con Amalfi, al confine tra la costiera amalfitana e la penisola sorrentina. Il mare che si vede in lontananza è quello del golfo di Napoli, con il Vesuvio a fare da sfondo alle giornate pimontesi, mentre l’abitato è attraversato quotidianamente da pendolari e turisti desiderosi di raggiungere la costa amalfitana sul golfo di Salerno. La stessa storia di Pimonte si lega fortemente all’antica Repubblica Amalfitana.

Valle del Lavatoio, Pimonte. Ph. Gerardo Russo.

La storia di Pino

L’area di Pino era infatti zona di influenza degli amalfitani. Tutte le località dell’antico territorio amalfitano, da Positano a Vetri fino ai casali sparsi di Agerola e Tramonti, erano infatti dotate di castelli per la difesa dagli attacchi via terra. Gli accessi terrestri erano il Valico di Chiunzi, sito tra Tramonti e Sant’Egidio del Monte Albino, e l’area tra Agerola e Pimonte. Cosi proprio a Pino, nell’odierna Pimonte, si sviluppò un centro di difesa contro gli attacchi dei Longobardi dall’entroterra.

Delle linee di fortificazioni del Castrum Pini facevano parte anche il Castello di San Nicola de Thoro-Plano a Maiori, la Torre di vedetta del Valico di Chiunzi, il Castello Lauritano ad Agerola, il Castello di Lettere e tanti altri. Un sistema che protesse Amalfi per almeno tre secoli.

Alcuni castelli avevano un piccolo abitato attorno e talvolta venivano erette anche delle chiese. Questo è il caso di Castrum Pini, presso il quale troviamo la chiesa dedicata all’Assunta. Il complesso fu fatto erigere tra il 940 e il 950 d.C. dal Doge Mastalo I, capo della Repubblica Amalfitana, per la sua posizione ideale come centro di difesa. Si trasformò nel tempo da semplice torre a fortezza inespugnabile. Inoltre, diversamente dai vicini castelli di Lettere e Gragnano, il castrum precedette la formazione del borgo.

Ispirazione al Castrum Pini – Ph. Gerardo Russo.

Il percorso da Valle del Lavatoio

Castrum Pini si trova a 576 m sul livello dal mare, su una pianeggiante collina che guarda dal basso le cime dei Tre Pizzi. I pini della valle spiegano l’origine del nome. Oltre alla chiesa troviamo nell’area i ruderi del castrum.

Punti di accesso del complesso medievale, sito di interesse storico e culturale, sono soprattutto i sentieri montani, in particolare attraverso il sentiero di Valle del Lavatoio, in località Franche, che conduce al sito attraverso un percorso di 1,75 km. La Valle del Lavatoio costituisce a sua volte un punto di notevole interesse storico. Chiamata così per la presenza dei lavatoi, la valle e la sua ricca vegetazione costituivano un’importante crocevia tra i sentieri che univano gli antichi castelli amalfitani. Oggi la valle si presta come cornice per rievocazioni storiche, come il Presepe vivente nel periodo natalizio, richiamando le civiltà rurali di un tempo.

Altro punto di accesso a Pino è la rete sentieristica in prossimità del Traforo di Agerola, da cui è necessario percorrere circa 3 km di strada sterrata, anche con veicoli se idonei al percorso.

Strutture per le rievocazioni alla Valle del Lavatoio. Ph. Gerardo Russo.

Il castrum nascosto tra i tornanti

La visita del sito, oltre che l’incontro con la storia e la cultura in esso racchiusa, prevede quindi un necessario percorso naturalistico. Castrum Pini controlla tutto, ma oggi, come un tempo, è nascosto ai cittadini e ai pendolari. Solo prestando attenzione tra le curve che precedono Agerola si riesce a notarlo in lontananza. Lui però non ha fretta, si gode la pace e la tranquillità che grazie all’isolamento che si è costruito nel tempo, pronto poi a condividerle con chi si inerpica nella natura per raggiungerle, mettendosi alle spalle le città.

Riferimenti:

https://www.comune.pimonte.na.it/c063054/zf/index.php/storia-comune

https://www.comune.pimonte.na.it/c063054/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/8

https://www.galterraprotetta.it/comuni-del-gal/comune-di-pimonte-storia-e-tradizioni/

https://www.caimontilattari.it/sentiero/332b/

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