La nostra Napoli è famosa al mondo per i suoi numerosi primati, ma purtroppo ne abbiamo uno di cui avremmo potuto fare a meno. Luciana Pacifici, napoletana di nascita, venne deportata a soli otto mesi in un campo di concentramento perché ebrea. Una bambina come tante che in quel periodo conosceva la brutalità e la misurabilità dell’uomo, che si rende potente facendo del male agli altri. Una bambina a cui è stata tolta la possibilità di vivere e di combattere, preda di un regime che non conosceva compassione.
Chi era Luciana Pacifici
La piccola Luciana nacque il 28 maggio 1943 a Napoli, da una famiglia ebrea. La madre era napoletana e il suo nome era Elda Procaccia, il padre Loris Pacifici invece era livornese, ma cresciuto a Viareggio. La famiglia della piccola fu costretta a scappare ben presto dalla città partenopea, soggetta ai continua bombardamenti da parte dei nazisti.
Risalirono la Penisola e si rifugiarono a Lucca, più precisamente a Cerasomma, dove non riuscirono a scappare alla furia delle leggi razziali, venendo infine deportati. La famiglia Pacifici, per salvarsi avviò una trattativa con i tedeschi, offrendo una cospicua somma di denaro per la loro liberazione, ma tutto fu vano. Il 6 dicembre 1943, dopo l’ennesima retata nazista nel ghetto ebraico la famiglia di Luciana Pacifici iniziò il lungo viaggio verso Auschwitz.
Il trasferimento degli ebrei in Polonia veniva effettuato attraverso una prima selezione, non tutti infatti riuscivano a resistere alle terribili condizioni e alla scarsa igiene a cui erano costretti durante il viaggio. Molte persone morivano, questo fu il tragico destino della piccola Luciana che a soli otto mesi morì di stenti in treno verso Auschwitz, dove comunque appena arrivata sarebbe stata spedita nelle camere a gas.
I bambini infatti, venivano considerati non abili al lavoro e quindi direttamente uccisi appena arrivati al campo, a differenza dei gemelli che invece venivano salvati, solo per effettuarvi diabolici esperimenti.
Gli omaggi alla piccola Luciana
Nell’antico rione Borgo Orefici, è stata dedicata una strada in onore di Luciana Pacifici, la più piccola vittima delle leggi razziali. La targa in marmo che dà il nome alla via, fu inaugurata il 17 Novembre 2015 e ricorda tutti i bambini ebrei, che hanno ingiustamente perso la vita durante l’Olocausto.
La strada, prima del cambio nome, era intitolata a Gaetano Azzariti. Giurista italiano importantissimo, che fu non solo il secondo presidente della corte costituzionale, ma anche il presidente del tribunale della razza, colui che condannava gli ebrei italiani.
Via Luciana Pacifici è il simbolo indiscusso di memoria, la memoria che resta indelebile nelle strade, ma soprattutto nella storia che non deve essere dimenticata e su cui bisogna riflettere, cercando di non commettere gli stessi terribili errori.
Bibliografia
Marco Perillo, Breve storia di Napoli, Newton Compton Editori, 2021
Riccardo Caimani, Giacomo Kahn, Gli Ebrei tra storia e memoria, EDB, 2018
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