Il primato degli spaghetti alla Nerano deve essere riconosciuto al ristornate “Maria Grazia“. Il ristorante storico, incastonato nella magnifica cornice della penisola Sorrentina, porta avanti da ben cinque generazioni la vera e la più antica ricetta di questo piatto. Nato dalla fantasia culinaria di Donna Rosa e dalle pretese di un ricco nobile, per anni è stato deriso: ma il successo internazionale è arrivato ben presto per questa squisitezza, condita con zucchine fritte e scarti di formaggio.
La storia del ristorante Maria Grazia a Nerano
Il ristorante “Maria Grazia” è uno dei luoghi più storici di Maria del Cantone, la meravigliosa baia naturale di Nerano, le cui mura risalgono al 1800. Inizialmente era un’umile locanda, dove i pescatori trovavano ristoro dopo il ritorno dal mare. Proprio Maria Grazia cucinava per tutti loro, ma soprattutto per suo marito, stanco tra coloro che avevano appena concluso la giornata di pesca. Fu Rosa, figlia di Maria Grazia, a iniziare la vera e propria attività di ristorazione, dando al locale il nome della mamma.
“Maria Grazia” è il primo ristorante di Nerano e probabilmente di tutta la penisola Sorrentina. Situato sulla baia di Nerano, era difficile arrivarci via terra, infatti bisognava percorrere una stradina di campagna che conduceva al mare, mentre i clienti più ricchi raggiungevano il ristorante con le loro lussuose imbarcazioni.
Gli Spaghetti alla Nerano: nati dalle voglie di un nobile
Donna Rosa iniziò con pochi tavoli, portati a braccio fino alla baia, e un piccolo orto in cui produceva il necessario per la giornata. La clientela del ristorantino era per lo più nobile e uno dei suoi clienti più affezionati era Pupetto Caravita di Sirignano, nobiluomo che possedeva una lussuosa villa sulla vicina isola di Capri.
Ai tempi, si mangiavano piatti semplici e soprattutto della tradizione; si puntava per lo più sulla qualità degli ingredienti freschi appena colti e a chilometro zero. Un giorno, Pupetto, che era solito entrare nelle cucine del ristorante, comunicò a Donna Rosa che avrebbe ospitato un suo amico, Moet Chardon, e per l’occasione le aveva espresso il desiderio di creare un nuovo piatto. Donna Rosa di pronta risposta andò ad assemblare quelli che poi sarebbero diventati i famosi spaghetti alla Nerano.
Una ricetta semplice e con pochissimi ingredienti, che creano un esplosione di sapori alla prima forchettata. Zucchine fritte, scarti di formaggio e basilico quanto basta che, amalgamati all’amido della pasta, legano in modo sublime, tanto che quel piatto è dagli anni Cinquanta, imperterrito, sul menù del ristorante “Maria Grazia”.
Un piatto simbolo della Campania
Gli spaghetti alla Nerano sono un piatto povero e Donna Rosa venne inizialmente derisa dai suoi compaesani, che erano soliti ripeterle: “Rosnell va’ fa e spaghetti ch’e cuccuzziell“, come se fosse una cosa un po’ snob. Lei, nonostante la presa in giro, continuò a proporlo, lasciando perdere le chiacchiere di paese e andando a perfezionare e a tramandare in famiglia quella che era la sua ricetta.
Gli spaghetti alla Nerano hanno reso famoso nel mondo anche il posto da cui prendono il nome, ma il successo di questo piatto è dovuto al fatto che mette d’accordo un po’ tutti, grandi e piccini, avendo alla base degli ingredienti semplici ma che insieme piacciono. Nessuna ricetta segreta, tutti conoscono gli ingredienti per un buon piatto di spaghetti alla Nerano, ma come si mangiano da “Maria Grazia”, non si mangiano da nessun altra parte.
Tutto sta nella manualità che si è tramandata da generazioni, infatti il cuoco nelle cucine del ristorante scotta solo la pasta, ma l’assemblaggio del piatto potrà essere fatto soltanto da uno di famiglia. E’ in questa sorta di ritualità e nell‘attaccamento alle tradizioni di famiglia, che la Nerano di ” Maria Grazia” è diversa da tutte le repliche.
L’unione familiare, l’amore che c’è per il territorio e la selezione attenta degli ingredienti, rendono gli spaghetti alla Nerano riconoscibile nel mondo, tanto che sono pochissime le ricette di cui conosciamo davvero la provenienza e la vera storia come questa. Perché dietro ogni piatto che portiamo sulle nostre tavole possiamo ritrovare anni e anni di tradizioni antichissime e storie incredibili da raccontare.
Bibliografia
Un ringraziamento speciale va alla signora Rosa che è stata tanto disponibile quanto gentile a raccontare la storia della sua famiglia.
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