Il Castello di Arechi costituisce uno degli elementi più tipici ed evocativi del paesaggio Salernitano. Ubicato sulla cima del monte Bonadies esso ha costituito, dall’età tardoantica sino all’età moderna, il fulcro del sistema difensivo della città. La sua fondazione risale al sesto secolo d. c. Del primo insediamento difensivo, probabilmente fondato a seguito della guerra Greco – Gotica, rimane poco, eccezion fatta per la Turris Maior, ancora oggi facilmente distinguibile nella struttura del castello seppur anch’essa pesantemente modificata dal periodo tardoantico e inglobata in strutture più recenti.
Il Castello di Arechi, nonostante la sua denominazione popolare, non vanta peculiari interventi o modificazioni di epoca longobarda ancora oggi visibili. Le cronache di periodo longobardo riportano numerosi resoconti dell’attività architettonica e politica che Arechi intraprese a Salerno, trasformandola in una città principesca e centro importantissimo del Mediterraneo.
Tuttavia, all’infuori di alcune caratteristiche strutturali e di parti delle mura dello stesso castello, nessun intervento di particolare rilievo è attribuibile al sovrano, che pure allargò le mura cittadine e ne potenziò l’apparato difensivo. E’ possibile tuttavia identificare, all’interno della stratigrafia muraria della fortezza, segmenti murari di periodo e tecnica longobarda, accomunabili per tipologia alle analoghe fortificazioni coeve di Capua e Benevento.
In periodo Normanno – Svevo il castello non subì, nella pianta e nell’architettura, vistose modificazioni. A partire tuttavia dall’undicesimo secolo pare che alla funzione meramente militare della struttura andasse ad affiancarsi anche quella di abitazione signorile. In tale periodo fu insediato infatti nel castello un dominus. A riscontro di ciò vi è anche la prova archeologica: “accanto alle stoviglie da mensa e da dispensa si ritrovano manufatti più raffinati e costosi provenienti prevalentemente dal Maghreb (visto l’intenso traffico commerciale tra Nord Africa e Campania)“.
Fu il periodo angioino quello in cui il Castello di Arechi subì le maggiori modifiche nell’impianto difensivo. Il forte divenne, vista l’importanza nei traffici marittimi che la città di Salerno vantava, punto di centrale importanza nella Guerra del Vespro. Gli interventi di restauro e ammodernamento, specialmente sotto Carlo II, furono numerosi, e risultano ancor oggi ben documentati:
“E ’ dell’aprile del 1271 un ordine di Carlo d’Angiò al giustiziere del principato, col quale s’indica il modo di esigere il denaro necessario per le riparazioni al castello di Salerno (13). Successivamente, dopo un sopralluogo effettuato nel 1274, risultano urgenti le seguenti opere di riparazione […] Si devono comunque notare i risultati di queste rifazioni, sia nella spianata dell’ingresso dove sono visibili due archi acuti di gusto angioino, sia negli am bienti delle segrete, dove si evidenziano volte basse a crociera” (Dell’Acqua M.).
Al periodo Aragonese e Vicereale appartengono le ultime aggiunte alla struttura. Esse andarono per la prima volta a modificare l’aspetto della pianta di epoca Longobarda, aggiungendo varie strutture a sud – est. Le nuove necessità difensive di derivanti dall’utilizzo militare delle armi da fuoco resero necessari numerosi interventi di ammodernamento presso il Castello di Arechi.
L’inserimento del forte nella rete difensiva del vicereame, allestita per difendere le coste del regno dalle soventi incursioni barbaresche, lo vide divenire parte di un più ampio sistema difensivo, i cui elementi più vistosi furono le numerosissime torri difensive e d’avvistamento poste su gran parte dei litorali dell’Italia Meridionale.
Successivamente il Castello di Arechi divenne residenza dei Sanseverino, per poi affrontare un progressivo stato di abbandono che trovò il suo apice nella prima metà del 900′. Negli anni 60′ esso fu ceduto dagli ultimi proprietari alla Regione, la quale ne pianificò un lungo ed articolato restauro, al quale fece seguito un’importante campagna archeologica che ebbe inizio negli anni 90′.
Ad oggi il castello, assieme al ricco museo archeologico in esso ubicato, costituisce una della attrattive più tipiche e belle del salernitano.
–Silvio Sannino
Bibliografia e sitografia
Paolo Peduto, Quanto rimane di Salerno e di Capua longobarde (secc. VIII-IX) in I Longobardi del Sud, Roma, Giorgio Bretschneider editore, 2010, pp. 257 – 268.
Dell’Acqua M., Il Castello di Salerno in Rassegna storica salernitana (1968-1983), pp. 79 – 87.
Guido Iorio, Il castello di Salerno nella guerra del Vespro in “Temi Medievali – I: aspetti di vita quotidiana nella Salerno Medievale”, 2016, pp.
Sito del museo archeologico del Castello di Arechi – URL: https://www.ilcastellodiarechi.it/museo/museo-medievale-del-castello_362.xhtml.
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