La rana di Marcianise è uno dei piatti tipici della provincia di Caserta che, oggi, più ci sorprendono. Eppure derivano proprio dalla tradizione contadina e dalle condizioni inospitali del territorio, di natura paludosa.
Colpa delle paludi
Se a Napoli il Lago di Agnano era famosissimo per la sua quantità innumerevole di rane (tanto da far cadere addirittura una pioggia di anfibi dal cielo nei giorni di forte vento), la provincia della Terra di Lavoro era invece caratterizzata da enormi paludi, a causa di tutti i corsi d’acqua che irrigavano la Campania Felix, oggi quasi tutti spariti sotto il cemento.
Nel caso di Marcianise, infatti, il fiume Clanio era responsabile di una delle più grosse aree paludose della regione, diventata famosa per le vasche in cui si macerava la canapa (la “località Aurno“, ad esempio, era la più grande vasca di lavorazione di canapa in Campania, oggi è diventata un importantissimo centro commerciale). Ed è così che, come in ogni luogo di acque stagnanti, la popolazione animale era dominata da rane, anguille e zanzare. Se le ultime sono un gran fastidio, almeno le prime due erano regine della dieta locale.
La rana di Marcianise: un piatto povero
Insomma, se i Francesi sono spesso stereotipati come “mangiarane”, dobbiamo prima guardare in casa nostra: i marcianisani hanno infatti una tradizione lunghissima nella cucina degli anfibi.
La ricetta più comune della rana di Marcianise è chiaramente la frittura: dopo la pesca, infatti, gli animali venivano puliti e poi fritti. Gli eccellenti valori nutritivi del piccolo anfibio, infatti, erano spesso l’unica fonte di sostentamento ed energia per un popolo che viveva in una città dove non erano presenti alberi da frutto o campi coltivati (a differenza dei vicini campi acerrani, casertani e aversani).
La sagra della rana di Marcianise
La storia della rana di Marcianise, in realtà, ha una lunga tradizione che è stata recuperata dall’associazione “Il Sito“, che ogni anno organizza la sagra della rana di Marcianise, in cui sono servite al pubblico le classiche cosce fritte.
-Davide Agnocchetti
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