San Cono è il santo patrono di Teggiano, pittoresca cittadina del Vallo di Diano. Si tratta di un culto diffuso, oltre che a Teggiano, in località molto distanti dal Cilento. Si trovano tracce di San Cono anche in altre città italiane, ma è sorprendente come sia venerato addirittura a New York e nella città di Florida, in Uruguay.
La storia
La nascita di San Cono si stima essere avvenuta alla fine dell’XI secolo. Della sua biografia ciò che è noto è soprattutto l’età della fanciullezza. Cono infatti comunica precocemente ai suoi genitori di voler diventare monaco. Il padre si oppone alla sua scelta, portando il figlio a scappare di casa per rifugiarsi nell’abbazia di Cadossa, a Montesano sulla Marcellana.
I genitori si mettono alla ricerca del ragazzo. Per paura di essere riportato a casa, Cono all’arrivo dei genitori si nasconde in un forno ardente. Qui avviene il miracolo. Secondo quanto riporta la tradizione, Cono viene trovato addormentato dai genitori, mentre le fiamme lo circondano senza ferirlo. L’accaduto convince così i genitori a lasciare che il figlio segua la propria vocazione. Cono sarebbe poi morto giovanissimo e altri eventi, dopo la sua morte, ne avrebbero accresciuto la fama.
L’urna conservata a Teggiano
Le sue spoglie sono conservate in un’urna della Cattedrale di Santa Maria Maggiore di Teggiano. Nella chiesa è presente anche la statua di San Cono dormiente, a ricordo del miracolo del forno.
Secondo la tradizione, Teggiano e Padula si contesero le spoglie del santo. La soluzione trovata previde di trasportare la bara fino all’incrocio tra le strade che portavano ai due paesi, riponendola su un carro trainato da buoi senza una guida. I buoi intrapresero poi spontaneamente il cammino verso Teggiano, che all’epoca si chiamava Diano.
L’obelisco di Teggiano
Particolarmente significativa è la storia legata al devastante terremoto avvenuto in Basilicata nel 1857. Secondo la tradizione, solo a Teggiano non ci furono vittime, proprio grazie alla protezione di San Cono. Si riporta che il 21 dicembre successivo al sisma, mentre il popolo era riunito in preghiera, sarebbe sgorgata una manna dalla statua di San Cono.
Per ringraziare il santo del suo patrocinio, si organizzò una raccolta di fondi per la costruzione di un obelisco in suo onore. I lavori partirono, ma furono presto interrotti per la mancanza di sufficienti risorse. L’opera fu terminata nel 1887, solo grazie al contributo degli emigrati teggianesi a New York. L’obelisco è oggi uno dei simboli di Teggiano e si trova al centro del paese, nella piazza dedicata al santo. Una targa ricorda il terremoto e il contributo dei cugini americani.
I rapporti con New York
La diffusione del culto di San Cono segue la via delle migrazioni teggianesi nel mondo. Si riporta come nel 1888 alcuni teggianesi partirono per New York portando con loro l’immagine di San Cono. Pochi anni dopo questi contribuirono a fondare la Società Italiana di San Cono e di Mutuo Soccorso in New York. Nel 1973, invece, 80 italo-americani di origini teggianesi fondarono la Società San Cono di Teggiano Club a Brooklyn, ancora attiva. Gli emigrati e i loro discendenti hanno sempre conservato il culto verso il santo del loro paese d’origine, festeggiato così, ancora oggi, anche a New York.
I legami tra gli abitanti attuali di Teggiano e i loro lontani parenti sono tutt’ora stabili e frequenti, soprattutto grazie alla comune culto del santo che non ha mai fatto dimenticare le proprio origini.
Il culto a Florida, Uruguay
In Uruguay, invece, San Cono arrivò grazie al voto di due emigranti teggianesi, che promisero di costruire una statua in suo onore una volta arrivati sani e salvi a destinazione. Si stabilirono a Florida e lì venne poi costruita una cappella dedicata al santo, ancora oggi esistente.
Nel centro di Teggiano si trova oggi un piccolo monumento del 1961, dono della città di Florida, in occasione del settimo centenario della traslazione in città delle ossa di San Cono. Il legame con Florida è ancora oggi attivo ma il culto è diffuso anche con altre località internazionali, essendo il santo venerato anche in Argentina, in Brasile e in Australia.
I festeggiamenti
San Cono si festeggia addirittura quattro volte l’anno. Il 3 giugno ricorre la festa patronale a Teggiano. La seconda domenica di agosto invece ci si reca in pellegrinaggio a Cadossa. Il 27 settembre si ricorda la traslazione delle spoglie da Cadossa a Teggiano. Il 17 dicembre si commemora infine il patrocinio di San Cono durante il terremoto del 1857.
Uniti da San Cono nel mondo
Le terre cilentane appaiono spesso irraggiungibili. La stessa Teggiano, con il suo centro storico, si presenta arroccata su un’altura con vista sul Vallo di Diano. Tutte le città vicine non si raggiungono con immediatezza e il borgo sembra apparentemente isolato dal mondo.
Eppure tra le strade del centro, nelle sere d’estate, l’accento cilentano si mescola con lo slang americano. Non è raro sentire un genitore cambiare improvvisamente lingua mentre parla con il figlio, a seconda del tema della conversazione.
Ci sarebbe da chiedersi come, in un posto così remoto, si siano conservati legami con gli emigranti che hanno raggiunto le Americhe più di un secolo fa. Sta proprio in questo forse il vero miracolo di San Cono. Trovando una sua traccia, una cappella a lui dedicata, o un nome nell’albero geneologico, chiunque può riscoprire le proprie origini teggianesi e ricongiungersi con esse.
I discendenti degli emigranti di un tempo, anche a distanza di decenni, si sentono parte di Teggiano. Al Cilento più inaccessibile, d’altronde, non può certo pesare l’aver messo radici anche dall’altra parte dell’oceano.
– Gerardo Russo
Bibliografia
Sfogliando Teggiano, Guida al centro storico – Pro Loco Teggiano, Città di Teggiano; 2021
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