Romeo Menti è una leggenda del calcio d’altri tempi, quello che si ricorda con un pizzico di malinconia. Ebbe la capacità di diventare una bandiera in ogni squadra in cui militò, da Nord a Sud. Nella sua gloriosa carriera indossò anche la maglia dello Stabia, squadra della città omonima di Castellammare di Stabia, con la quale segnò tanti gol e vinse anche un trofeo, che successivamente non fu riconosciuto ufficialmente.
La gloriosa carriera di Romeo Menti
Classe 1919, Romeo Menti nasce a Vicenza in una famiglia votata per il calcio: i suoi fratelli maggiori Umberto e Mario diventeranno anch’essi dei calciatori professionisti. Esordisce con la maglia della sua città natale l’8 settembre 1935 in occasione dell’inaugurazione dello “Stadio del Littorio“, poi intitolato proprio al nostro protagonista nel 1949, contro gli ungheresi del Soroksar.
Da quel momento in poi ha inizio la sua carriera come ala destra d’attacco propensa al gol (in particolar modo da calcio da fermo) e al dribbling. Oltre al Vicenza, si lega in maniera indissolubile ad altre due squadre dalla grande tradizione calcistica: la Fiorentina, con la quale segna decine di gol creando un forte legame con tifosi e città (sposerà la fiorentina Giovanna Baldasseroni nel 1942) anche grazie alla vittoria di una Coppa Italia; il Grande Torino, squadra leggendaria con il quale vince quattro Scudetti e al quale si legherà tragicamente per aver preso parte al disastro di Superga.
Ma c’è un’altra squadra oltre quelle menzionate, certo meno blasonata ma di certo nota agli appassionati del calcio campano e non solo, con la quale Romeo Menti ha scritto pagine indelebili, ancora vivide nella memoria: lo Stabia, squadra rappresentativa della città di Castellammare di Stabia, oggi nota ai fans come Juve Stabia. Con questa casacca “cannone silenzioso” (così veniva chiamato per la potenza del suo tiro e per il suo fare taciturno) vinse anche un trofeo, però poi non riconosciuto dalla FIGC. Scopriamo perchè!
Lo Stabia vince il Campionato Campano 1945
A causa della Seconda Guerra Mondiale, il campionato italiano di calcio fu diviso in tanti campionati misti regionali. Al Campionato Campano misto di Divisione Nazionale del 1945 parteciparono Casertana, Frattese, Internaples, Napoli (che disputava le partite prima in Piazza Nazionale ma poi, grazie all’iniziativa del dirigente Luigi Scuotto, si trasferì all’Orto Botanico), Portici, Salernitana, Scafatese, Stabia, Torrese e la rappresentativa della Polizia Militare Italiana.
La competizione passò alla storia anche per la tragi-comica vicenda dell’arbitro Demetrio Stampacchia, il quale si finse morto per sedare una rissa scoppiata in campo e sugli spalti da giocatori e tifosi della Salernitana e del Napoli.
Il titolo fu conteso tra lo Stabia, trascinato proprio da Romeo Menti, e la Salernitana. Le due squadre terminarono a pari punti ma lo Stabia vinse un ricorso per una gara persa contro la Frattese, condizionata da alcuni disordini sugli spalti. Ottenne indietro i punti così da ottenere il titolo regionale.
Nonostante il contributo di Romeo Menti, a vincere il titolo di capocannoniere della combinazione fu Italo Romagnoli del Portici che siglò ben 18 gol.
A causa delle vicende legate alla guerra, a seguito della vittoria del Campionato Campano lo Stabia non disputò le fasi nazionali per stabilire il campione d’Italia. In virtù di ciò, la vittoria non fu mai ufficialmente riconosciuta. Ma ciò non impedì a “volpina” (altro soprannome dato a Romeo Menti per le sue astute finte) di entrare nel cuore dei tifosi di Castellammare.
La tragica morte nella tragedia di Superga
La carriera di Romeo Menti terminò tragicamente, insieme alla sua vita, il 4 maggio 1949. L’aereo proveniente da Lisbona sulla quale si trovava l’intera squadra del Grande Torino, con tanto di staff al seguito, si schiantò contro il muraglione della Basilica di Superga, a Torino: la vicenda passò alla storia come la tragedia di Superga.
Una fine drammatica per un giocatore che, anche “grazie” a questa vicenda, è entrato nella mitologia del calcio nazionale. A Romeo Menti sono stati infatti dedicati gli stadi di Vicenza, Nereto, Montichiari e proprio quello di Castellammare di Stabia. Un omaggio, quest’ultimo, a un campione proveniente dal Nord che portò in alto una piccola squadra del Sud, entrando nel cuore dei tifosi.
Bibliografia
- R.D. PAPINI, Fiorentina. Capitani e bandiere, Newton Compton Editori, 2020.
Sitografia
https://www.treccani.it/enciclopedia/romeo-menti_%28Enciclopedia-dello-Sport%29/
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