Napoli è sede di molti luoghi culturali, musei e fondazioni che ogni anno ospitano numerose mostre di artisti in voga, esperienze immersive, installazioni che, tuttavia, non oscurano in alcun modo il legame dell’arte con la tradizione. Passeggiando nel cuore della città potremmo far caso a tanti piccoli musei e gallerie che sono in grado di donarci ancora stupore.
L’arte a Napoli: l’ARCA
Nel dicembre del 2006, l’Associazione “Oltre il Chiostro” ha inaugurato, nello storico complesso Monumentale Santa Maria La Nova, l’apertura dell‘A.R.C.A., acronimo di Museo di Arte Religiosa Contemporanea. Il progetto ha vissuto una fase biennale di apertura e una positiva istruttoria del Settore Musei e Biblioteche della regione Campania, mentre nel 2008 gli è stato concesso il riconoscimento di museo di interesse regionale.
Alla nascita dell’ARCA hanno contribuito i soci ICOM e AMEI. “Oltre il Chiostro” si pone l’obiettivo di superare il concetto classico di musealizzazione, per rendere contemporaneo l’incontro e lo scambio con la produzione artistica dei nostri giorni. Il museo presenta sei percorsi diversi e raccoglie testimonianze religiose dell’arte contemporanea dal 1949 fino ai nostri giorni, frutto dell’opera di artisti importanti nazionali e internazionali.
Il Museo Divino
Il museo è stato inaugurato nel 2019 grazie all’opera di Antonio Maria Esposito. Nel 1942, Antonio era ventenne e viveva a Castellammare di Stabia, inizia il cammino nel seminario in quanto animato da una forte vocazione religiosa. Dopo pochi mesi perde sua madre e il dolore lo porta a intraprendere un strada nel mondo dell’arte che, col tempo, non ha più abbandonato. La sua primissima opera è stato un minuscolo presepe realizzato nella scatola di medicine della madre.
Nel museo ci sono due collezioni: la prima dedicata alla Natività e la seconda alla Divina Commedia. La caratteristica principale è la loro dimensione: i personaggi più alti misurano 5 mm, il Bambino Gesù (personaggio più piccolo) è realizzato in seme di canapa di 1.2 mm e sono fatti con sottili gocce di pittura essiccate e modellate. Tutto viene realizzato in gusci di pistacchio, castagne, nocciole e seme di canapa (candidato al Guinness dei Primati). I visitatori vengono forniti di una lente di ingrandimento per ammirare queste opere particolarissime.
La fondazione Made in Cloister
La Fondazione Made in Cloister nasce nel 2012 grazie a Davide de Blasio e Rosalba Improta. La sua nascita è stata possibile con il restauro del chiostro di Santa Caterina a Formiello, situato nel cuore del centro storico ma in stato di abbandono. Lo scopo della restaurazione è destinarlo ad un centro di arte espositivo e performativo, instaurando dialogo con il quartiere. La peculiarità del chiostro è la commistione tra Archeologia industriale e il Rinascimento.
Il progetto di riconversione riguarda il recupero del patrimonio culturale di Napoli per rilanciarlo verso le tradizioni artigianali, rinnovandole sotto una lente contemporanea tramite l’organizzazione di progetti con artisti internazionali. Il fine ultimo è una rigenerazione urbana che crei un certo impatto sociale.
L’arte a Napoli: il Cantastorie
“Il Cantastorie” è il Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, nato nel 2016 per la valorizzazione del patrimonio di storie e di personaggi custodito nelle scritture degli antichi banchi pubblici napoletani, racchiudendo circa cinquecento anni di storia non solo napoletana ma meridionale, italiana europea e di paesi extra-europei. La Fondazione è un ente di origine bancario, non profit, privato e autonomo che presenta fini di interesse sociale e di promozione dello sviluppo economico e culturale.
L’archivio storico si trova all’interno di due grandi palazzi gentilizi che, ad oggi, sono uniti in un’unica struttura. Si tratta di Palazzo Ricca e Palazzo Cuomo: il primo divenne sede del Banco dei poveri nel 1616 e tale rimase fino al 1809, anno in cui tutti i banchi antichi furono presi dal banco delle due Sicilie.
La struttura è uno dei più grandi complessi documentari di natura economico bancaria e presenta lo scalone monumentale su cui si vedono ancora gli stemmi della famiglia Ricca e la facciata della cappella del Monte dei poveri. Palazzo Cuomo ha, invece, una matrice settecentesca: la documentazione dell’archivio storico che troviamo qui riguarda l’arco cronologico tra il 1502 fino ai primi decenni del XX secolo.
L‘Archivio conta oltre duecento stanze, frutto dell’attività degli otto banchi pubblici napoletani e degli istituti in cui essi confluirono: il Banco delle due Sicilie e il Banco di Napoli. La nostra città è infatti stata teatro europeo di quello che possiamo chiamare il primo “Network Bancario“.
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