Il Museo Archeologico Nazionale della Valle del Sarno ospita manufatti risalenti a millenni fa, magnifici affreschi di epoca ellenistica e non solo! Una collezione preziosa, custodita all’interno di un edificio anch’esso ricco di storia. Scopriamo insieme questo luogo!
Il Palazzo Capua
Il Museo Archeologico Nazionale della Valle del Sarno ha sede nel cuore della città, all’interno di un palazzo gentilizio edificato dalla famiglia Ungaro alla metà del Settecento. In realtà oggi questo edificio è noto come “Palazzo Capua” in quanto fu venduto un secolo dopo all’imprenditore tessile Michelangelo Capua.
Il palazzo accoglie i visitatori con un importante portone d’ingresso in pietra lavica dal quale si accede a una bella corte dominata da una triplice loggia di arcate. All’interno delle stanze si trovano decorazioni appartenenti a diversi periodi: dalla fine del Settecento agli inizi del Novecento. E così, visitando le collezioni del museo, il visitatore è accompagnato attraverso stanze finemente decorate, in un contesto di assoluto prestigio.
Nel 1991 Palazzo Capua viene acquistato dallo Stato e destinato a museo che racconta l’evoluzione del territorio.
La collezione del Museo Archeologico Nazionale della Valle del Sarno
La collezione del Museo Archeologico Nazionale della Valle del Sarno abbraccia un periodo ampio diversi millenni e testimonia la ricchezza del territorio dell’Agro Nocerino Sarnese sin dai tempi più remoti. Ciò è dovuto a fattori quali la fertilità del suolo, l’abbondanza di acqua e la posizione geografica, che hanno favorito l’insediamento dell’uomo sin dal IV millennio a.C.
I vari reperti che si susseguono nelle stanze (vasellame, gioielli, armi, suppellettili varie) testimoniano gli usi e i costumi dei popoli che hanno abitato il territorio. Tutto è osservabile all’interno di un’ottica di continua trasformazione ed evoluzione, dovuta a diversi fattori quali la contaminazione tra popoli diversi. Anche l’estrazione sociale dei personaggi gioca un ruolo importante nella differenziazione dei reperti.
Ed è così che nei vari oggetti provenienti perlopiù da necropoli e tombe a fossa ritrovati tra San Marzano sul Sarno, San Valentino e Sarno si possono distinguere oggetti dalle più disparate funzioni e manifatture, alcuni davvero preziosi.
Si parte dalla Preistoria per poi proseguire all’età del Ferro (IX – VIII sec.) fino a giungere all’età orientalizzante (VIII – VI sec. a.C.) e quella arcaica (dalla prima metà del VI sec. a.C.). Senza dimenticare poi l’importantissime età ellenistica, testimoniata da preziosi cicli pittorici ritrovati in alcune sepolture.
Uno di questi rappresenta la scena del “ritorno del guerriero“. Si tratta della celeberrima tomba ritrovata nella località sarnese di “Galitta del Capitano” (tomba 1799). Il cavaliere procede verso una donna che lo attende porgendogli una brocca e una coppa. Le sepolture sono databili tra la fine del IV e gli inizi del II secolo a.C. Senza dubbio uno dei pezzi più pregiati della collezione del Museo Archeologico Nazionale della Valle del Sarno.
Ma è soprattutto dalla varietà degli oggetti che fanno parte dei corredi funebri che si può percepire la vivacità di un territorio dalle grande storia.
Un territorio da custodire e valorizzare
L’agro nocerino-sarnese accoglie tante ricchezze storiche, artistiche e archeologiche. Musei da riscoprire, tesori a cielo aperto e monumenti che hanno attraversato i secoli. Qui hanno vissuto e combattuto papi, re e geni delle discipline più disparate.
E se questo patrimonio di testimonianze abbraccia millenni di storia, non può essere certamente un caso. Bisogna avere la capacità di soffermarsi, non dare nulla per scontato e osservare con gli occhi pieni di curiosità anche i luoghi che all’apparenza risultano più “anonimi”.
E magari questo complicato esercizio della mente può partire proprio con una visita al Museo Archeologico Nazionale della Valle del Sarno: un luogo che ha tanto da raccontare, per chi ha desiderio di scoprire!
Sitografia
https://cultura.gov.it/luogo/museo-archeologico-nazionale-della-valle-del-sarno
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